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Per la globalizzazione dei diritti Di Luigi Angeletti

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Estetica e fascino nella disabilità.
Possibile parlare di diritto alla bellezza in relazione all’handicap?

Si, per le donne dell’associazionismo romano e per Ileana Argentin, Consigliere delegato per l’handicap del Comune di Roma.
Di questo argomento si è parlato nel corso di un recente convegno che ha visto la presenza anche di chirurghi estetici, tutti uniti nel sostenere che la bellezza è un diritto che a nessuno può essere negato.
Il tema del rapporto tra handicap ed estetica Le sta a cuore. Perché?
E’ un tema cruciale nella lotta per le pari opportunità. Le persone disabili vengono guardate dalle persone normodotate come esseri asessuati, che ispirano solo tenerezza. Laddove si individua l’handicap, si utilizzano parametri di giudizio e atteggiamenti completamente diversi: non importa se si ha la cellulite, se si è vestiti male, se si ha una pettinatura fuori moda. Tanto, è handicappato.Tutto ciò è sbagliato. Le pari opportunità devono riguardare ogni ambito della vita, tutto ciò che può contribuire a renderla migliore, a darle qualità e dignità. La bellezza unita alla funzionalità e al design sono criteri ormai presenti in ogni attività umana e tutte le persone hanno il diritto di accedere a queste opportunità.

Non è facile cambiare atteggiamenti ormai consolidati, da parte dei disabili stessi…
Molto sta cambiando. Fino a non tanto tempo fa i portatori di handicap seguivano degli schemi rigidi, imposti da un sostrato culturale radicato: l’unico vestito ammesso era la tuta larga e comoda, nessuna attenzione al proprio aspetto, ecc…Ma ora stanno emergendo con forza altre dinamiche e una nuova esigenza: curare se stessi, essere affascinanti e attraenti come gli altri. In una città come Roma dove un cittadino su quaranta è disabile in forme diverse e più o meno gravi, c’è la necessità e la richiesta da parte loro di svariati servizi legati a vari settori dell’estetica, della moda e del bello.

Il concetto di accessibilità si allarga, quindi…
Vogliamo godere degli stessi diritti degli altri non solo per muoverci, per trovare un posto di lavoro dignitoso, per andare a scuola, ma anche per entrare in un negozio o dall’estetista. Si può essere belli e affascinanti anche su una sedia a ruote e si può comunicare eleganza anche se si è non vedenti. Lo dimostrano oggi tante persone disabili che si rivolgono come consumatori al mercato della bellezza e dell’estetica. La persona disabile non deve più essere associata solo all’assistenza e alla cura riabilitativa del proprio corpo, ma deve avere la possibilità come tutti di usufruire del solarium e del parrucchiere, di fare shopping in negozi accessibili, di poter scegliere liberamente dei bei vestiti e, perché no, di sottoporsi per vanità ad un intervento di chirurgia estetica. Anche avere la possibilità di spendere i propri soldi per sentirsi belli è una questione di pari opportunità.

Non solo belli dentro, quindi…
Questo è un luogo comune che va superato. La persona disabile può essere intelligente, simpatica e buona, ma difficilmente viene considerata come affascinante, cioè guardata come persona, al di là del suo handicap. L’handicap cancella qualunque altro elemento fisico. Oppure, al contrario, la gente si sente in obbligo di elogiare in modo esagerato una qualità particolarmente evidente, come il colore degli occhi. Mai noi possiamo essere belli dentro e fuori, come tutti. La bellezza è un diritto che a nessuno può essere negato.


Quali sono i principali ostacoli da superare per rendere concreti questi diritti?
La nostra Costituzione sottolinea la necessità di “rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona”. Occorre quindi realizzare condizioni che permettano ai disabili di svolgere tutte le attività per le quali, nonostante l’handicap, hanno di fatto capacità. Le persone disabili sono soggetti economicamente rilevanti sia nella loro qualità di cittadini attivi impegnati come gli altri a produrre ricchezza per sé e per il Paese, ma anche come consumatori che, come tutti, scelgono nella vita i loro prodotti, il proprio look, l’arredo per la loro casa, le vacanze, gli oggetti della vita. E, come tutti, si lasciano guidare nelle loro scelte dalla funzionalità ma anche dal bello. Certo, sono soprattutto le barriere culturali quelle difficili da abbattere, cioè far diventare questi concetti che per noi sembrano ovvi, patrimonio comune di tutta la nostra società. Ma le cose stanno cambiando rispetto al passato e soprattutto le giovani generazioni hanno una maggiore sensibilità verso questi temi.
 
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Non solo belli dentro

 
 

Intervista a
Ileana Argentin Presidente di Dynamic Air e Consigliere delegato del Comune di Roma per i problemi dell’handicap

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