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Incontriamo la Consigliera Delegata alla partecipazione e tutela dei diritti delle persone diversamente abili della Provincia di Milano, Ombretta Fortunati, che in questa intervista ci spiega gli obiettivi e i progetti della delega, da poco istituita.
Perché la Provincia di Milano ha deciso di istituire la Delega alla partecipazione e tutela dei diritti delle persone diversamente abili?

Il Presidente della Provincia Filippo Penati ha istituito – un anno fa – la delega ai diritti e alla partecipazione delle persone diversamente abili per concretizzare, con un incarico preciso, il principio guida del programma di giunta: diritti per tutti nella stessa entità e qualità, nella convinzione dell’obbligo morale e civile di non lasciare solo nessuno, di superare l’esclusione verso tutte le forme di diversità.


Quali sono le azioni che vi siete proposti di portare avanti?

La delega ad occuparmi delle problematiche delle persone diversamente abili ha varie sfaccettature, ma un unico denominatore comune nei rapporti all’interno della Provincia stessa, con i vari Assessorati, come nei rapporti con le realtà dell’associazionismo e la cittadinanza: il tentativo di coordinamento, messa in rete di esperienze, risorse, funzioni spesso frammentate.

Non si intende inventare o creare nulla di nuovo, quanto valorizzare l’esistente, promuovere la conoscenza dei servizi, mettere in contatto l’ente con la realtà delle associazioni e dei cittadini.

Il tutto, in vista del miglior riconoscimento dei diritti delle persone disabili e della loro reale partecipazione alla vita di tutti.


Qual è ad oggi la situazione che la delega si trova ad affrontare e quali sono le maggiori difficoltà che state incontrando?


Questi mesi di delega sono stati molto pieni: ho dedicato la prima fase a conoscere questo settore, le sue problematiche, attraverso incontri quotidiani con le persone, i rappresentanti delle associazioni, nonché a conoscere cosa fa l’amministrazione provinciale.
Una ricognizione ampia e concreta che è servita come punto di partenza per delineare il programma di lavoro e le sue priorità. La seconda fase quindi è stata più operativa, con il perseguimento degli obiettivi che ci siamo dati, anche attraverso momenti pubblici, quali il Convegno NON PIU’ SOLI, in cui venivano posti a confronto esperienze e progetti di diverse realtà da sempre impegnate nel campo della disabilità.

Recentemente abbiamo patrocinato e organizzato un’iniziativa di sensibilizzazione culturale e sociale, che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico, soprattutto giovanile: FRAMMENTI DI ADOLESCENZA, che – attraverso la forma creativa del film e del documentario, poneva alla riflessione le tematiche relative all’adolescenza e alla diversità.

Poi, in vista della ricognizione e valorizzazione delle attività e iniziative della Provincia di Milano sulla disabilità, abbiamo curato e pubblicato una piccola GUIDA AI SERVIZI PER LA DISABILITA’, che è stata presentata il 27 settembre scorso in occasione del convegno sopra citato da noi organizzato, dedicato appunto ad alcune fra le più urgenti tematiche della disabilità. Quando ho accettato questo incarico, sapevo che sarebbe stato un impegno notevole e di grande responsabilità.

E il cammino è molto lungo. Effettivamente però quando arrivano i risultati, ripagano di ogni fatica. Spero soprattutto di essere utile.


Le proposte e i progetti a favore della diversa abilità trovano terreno fertile nella provincia di Milano?

Direi proprio di sì, in primo luogo esiste già molto, iniziative e progetti portati avanti dai comuni e dalle associazioni, in secondo luogo c’è una buonissima risposta alle nostre proposte.


Attraverso quali strumenti e quali canali pensate di “raggiungere” le persone diversamente abili, per promuovere la conoscenza dei progetti a loro rivolti, per consentire l’accesso alle opportunità a loro disposizione?

Abbiamo intenzione di organizzare iniziative sociali e culturali che promuovano il confronto, l’incontro e la sensibilizzazione sulle problematiche della disabilità e dell’integrazione, con particolare attenzione al mondo giovanile: eventi musicali ed artistici, rassegne cinematografiche, eventi sportivi.


Qual è la situazione di Milano dal punto di vista delle barriere architettoniche e delle barriere culturali?

Purtroppo l’Italia da un lato vanta una legislazione all’avanguardia anche in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, dall’altro però non la applica. In molti altri paesi si realizza in partenza la progettazione accessibile, inclusiva, rivolta a tutti: disabili, anziani, bimbi in passeggino eccetera. In Italia questo sarebbe previsto, ma non si fa, è sotto gli occhi di tutti: scale, marciapiedi senza scivoli, edifici pubblici inavvicinabili, mezzi di trasporto pubblici pure. Questo purtroppo vale anche per Milano.


Lei ha parlato, riferendosi al progetto Non più soli, di modelli partecipativi. Cosa vuol dire?

Vuol dire che il nostro operato volto alla promozione dei diritti delle persone con disabilità prevede il costante coinvolgimento dei soggetti interessati, delle associazioni ed organismi che le rappresentano e con loro operano. Obbedendo, giustamente, anche all’intento scaturito in ambito europeo “Nulla su di noi, senza di noi”.

 
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Intervista a

Ombretta Fortunati


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