Gli
esiti, non sempre tempestivi, sollevano problemi
da entrambi i punti di vista: localmente richiedono
la definizione di regole che, con mitigazione
del danno e assunzione di rischi, aiutino a
restaurare il territorio e a definire nuove pratiche
sociali secondo strategie sostenibili; in termini
globali, ripropongono la città come “dispositivo
che permetta di moltiplicare e organizzare l’interazione
indiretta, a distanza”, come sottolineato
da A. Giddens. La complessità del tema sta in
questo rapporto e nella capacità di catturarne i
caratteri in processi di riqualificazione.
In questa prospettiva è stato messo a punto un
sistema di aiuto alla riqualificazione dei siti contaminati
a Porto Marghera.
Esso pone al centro
le opportunità di contesto e consente di declinare
in vario modo il concetto di limite1.
Una prima declinazione è di tipo geografico (o
topografico). Il master plan delle bonifiche
(messo a punto nel 2002 dopo l’accordo sulla
chimica siglato nel 2001) delimita le superfici
terrestri e acquee del mega-sito, suggerendo una
zonizzazione per caratteri d’uso del suolo e della
contaminazione. Il sistema informativo suoli del
Comune di Venezia (De Polignol 2001) consente,
con qualche approssimazione, di produrre la ambientale.
La sua elaborazione permette di
mappare i profili di contaminazione
(per intensità spaziale, contaminante e
caratteri di suolo e acque) e suggerisce
scenari di riqualificazione e restauro
congruenti con il sistema di pianificazione
(Coses e Comune di Venezia
1990, Benevolo 1996, Comune di
Venezia 1996, Regione Veneto 1999),
mediante opportune tecniche di bonifica
(Andreottola 2001)2.
Scenari e applicazione delle tecniche di
bonifica offrono declinazioni diverse
del concetto di limite.
Uno scenario propone “itinerari verso
configurazioni plausibili” combinando
in modo strategico proiezioni, previsioni
e auspici formulati dagli attori coinvolti.
Il limite, in questo caso, è nella
(della) mediazione fra le tre dimensioni:
un limite provvisorio, non necessariamente
robusto a forte contenuto
dialogico e comunicativo.
L’applicazione di tecniche di bonifica
adatte al contesto avviene entro limiti
di fattibilità tecnica, rendimento economico,
accettabilità sociale, resilienza
dei risultati ottenuti, riduzione del
rischio. Si tratta di dimensioni valutative
volte a “legittimare” una particolare
applicazione, traducibili in criteri dotati
di funzione di risposta, ovvero di
limiti, soglie, valori di riferimento. Se il
rendimento economico non è maggiore
di “k”, forse non conviene applicare
una particolare tecnica di bonifica, a
meno che la rinuncia ad una quota di
rendimento non migliori l’accettabilità
sociale dell’operazione o non riduca il
rischio residuo in modo più che proporzionale.
Ogni criterio lavora “per limiti” o
“soglie” ed è questa sua peculiarità a
rafforzare la sua semantica in campi
metrici definiti (Maystre, Pictet, Simos
1994). La riduzione del rischio sanitario e
ambientale offre declinazioni ancor
più specifiche, come vedremo più
avanti, per le popolazioni animali e
vegetali. Determina una “regione di
negoziazione” fra limiti di legge sulle
concentrazioni di inquinanti e la tolleranza
di rischi residui immediati o
futuri. Questa tolleranza varia con la
vulnerabilità3 dei luoghi in cui è stata
realizzata la bonifica.
Dismissione a
Porto Marghera,
Venezia.
ELGIRA.
Schema operativo
della procedura.
Modello logico
Il modello ELGIRA è composto da
diversi moduli corrispondenti ad altrettante
fasi che caratterizzano il processo
di bonifica e la sua valutazione.
Le fasi sviluppano il “modello logico”
in caratterizzazione del sito, predisposizione
di un modello di inquinamento
del terreno, costruzione (o assunzione)
di uno scenario di riqualificazione
urbanistica, analisi del rischio sanitario
e ambientale, scelta delle tecnologie di
bonifica, costruzione dello scenario di
riqualificazione ambientale, per concludersi
con la valutazione degli effetti
puntuali e areali degli interventi.
La costruzione dello scenario avviene
in due momenti: il primo risponde a
logiche di riqualificazione urbana
generali, in cui fattori locali e globali
operano congiuntamente; il secondo
(operativo) àncora le ipotesi di riqualificazione
ad alternativi processi di
bonifica e guida la cantierizzazione
degli interventi.
Il modello può essere impiegato in una
prospettiva ex-ante (design o di accompagnamento)
o ex-post (di apprendimento,
test di realtà, controfattuale).
Nel primo caso è utile per valutare congruenza
procedurale, fattibilità tecnicofinanziaria,
accettabilità sociale, equità
distributiva di un’azione di bonifica;
nel secondo aiuta a ricostruire un percorso,
a ritroso, per testare logiche procedurali
o sostantive che hanno condizionato
il comportamento di analisti e
decisori.
Rischio sanitario ed ambientale
L’analisi del rischio sanitario e ambientale
è una delle fasi essenziali della procedura
ELGIRA, connessa alle destinazioni
d’uso e alle norme di prescrizione
dei livelli di accettabilità dell’inquinamento
(limiti o rischi residui ammessi).
Per scarso rendimento della tecnologia
di bonifica adottata, vincoli temporali
o finanziari può risultare difficile
abbattere significativamente le concentrazioni
di inquinante. Rimane in questi
casi una concentrazione residua, di
cui occorre valutare pericolosità e
accettabilità. Questa valutazione oltre
ad essere congruente con le indicazioni
normative, va commisurata alle destinazioni
d’uso previste. Può assumere
valore critico in ragione degli elementi
in gioco (percorsi di esposizione, ingestione,
ecc.) e dell’importanza ad essi
attribuita dai soggetti interessati al processo
di riqualificazione, siano essi promotori, produttori, consumatori, beneficiari
o vittime dell’intervento.
Analisi del
rischio sanitario
(doppio livello).
Scenari di riqualificazione
Gli scenari di riqualificazione combinano
ipotesi di uso del suolo, progetti
d’area, opzioni di bonifica e di cantierizzazione
dei lavori. Gli scenari sono
valutati con analisi costi-efficacia in
funzione della riduzione del rischio,
del merito ambientale e del costo
finanziario. Quest’ultimo può essere
stimato con criteri finanziari specifici,
come il rendimento, il periodo di
copertura o con opportuni indici di
cash-flow. Altre informazioni possono
arricchire la descrizione degli scenari in
fase riepilogativa4.
REC è una procedura che ELGIRA accoglie
per la valutazione di scenari.
Si tratta
di una metodologia olandese (REC sta
per rischio, ambiente e costo) sperimentata
in diversi contesti europei (Beinat e
van Drunen 2001). Gli obiettivi della
metodologia sono minimizzare i rischi
per persone, ecosistemi e oggetti nel sito,
massimizzare la qualità ambientale dell’area,
minimizzare l’uso di risorse scarse
durante le operazioni di bonifica, minimizzare
i costi finanziari dell’intervento.
Effetti areali
La riqualificazione di un sito genera
effetti puntuali e areali sull’intorno
naturale o urbanizzato. Questi effetti
riguardano la variazione di qualità urbana,
accessibilità, continuità eco-sistemica,
valore (non soltanto economicofinanziario)
delle aree. Per comprendere
le conseguenze che un intervento di
riqualificazione genera sulle aspettative
e i comportamenti degli operatori
(immobiliari, industriali, istituzionali) e
della popolazione, è importante stimare
le dinamiche che producono tali effetti. Ciò può essere effettuato con procedure
di simulazione ancorate a “regole” o
“leggi” di diffusione. Regole e leggi
possono derivare da modelli spaziali
(Anselin 2002) già calibrati in contesti
simili e in grado di restituire prezzi
impliciti in opportune funzioni edoniche,
oppure da studi empirici su attese
e comportamenti di investitori, city
user, agenzie immobiliari, uffici pubblici
(come il catasto e l’ufficio imposte),
forum civici e altri soggetti.
ELGIRA utilizza una procedura sviluppata
con automi cellulari (Tobler
1979, Couclelis 1985, Wolfram 1986,
Succi 1991, Schirollo 1997, White e
Engelen 1997, Rinaldi 1998, 1999).
Due sono le regole di interazione,
una locale e una a distanza. La prima
consente di simulare la variazione di
valore nelle aree immediatamente
adiacenti all’intervento; la seconda
cattura gli effetti in aree più o meno
lontane dal luogo di bonifica. In
entrambi i casi gli effetti seguono
particolari “regimi” dovuti a inerzie,
“rugosità” e “spugnosità” fisiche e
sociali del territorio interessato.
Effetti areali
delle bonifiche.
Plausibilità degli scenari di
riqualificazione
Gli scenari generati da REC sono sottoposti
a valutazione multicriteriale riepilogativa.
Lo scopo è riconoscere il
dominio di negoziazione fra gestione
del rischio residuo, merito ambientale
e costo finanziario. Quest’ultimo può
essere trasformato in costo economico
con l’aiuto di opportuni fattori di correzione.
Indagini sulla percezione del
rischio consentono di stimare valori
attribuiti alla salute e arricchire la valutazione
dal lato dei benefici economici.
Aree test a Porto Marghera
Prove
ELGIRA è stato testato su tre aree a
Porto Marghera a partire dal 2003: l’area
denominata “43 ettari”, l’area “Ex
Sava-Alumix” e la “SMP”.
L’area “43 ettari”, di proprietà del
Comune di Venezia, ai confini della
seconda zona industriale, è stata usata
negli anni ‘50 e ‘60 come discarica di
rifiuti industriali. Il terreno presenta
una geografia di contaminazione complessa
con forte presenza di arsenico,
nerofumo, IPA (idrocarburi policiclici
aromatici), zinco e bauxite.
Il test valutativo è stato effettuato ipotizzando
un utilizzo commercialeindustriale
come previsto dalla variante
per Porto Marghera del piano regolatore
generale di Venezia del 1999. Le analisi hanno evidenziato un rischio cancerogeno proveniente dal suolo
superficiale molto elevato sia per lavoratori,
utenti occasionali che per eventuali
residenti.
Area “43 ettari”. Costi delle opzioni di bonifica totali e per ettaro (riferiti alla superficie complessiva dell’area), in migliaia di Euro
Costo |
Opzione 1 |
Opzione 2 |
Opzione 3 |
Opzione 4 |
Discarica |
Totale |
20387 |
20558 |
20558 |
5322 |
45590 |
Per ettaro |
474 |
478 |
478 |
123 |
1060 |
Sono state considerate
cinque opzioni alternative di bonifica:
desorbimento termico su IPA + soil
washing su IPA e metalli (opzione 1),
una linea di soil washing (opzione 2),
due linee di soil washing (opzione 3),
capping (opzione 4) e discarica. Per
ogni opzione sono stati calcolati consumi,
costi e performance, come richiesto
dal modulo di stima della riduzione
del rischio (R), del merito ambientale
(E) e del costo finanziario (C). I risultati
della valutazione (punteggi per R ed
E in percentuale sui massimi teorici,
euro per C), riconoscono la discarica
come opzione preferibile dal punto di
vista della riduzione del rischio, il
desorbimento termico con soil washing
più efficaci sul piano del merito
ambientale, e il capping come soluzione
meno costosa. La scelta dell’opzione
dipende dalle modalità e dagli esiti
della negoziazione fra R, E e C nel processo
decisionale.
Il sito “Ex Sava – Alumix” si trova all’estremità
sud di Porto Marghera, a contatto
con la laguna di Venezia e a fianco
del terminal di Fusina. E’ degli anni
’50 la costruzione dello stabilimento
destinato alla lavorazione dell’alluminio.
Nei successivi anni ’60-‘70 i lavoratori
occupati nell’alluminio nella II
zona industriale hanno sfiorato le 1200
unità, raggiungendo nel 1980 le 3250
unità. La successiva crisi del settore,
dovuta alla recessione internazionale e
alla concentrazione industriale gestita
da grandi multinazionali, ha ridimensionato
la produzione dell’alluminio.
Dalla fine degli anni ’80 lo stabilimento
è in dismissione in un’enorme area
semi-abbandonata che l’Autorità
Portuale intende riqualificare.
Per la
costruzione degli scenari di bonifica è
stato utilizzato un progetto di riqualificazione
che destina l’area ad attività
portuale (in particolare per traffico
lungo le “autostrade del mare”), verde
e servizi5.
Il sottosuolo è costituito da una coltre
di materiali di ricarica artificiale (riporto)
il cui spessore varia da pochi decimetri
a oltre due metri. Alcune zone
sono fortemente contaminate da oli
minerali, idrocarburi policiclici aromatici
(IPA), diossine e furani. Anche in
questo caso il rischio è valutato in prospettiva
sanitaria6 e ambientale, due
prospettive che aiutano a definire il
rischio territoriale.
La valutazione del rischio sanitario è
realizzata con software RISC, preceduta
da una stima dei volumi di suolo contaminato
sulla base di due opzioni di
bonifica in alternativa o in sequenza.
Le due opzioni riguardano la messa in
sicurezza e l’asporto. Sia nel caso di
messa in sicurezza che di asporto il
suolo richiede ulteriori interventi di
bonifica. Nel test sono valutati come
alternative: soil washing + incenerimento
+ discarica (opzione 1); estrazione
con solventi e successiva lisciviazione
con acido + incenerimento + discarica
(opzione 2); desorbimento termico
su organici + incenerimento + discarica
(opzione 3); bioremediation con ceppi
batterici selezionati + incenerimento +
discarica (opzione 4); incenerimento
(opzione 5); capping (opzione 6); discarica.
Le opzioni più efficienti in termini
di riduzione del rischio (R) sono l’incenerimento
e la discarica (94%, su
un massimo teorico del 100%),
estrazione con solventi e lisciviazione
con acido + incenerimento + discarica,
e bioremediation con ceppi
batterici selezionati + incenerimento
+ discarica (93%). La più sfavorevole
è il capping (50%). La maggiore efficacia
in termini di merito ambientale
(E) è garantita dalla discarica
(86%), mentre l’opzione meno efficace
è il capping (26%). In termini
di costo (C), l’opzione meno costosa
è il capping (circa 27,5 milioni di
euro), quella più costosa la bioremediation
con ceppi batterici + incenerimento
+ discarica (circa 84,5 milioni
di euro).
Il terzo sito di indagine “SMP” è ubicato
a Malcontenta (comune di Venezia).
Area “Ex Sava”. Costi delle opzioni di bonifica totali e per ettaro (riferiti alla superficie complessiva dell’area), in
migliaia di Euro
Costo |
Opzione 1 |
Opzione 2 |
Opzione 3 |
Opzione 4 |
Opzione 5 |
Opzione 6 |
Discarca |
Totale |
66788 |
43215 |
72689 |
84494 |
72689 |
27579 |
49102 |
Per ettaro |
1908 |
1234 |
2076 |
2414 |
2076 |
787 |
1402 |
Area “SMP”. Costi delle opzioni di bonifica totali e per ettaro (riferiti alla superficie complessiva dell’area), in migliaia
di Euro
Costo |
Opzione 1 |
Opzione 2 |
Opzione 3 |
Opzione 4 |
Opzione 5 |
Discarca |
Totale |
19334 |
42463 |
10982 |
35275 |
28232 |
49102 |
Per ettaro |
1208 |
2654 |
686 |
2204 |
1764 |
975 |
Tabella riassuntiva dei costi minimi e massimi delle opzioni di bonifica per ettaro delle tre aree test, in migliaia di Euro
Costo |
43 ettari |
Ex Sava |
SMP |
Minimo |
123 |
787 |
686 |
Massimo |
1060 |
2414 |
2654 |
Si tratta di un deposito di carburanti di
prossima dismissione attualmente adibito
a stoccaggio e commercializzazione
di gasolio e olio combustibile. L’area
su cui sorge l’insediamento della DP è
stata creata per imbonimento di terreni
agricoli preesistenti. Il piano di caratterizzazione
restituisce composti inorganici,
aromatici policiclici e idrocarburi.
ELGIRA consiglia le seguenti opzioni di
bonifica, oltre la discarica:
opzione 1: desorbimento termico su
famiglia di aromatici policiclici; capping
su famiglia di composti inorganici;
elettrocinesi su famiglia di idrocarburi;
opzione 2: desorbimento termico su
famiglia di aromatici policiclici; elettrocinesi
su famiglia di composti inorganici;
elettrocinesi su famiglia di idrocarburi;
opzione 3: elettrocinesi su famiglia di
aromatici policiclici; capping su famiglia
di composti inorganici; elettrocinesi
su famiglia di idrocarburi;
opzione 4: elettrocinesi su famiglia di
aromatici policiclici; elettrocinesi su
famiglia di composti inorganici; elettrocinesi
su famiglia di idrocarburi;
opzione 5: soil washing su famiglia di
aromatici policiclici; capping su famiglia
di composti inorganici; elettrocinesi
su famiglia di idrocarburi.
Su merito ambientale (E) e riduzione
del rischio (R), l’opzione 4 risulta la
migliore, mentre per il fattore costo (C)
è migliore l’opzione 3.
Conclusioni
La costruzione del modello Elgira e i tre
test consentono di approfondire i
significati locali e le dimensioni operative
di vulnerabilità ex-post (con le
implicite declinazioni di rischio) e di
scenario negoziato. Vulnerabilità e scenari
possono essere intesi come “generatori”
di regole utili per la riqualificazione
di uno degli ex mega-siti industriali
più inquinati d’Italia.
Master plan, variante di Porto
Marghera, Palav e piano morfologico
della laguna7 sono i principali strumenti
di riferimento, oltre alla identificazione
di zone Sic e Zps e alle nuove
norme introdotte dal Codice ambientale.
La vulnerabilità ex-post mette alla
prova questi strumenti, anche se limitatamente
ai luoghi di bonifica, ma
aggiorna il quadro conoscitivo e le stesse
opportunità di tutela e valorizzazione.
Internalizzare lo “stigma” e la percezione
del rischio da parte dei soggetti
interessati, consentirebbe di riconoscere
fino a che punto e con quale velocità
possano procedere i processi di dismissione
e riqualificazione.
Nei tre test sono state assunte ipotesi
locali di uso del suolo e ne è stata verificata
la plausibilità. Se queste potessero
riferirsi a scenari territoriali di riordino
del fronte lagunare, di rinaturalizzazione,
piuttosto che di riconversione e
miglioramento degli accessi, il contributo
potrebbe essere più significativo
anche sul piano della sperimentazione e della costruzione di politiche.
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Note
1 Il sistema denominato “Elgira”, è stato perfezionato e testato
nell’ambito di una ricerca pluriennale finanziata dal Corila
(Consorzio Ricerche Laguna di Venezia) a cui hanno partecipato,
oltre agli autori di questo sintetico contributo, Enrico
De Polignol, Markus Hedorfer, Chiara Paneghetti, Enrico
Fabris, Paola Cassettini, Antonio De Mitri, Stefania De Zorzi.
Elgira è un acronimo derivante dal nome dei modelli di analisi,
simulazione e valutazione che ne configurano l’iniziale
struttura logico-formale (Electre, Giuditta, Rec, Aures).
L’acronimo è stato mantenuto anche se durante il periodo
di ricerca iniziato nel 2001 siano stati modificati e aggiornati
i modelli-base.
2 Elgira attiva opzioni di bonifica a partire da un repertorio web.
3 La vulnerabilità può essere sinteticamente definita come
probabilità (p) che determinati eventi catastrofici accadano
con specifiche intensità (m) in contesti caratterizzati (c), colpendo
specifiche popolazioni (l). La vulnerabilità di un sito
bonificato può essere stimata valutando il rischio sanitario e
ambientale residuo.
4 Informazioni integrative riguardano, ad esempio, il differenziale
di rischio (tra stato iniziale e finale), differenziali di concentrazione
delle sostanze inquinanti, profilo dei costi finanziari
delle singole opzioni, l’energia consumata.
5 Il progetto è stato messo a punto nell’ambito di un laboratorio
didattico dal Dipartimento di Progettazione architettonica
dell’Università IUAV di Venezia (Facoltà di
Architettura) coordinato dal prof. G. Carnevale.
6 Per una trattazione completa si veda (Fabris, 2005).
7 Il primo piano morfologico della laguna è stato predisposto
dal Magistrato alle acque nel 1993, con successive integrazioni.
Gli interventi previsti riguardano l’efficienza del bilancio
sedimentologico e idrodinamico, la ricostruzione di
barene e velme, l’ eventuale interramento di canali, la rimodellazione
di fondali e la loro riforestazione, la riduzione dell’inquinamento
e delle turbative prodotte da usi industriali
e civili in laguna e gronda. Oggi (2007) è in fase di avvio la
stesura di un nuovo piano tenendo conto degli interventi
in corso alle bocche di porto.