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Nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti, è normale che una persona anziana navighi in internet, comunichi per posta elettronica, faccia acquisti dalla rete. In Italia invece tutto ciò fa ancora notizia e suscita curiosità. Un tema che oggi si sta affrontando anche a livello istituzionale perché va a toccare una questione basilare per ogni comunità: il diritto alla informazione e alla conoscenza come beni essenziali per esercitare il proprio diritto di cittadinanza. Una grande parte della nostra società, quella ad esempio costituita da anziani e disabili, rischia infatti di rimanere esclusa dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Un rischio che va scongiurato attraverso un radicale cambiamento culturale, e attraverso iniziative come quella realizzata a Bari: i giovani insegnano agli anziani come usare il computer. Una esperienza di alfabetizzazione informatica che ha riscosso un enorme successo.

L’uso delle nuove tecnologie si fa strada fra gli anziani italiani, ma con una certa fatica. Lo dimostrano i dati emersi da una recente ricerca (anno 2001) svolta dall’Istituto di Ricerche sulla Popolazione del Cnr. Su un campione di 4300 anziani di età compresa fra i 60 e i 74 anni, il mezzo di comunicazione più amato risulta essere ancora la televisione con una diffusione del 60%.

La Tv è considerata una fonte di informazione facile da usare e piacevole. I telefoni cellulari sono utilizzati dal 25% del campione, il bancomat e la carta di credito sono usati rispettivamente dal 9% e da uno scarso 3%. La maggioranza preferisce l’utilizzo di denaro liquido e solo il 10% fa uso di assegni. E come la mettiamo con il computer? Viene utilizzato dal 15% degli intervistati, di questi il 6% è abbonato a Internet, anche se poi un gran numero di anziani confessa il desiderio di imparare ad usare il computer.

A frenarli sono la diffidenza, il timore di non riuscire, i costi elevati. Mentre nei paesi del nord Europa e negli Stati Uniti, non ci si stupisce più di un anziano che naviga in Internet, dialoga per posta elettronica, e acquista in rete, in Italia il “nonno on line” fa notizia e suscita curiosità. Il nostro Paese sta scoprendo solo in questi ultimi anni quanto possa essere positivo e vantaggioso per un anziano imparare ad approcciarsi al computer e ad usarlo normalmente. Si stanno moltiplicando le iniziative su tutto il territorio nazionale: corsi presso le università della terza età, seminari, portali dedicati agli anziani. Iniziative che tendono, tutte insieme, a trasformare il binomio anziani e computer da un rapporto difficile ad una grande passione.

E anche i giovani possono fare la loro parte. E svolgere, come accade in molti casi, il ruolo di veri e propri Tutor. Come accade da ormai due anni a Bari, un esempio fra i tanti, dove gli anziani dell’università popolare della terza età, scoprono i “misteri” del computer grazie agli allievi di un istituto tecnico. Un’esperienza di alfabetizzazione informatica che ha riscosso un immediato successo. “L’aumento progressivo delle iscrizioni – sottolineano i responsabili dell’Università popolare – è la conferma che l’idea è valida e rappresenta un nuovo modo di concepire l’impegno nel sociale.” Abbiamo fatto diventare protagonisti di un’unica esperienza più soggetti: gli studenti della scuola, il preside ed i professori, gli anziani desiderosi di imparare i nuovi linguaggi della comunicazione”.

La finalità prioritaria del progetto è stata di avvicinare il maggior numero di persone anziane e nel più breve tempo possibile, alle tecnologie dell’informazione. “Chi vive oggi senza queste competenze - continuano- è un nuovo analfabeta, un emarginato, è un cittadino che non può sentirsi veramente libero”. Le generazioni che si incontrano su Internet sono un ponte gettato con il futuro, uno stimolo per le persone in là con gli anni a rimanere “dentro” una società che cambia rapidamente. Insomma, il tentativo è di allontanarsi sempre di più dal classico luogo comune che vede il computer e Internet esclusivo ed unico retaggio dei giovanissimi o dei manager trentenni, rampanti e di sesso maschile. La Rete ha molto da offrire, a tutti, senza distinzioni di età o di sesso. E si può anche parlare di una sorta di valenza “terapeutica” dell’uso del computer da parte degli anziani, una sorta di effetto anti invecchiamento. Perché imparare a digitare sulla tastiera, scrivere email, navigare in Internet alla ricerca di notizie e informazioni, è un utile esercizio per mantenere giovani e attive le facoltà psichiche e manuali, sollecitare la mente ed esercitare la propria creatività.

Anche le istituzioni hanno cominciato seriamente ad occuparsi della questione. Lo testimonia l'ultimo Libro Bianco, predisposto dalla Commissione interministeriale sullo sviluppo e l'impiego delle tecnologie dell’informazione per le categorie deboli, che porta il titolo “Tecnologie per la disabilità: una società senza esclusi”. Il documento si pone il problema di come affrontare il divario digitale (cioè le diverse possibilità che hanno i cittadini di utilizzare le nuove tecnologie) all'interno della società italiana. I soggetti di riferimento dello studio sono sia i disabili (il 2003 è l'anno internazionale del disabile) ma anche gli anziani. Uno degli obiettivi che si propone il Libro Bianco, è quello della accessibilità informatizzata dei siti della pubblica amministrazione: obiettivo importante, che dovrà fare i conti con quanto realmente realizzato in questi anni nelle città. Ma vediamo più da vicino alcuni elementi che emergono dal Libro Bianco. Il divario digitale tocca in modo molto più significativo le donne che anche rispetto alle tecnologie rischiano una ulteriore consistente emarginazione; esiste un problema più generale che è il divario digitale del nostro Paese rispetto alla media europea e più in generale rispetto alla media dei paesi industrializzati.

Non dimentichiamo che la questione dell'accesso alle tecnologie è diventato un problema di ordine mondiale in quanto – per motivi economici o per motivi di repressione interna- una gran fetta del mondo rischia di essere tagliata fuori dalla futura 'ricchezza': quella dell'informazione. Intervenire nei confronti delle fasce deboli della popolazione vuol dire farsi carico di un problema più complessivo che riguarda tutta la popolazione a partire da una questione 'formativa': il diritto alla informazione e alla conoscenza come beni essenziali per esercitare il proprio diritto di cittadinanza. Un diritto che, tuttavia, non è ancora ben compreso e quindi reclamato. Gli ostacoli e le barriere di accesso, che rischiano di moltiplicarsi nel prossimo futuro, se consideriamo la velocità di modifica delle tecnologie, aumentando le “differenze” di possibilità che queste offrono anche per una vita migliore.

Una piccola selezione di siti e portali italiani che parlano di anziani www.intrage.it
www.anziani.it
www.terzaeta.com
www.auser.it
www.centromaderna.it
www.spi.cgil.it
www.uilpensionati.it
www.fnp.cisl.it
www.progettosenior.it
www.fipec.it

 
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di Giusy Colmo
Ufficio stampa AUSER Nazionale

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