inseriscono
all’interno del modello concettuale adottato
a livello internazionale per caratterizzare gli
aspetti di controllo ambientale, come elementi
di un percorso circolare, in grado di individuare
azioni da esercitare sui determinanti per migliorare
la qualità ambientale: paradigma schematizzato
dall’acronimo D-P-S-I-R (Driving forces =
Determinanti, Pressures = Fonti di Pressione,
Status = Stato dell’ambiente, Impacts = Impatti
sull’ambiente e sulla salute umana, Responses =
azioni di risposta che migliorano la qualità
ambientale andando ad agire sui determinati).
All’interno della cornice sopradelineata, le attività
di ARPAV possono essere così schematizzate:
1) controllo sulle fonti di pressione ambientale.
In particolare, anche con riferimento ai criteri
di controllo integrato per la prevenzione
dell’inquinamento (IPPC), controllo “successivo”
sulle attività produttive e sui relativi
processi:
- per la verifica delle condizioni stabilite,
nelle autorizzazioni, dalle competenti
amministrazioni (Stato, Regione,
Province, Comuni);
- per la misura puntuale delle emissioni nell’atmosfera
(camini, emissioni fuggitive,
…), nell’acqua (scarichi idrici industriali,
impianti di depurazione, …) e nel suolo
(rifiuti, discariche, siti inquinati,…);
- per il controllo sui rischi ambientali connessi
alle attività produttive e sui Sistemi
di Gestione della Sicurezza (Legge ‘Seveso’
e s.m. e i.).
2) monitoraggio dello Stato dell’ambiente ed, in
particolare, misura:
- della qualità dell’aria (urbana e industriale);
- della qualità delle acque (superficiali, sotterranee,
di transizione, marino-costiere e
di balneazione);
- della qualità dei suoli e dei siti inquinati;
- dei parametri meteoclimatici e
delle condizioni nivologiche;
- dei parametri quantitativi sui
corsi d’acqua in relazione al
rischio idraulico.
3) Supporto tecnico alle varie
Amministrazioni nelle materie
ambientali di rispettiva competenza,
anche mediante partecipazione
a Gruppi di Lavoro, Conferenze dei
Servizi, Commissioni Tecniche
Ambientali (Regionali e Provinciali),
Commissioni per la Valutazione
d’Impatto Ambientale, di Vigilanza
sui Locali di Pubblico Spettacolo,
Comitato Tecnico Regionale per le
Industrie a rischio di incidente rilevante,
ecc..
4) Attività tecnica e laboratoristica a
favore dei Dipartimenti di
Prevenzione delle ASL nelle materie
di competenza degli stessi quali:
sicurezza (verifiche periodiche su
alcune tipologie di impianti a pressione,
elettrici, di sollevamento e di
riscaldamento), controllo degli alimenti
e delle acque potabili.
5) Interventi di monitoraggio e di tutela
ambientale nel corso di eventi
accidentali in emergenza ed in
pronta disponibilità.
6) Attività ispettiva in campo ambientale,
anche per conto della
Magistratura ed a supporto di altri
organi di Polizia Giudiziaria.
7) Attività di ricerca scientifica (anche
in collaborazione con altri enti o
istituti) e di formazione/aggiornamento
(Scuola di Alta Specializzazione
Ambientale).
8) Attività di informazione e di divulgazione
tecnico-scientifica, nonché
di promozione dell’educazione
ambientale (si vedano, a questo proposito,
le molte pubblicazioni ed
iniziative promosse e la mole di
informazioni, regolarmente aggiornate,
disponibili sul sito internet
www.arpa.veneto.it).
Questo complesso insieme di attività
richiede un approccio multidisciplinare
integrato, sempre teso a coniugare
l’efficienza operativa, con l’innovazione
normativa e metodologica, nel
rispetto dei criteri del Sistema Qualità,
della sicurezza degli operatori, dei vincoli
sul piano economico-finanziario e
delle risorse umane.
Il Dipartimento Provinciale di Venezia
opera in una realtà sicuramente complessa
e delicata anche per l’esistenza,
nel territorio comunale di Venezia, di
uno dei principali siti industriali europei
(Porto Marghera) ove, negli ultimi
cento anni circa, si sono avvicendati
grandi gruppi industriali con produzioni
diversificate soprattutto nei settori
chimico, energetico e metalmeccanico
e dove, conseguentemente, si è determinata
un’area fortemente inquinata,
inserita nei siti di interesse nazionale
da bonificare e soggetta ai vincoli previsti
dalle normative europee in materia
di sicurezza e protezione civile.
Per quanto attiene lo stato della contaminazione
ambientale collegabile a
Porto Marghera, il Dipartimento è
direttamente coinvolto nel monitoraggio
della qualità dell’aria, nella caratterizzazione
dei suoli e delle acque sotterranee
finalizzata alle bonifiche, nel
monitoraggio della qualità delle acque
lagunari destinate alla molluschicoltura,
mentre sono in capo al Magistrato
alle Acque di Venezia le funzioni di
autorizzazione e controllo sugli scarichi
idrici in laguna di Venezia e di
monitoraggio sulla qualità delle acque
della medesima.
ARPAV svolge inoltre un ruolo particolarmente
attivo in materia di prevenzione
di incidenti rilevanti, in quanto
ad essa è stata affidata l’attività di controllo
e vigilanza in materia, attraverso
l’applicazione dell’art. 75 Legge
Regionale n°11 del 2001.
Come meglio evidenziato nel seguito,
le attività di controllo di ARPAV coinvolgono
molteplici aspetti sia impiantistici
che gestionali, finalizzati alla tutela
della salute dei lavoratori e della
popolazione ed alla sicurezza del territorio.
Tali attività richiedono un costante
impegno ed una elevata qualificazione
del personale dell’Agenzia, oltre ad una
interazione collaborativa con i tecnici
delle ditte verificate, le quali, nella
maggior parte dei casi, sono risultate
recettive rispetto alle indicazioni e prescrizioni
di miglioramento ricevute.
Nell’ottica di acquisire una maggior
conoscenza dello stato di sicurezza
degli impianti industriali di Porto
Marghera, negli ultimi cinque anni
sono stati attivati controlli ambientali
integrati allo scopo di accertare il mantenimento dei livelli di sicurezza nell’esercizio
degli impianti attraverso:
• la verifica dell’efficienza dei sistemi
di blocco di sicurezza e di allarme
presenti nelle aree critiche degli
impianti verificando contestualmente
l’esistenza di procedure per
la gestione dei transitori.
I funzionari dell’ARPAV, dopo aver
visionato le specifiche del dispositivo
di allarme o blocco di sicurezza
da controllare (valori di taratura),
verificano la funzionalità del dispositivo
stesso. Le prove di verifica dell’efficienza
blocchi vengono effettuate
collegando in campo un generatore
di temperatura, pressione,
livello o flusso a seconda del parametro
da testare e verificando la
soglia di intervento in corrispondenza
della quale si verifica la messa
in sicurezza dell’impianto attraverso
la chiusura/apertura delle valvole e
la comparsa della segnalazione di
blocco acustico-visivo in sala controllo.
Una volta provato in campo il blocco
di sicurezza si verifica che nel
manuale operativo siano indicati
sistematicamente gli interventi atti
ad ovviare alle anomalie responsabili
dell’attivazione del dispositivo di
blocco di sicurezza stesso.
• l’implementazione del numero dei
controlli sugli apparecchi a pressione
e sui dispositivi di sicurezza (valvole
di sicurezza e dischi di rottura).
Poiché nell’area del Petrolchimico e
della Raffineria sono installate oltre
3000 attrezzature a pressione, fra le
attività di controllo in materia di
sicurezza degli impianti, occorre
menzionare le verifiche di legge da
eseguire sugli apparecchi a pressione
ai sensi del Decreto 1 dicembre
2004, n. 329.
Questa generica denominazione
comprende i seguenti apparecchi:
- i recipienti a gas (serbatoi contenenti
gas di processo, reattori, colonne
di distillazione, scambiatori di calore,
autoclavi, forni di cracking, ecc..)
- i generatori e recipienti di vapore
(caldaie, scambiatori di calore, serbatoi
raccolta condense, ecc.)
I funzionari dell’ARPAV eseguono, per
queste tipologie di apparecchi, due
diversi tipi di verifiche:
- prova di funzionamento/esercizio a
caldo, che consiste:
1. nel riscontro del rispetto delle
condizioni di esercizio dell’apparecchio,
in termini di massima
pressione e temperatura, riferite
ai valori di bollo riportate per
ogni apparecchiatura sul libretto
matricolare;
2. nella verifica dell’efficienza di
manometro, valvola di sicurezza,
pressostati, livellostati, indicatori
di livello, termostati, ecc... Tale
prova viene eseguita con periodicità
biennale e la taratura delle
valvole di sicurezza viene eseguita
dal funzionario ARPAV, sempre
con periodicità biennale, al
banco presso officine appositamente
attrezzate o in opera presso
l’impianto;
- verifica di integrità, che consiste nell’esame visivo di tutte le superfici
dell’apparecchio, sia interne che
esterne (mantello, fondi bombati,
piastre tubiere, saldature, ecc.) integrato
con audit di controlli non
distruttivi (controllo spessimetrico,
magnetoscopico, con liquidi penetranti,
radiografie). Questa verifica
viene svolta con periodicità, che
può essere da biennale a decennale,
stabilita all’atto della messa in esercizio
dell’apparecchio stesso.
Qualora l’apparecchiatura non fosse
ispezionabile internamente si esegue,
in sostituzione dell’esame visivo
interno, una prova idraulica o
pneumatica che consiste nel sottoporre
l’apparecchio a pressatura
idraulica, se il fluido è acqua od
altro, o pneumatica, se il fluido è
gas (aria o gas inerte). La pressione
viene mantenuta per tutto il tempo
necessario affinché l’apparecchio sia
controllato in ogni sua parte ispezionabile,
verificando che non vi
siano perdite o deformazioni.
- verifica della rispondenza dell’impianto
alle planimetrie ed agli schemi
funzionali.
Vengono verificate le rispondenze
degli schemi di impianto (P&ID)
rispetto all’effettivo assetto impiantistico,
tale controllo è necessario
per garantire la correttezza documentale
necessaria alla gestione dell’impianto.
ARPAV svolge inoltre:
• l’attività di audit nell’ambito dell’esecuzione
dei controlli spessimetrici
su linee (tubazioni), per la ricerca
dei difetti indotti all’esercizio, quali
cricche di fatica, tensiocorrosione,
ecc, nelle saldature;
Le linee di trasferimento dei fluidi da
una apparecchiatura all’altra pur non
essendo soggette, come gli apparecchi
a pressione, a verifiche di legge, sono
da tenere sotto controllo in quanto una
loro rottura o fessurazione può comportare
l’emissione in atmosfera di
sostanze pericolose dal punto di vista
della tossicità e della infiammabilità. Si
è provveduto nel corso dei controlli
integrati effettuati, ad assistere ad alcuni
controlli spessimetrici ad ultrasuoni,
effettuati da ispettori abilitati. Il controllo
spessimetrico ad ultrasuoni è di
fondamentale importanza per la valutazione
della stabilità degli apparecchi
a pressione e delle linee (tubazioni) di
trasferimento dei fluidi liquidi.
• la verifica degli impianti elettrici
nelle zone critiche con potenziale
atmosfera esplosiva e degli impianti
di protezione contro le scariche
atmosferiche;
L’attività inerente gli impianti elettrici
installati nell’area di Porto Marghera,
per la quale i funzionari ARPAV eseguono
i controlli secondo la periodicità di
legge, si può sostanzialmente suddividere
secondo la classificazione seguente:
- dispositivi ed installazioni di
protezione contro le scariche
atmosferiche. Lo scopo della
verifica consiste nell’accertare
che l’impianto sia realizzato conformemente
alla normativa in
modo da ridurre il rischio di infortuni per effetto di scariche
atmosferiche. Oltre a controlli
documentali, ARPAV esegue un
esame a vista dell’impianto (captatori
calate e dispersori) e l’esecuzione
di prove strumentali
(misura della resistenza di terra e
delle continuità elettriche).
- impianti elettrici di messa a
terra.
Con la verifica dell’impianto
di terra si deve valutare il persistere
delle condizioni di sicurezza
di un impianto elettrico in
caso di contatto accidentale. La
verifica si effettua mediante un
esame documentale dell’impianto
elettrico e attraverso prove
strumentali (resistenza di terra,
resistenza dell’anello di guasto,
verifica di continuità elettriche
dei collegamenti di terra, verifica
del coordinamento tra i dispositivi
di protezione ed i calori della
resistenza di terra, ecc.)
- impianti elettrici in luoghi con
pericolo di esplosione ed incendio.
Questa tipologia di impianto
risulta installato soprattutto
in luoghi quali industrie chimiche
e petrolchimiche, raffinerie e
depositi di materiali infiammabili
ecc..
Poiché sia in funzionamento
normale che in caso di
guasti, i componenti degli
impianti elettrici possono raggiungere
temperature o energie
sufficienti ad innescare un’esplosione,
lo scopo della verifica consiste
nel valutare che in ambienti
con presenza di sostanze esplosive
o con atmosfera esplosiva
tale rischio sia contenuto entro i
limiti delle vigenti norme. La
verifica dei tecnici ARPAV si
effettua mediante un esame della
documentazione (individuazione
del tipo di sostanza pericolosa,
classificazione delle aree con
esame a vista dei componenti
antideflagranti) e l’esecuzione di
prove strumentali (continuità
elettrica, prove differenziali).
• la verifica della taratura dei sistemi
di monitoraggio ambientale per le
sostanze pericolose presenti nell’impianto.
Con l’ausilio dei tecnici di stabilimento
si provvede ad una verifica funzionale e
di taratura dei sistemi di rivelazione
delle sostanze pericolose utilizzando
miscele di gas campione a concentrazione
nota. Contestualmente viene
effettuato il controllo funzionale delle
azioni previste in automatico a seguito
della simulazione d’allarme (azionamento
sirene, dispositivi luminosi, confinamento
automatizzato aree, azionamento
ventilatori e sistemi di abbattimento),
e viene effettuata una verifica
sulla rispondenza del posizionamento
dei sensori, rispetto alle documentazioni
planimetriche e alle informazioni
fornite ai quadristi, nell’ottica di garantire
una immediata e corretta individuazione
dell’area coinvolta dall’eventuale
rilascio di sostanza pericolosa.
• il controllo delle emissioni in atmosfera
e la contestuale verifica dei
parametri impiantistici durante le
fasi di campionamento.
In generale le attività svolte dal
Dipartimento nell’ambito del controllo
delle emissioni in atmosfera delle
aziende coinsediate all’interno dell’area
industriale sono:
- effettuazione di sopralluoghi tecnico-
ispettivi presso gli impianti
verificando la posizione autorizzativa
e l’osservanza delle relative
prescrizioni;
- verifica della documentazione
tecnica prodotta dalle aziende
relativa agli autocontrolli prescritti
dall’autorizzazione, quali
risultati delle analisi sulle emissioni,
le registrazioni sulla frequenza
di manutenzione degli
impianti di abbattimento, le
dichiarazioni riguardanti eventuali
disservizi;
- verifica del rispetto dei limiti stabiliti
per le emissioni e del funzionamento
degli impianti di abbattimento,
espletata mediante campionamento
a camino ed analisi
degli inquinanti convogliati,
anche esaminando l’andamento
dei tracciati degli analizzatori in
continuo e presenziando agli
autocontrolli delle emissioni per
verificarne la corretta esecuzione;
- verifica dei dati derivanti dal
controllo in continuo delle emissioni
mediante l’esame dei tracciati
di registrazione.
All’interno dei vari programmi annuali
di attività del Dipartimento, sono stati
privilegiati i controlli documentali ed i campionamenti delle emissioni degli
inceneritori e dei termocombustori
installati nell’area del Petrolchimico.
I funzionari ARPAV del Servizio Rischio
Industriale e Bonifiche sono, inoltre,
impegnati in attività di auditing sui
Sistemi di Gestione della Sicurezza
(SGS).
Le ditte a rischio d’incidente rilevante
devono, ai sensi del D. Lgs. 334/99,
implementare un sistema di gestione,
ovvero procedure, documentazione e
una politica per la gestione dei rischi
connessi all’utilizzo e allo stoccaggio di
sostanze pericolose.
La verifica consiste nell’accertare l’adeguatezza
della politica di prevenzione
degli incidenti rilevanti posta in atto
dal gestore e dei relativi sistemi di
gestione della sicurezza.
A conclusione della verifica si prescrivono
degli interventi atti a migliorare
le procedure gestionali della ditta.
Le verifiche ispettive sono svolte al fine
di consentire un esame pianificato e
sistematico dei sistemi tecnici, organizzativi
e di gestione applicati nello stabilimento,
per garantire che il gestore
possa comprovare di:
1. aver adottato misure adeguate,
tenuto conto delle attività esercitate
nello stabilimento, per prevenire
qualsiasi incidente rilevante;
2. disporre dei mezzi sufficienti a limitare
le conseguenze di incidenti rilevanti
all’interno ed all’esterno del
sito;
3. non aver modificato la situazione
dello stabilimento rispetto ai dati e
alle informazioni contenuti nell’ultimo
rapporto di sicurezza presentato.
Oltre alle attività sopra riportate, nell’ambito
dell’istruttoria dei Rapporti di
Sicurezza presentati dai Gestori delle
Aziende a Rischio di Incidente
Rilevante, si svolgono a Porto
Marghera sopralluoghi congiunti con i
funzionari del Comando dei Vigili del
Fuoco, allo scopo di verificare che i dati
e le informazioni contenuti nei
Rapporti di Sicurezza descrivano fedelmente
la situazione degli stabilimenti,
prescrivendo, talvolta, interventi atti al
miglioramento impiantistico ai fini
della sicurezza.
Le varie valutazioni del rischio, condotte
utilizzando tecniche d’analisi
consolidate, vengono sottoposte ad
analisi critica dai funzionari ARPAV e
VV.F e quindi discusse presso il
Comitato Tecnico Regionale, che può
chiedere integrazioni e impartire prescrizioni
impiantistiche.
Infine, nell’ottica di disporre di strumenti
di intervento più efficaci nella
gestione di eventuali incidenti industriali
nell’area di Porto Marghera, la
Regione Veneto ha affidato ad ARPAV
la progettazione, la realizzazione e la
gestione corrente di uno specifico
Sistema di Monitoraggio Ambientale e
di Gestione delle Emergenze a Porto
Marghera, denominato “SIMAGE”, a
servizio delle istituzioni preposte alle
emergenze (Prefettura, Comune,
Protezione Civile, Comando VV.F.).
Detto Sistema, ormai quasi in fase di
collaudo funzionale e di avvio sperimentale,
ha previsto:
• l’acquisizione, installazione ed attivazione
di varie attrezzature di
monitoraggio, puntuale e lineare, in
atmosfera di sostanze caratteristiche
delle produzioni di Porto Marghera;
• la realizzazione di una sala operativa
SIMAGE, presso il Dipartimento
di Venezia, dotata di un sistema
informatizzato di gestione degli
eventi, di comunicazione con altri
soggetti e/o istituzioni, di diffusione
delle informazioni alla popolazione;
• la formazione di specifiche competenze
professionali e la creazione di
un database georeferenziato contenente
le principali informazioni sull’area,
utilizzabili in caso di eventi
incidentali.