Sebbene il progetto sia
nella sostanza un “progetto di formazione”, l’obiettivo
non è la formazione in sé ma la dimostrazione di un
modello di impiego professionale delle persone disabili.
I destinatari del progetto, sono 12 persone affette
da distrofia muscolare associate alla UILDM alcune delle
quali hanno già partecipato ad attività pilota svolte
nell’ambito delle iniziative promosse dalla Commissione
per le attività a sostegno degli studenti disabili dell’Ateneo
“Federico II” di Napoli.
Metodologie di intervento
La
metodologia prevede, a valle della predisposizione della
infrastruttura tecnica necessaria, lo sviluppo di un
progetto formativo ad hoc che tenga conto delle specificità
dei destinatari e che sia dimensionato ed erogato in
modo da garantire la sua effettiva ricaduta. Questo
comporta l’adozione di tecnologie innovative, in grado
di garantire per i soggetti un’effettiva fruibilità
dei contenuti formativi. Per questo si fa ricorso a
tecnologie che permettono una adeguata operatività,
indipendentemente dalla compromissione motoria dei destinatari.
Per queste attività ci si avvale delle competenze già
maturate presso l’Ateneo “Federico II” nell’ambito delle
“Attività a sostegno degli studenti disabili” sia da
un punto di vista relazionale e psicologico che tecnico
informatico.
Le attività previste dal progetto in sintesi
sono:
1. Preventiva illustrazione sintetica
degli obiettivi da raggiungere e delle operazioni da
compiere.
2. Riallineamento degli utenti, consistente
in un richiamo sull’uso del sistema operativo Windows
e degli strumenti di office automation.
3. Formazione sull’uso dei sistemi di riconoscimento
vocale, per consentire a tutti gli utenti di
superare le eventuali limitazioni nell’uso delle tradizionali
periferiche di input (mouse e tastiere).
4. Formazione sulla progettazione di siti web,
sull’uso degli editor html e sulla gestione di un portale
internet.
5. Attività di stage relativa alla messa a punto
dei contenuti di portale (monitorata dal personale
docente) e sulla attività organizzativa relativa alla
redazione e gestione dei contenuti; l’attività si svolgerà
in una redazione virtuale per dare modo ad ogni partecipante
di ridurre al minimo ed in alcuni casi eliminare le
necessità di spostamento.
6. E’ prevista una regolare
attività di supporto a partire dalla pubblicazione
del portale durante tutta la fase di gestione dello
stesso (tutoraggio dei corsisti e manutenzione a distanza
delle macchine) da effettuarsi in remoto, attraverso
un canale di collegamento telematico.
Gli strumenti che verranno adoperati sono:
• Sistema di riconoscimento vocale continuo
Dragon Naturally Speaking.
• PC client completo di HD estraibile
disponibili presso le aule predisposte e presso il domicilio
del destinatario.
• Sistema di controllo remoto PC Anywhere
per svolgere la for mazione/consulenza anche a distanza.
• Suite sviluppo Macromedia per la
creazione e gestione di portali.
• Server WEB per la destinazione e
la attivazione dei contenuti di portale.
La collaborazione con il Servizio Accoglienza
In seguito all’attivazione del Progetto WebMeToo e dietro
richiesta degli operatori del Punto di Supporto Tecnico
e degli Ausili Tecnologici (PSTAT), sono stati attivati,
da circa un mese, degli incontri a cadenza quindicinale,
con le psicologhe del Servizio Accoglienza per permettere
a tutti gli operatori che lavorano con soggetti con
disabilità di discutere quelle che possono essere le
problematiche relazionali con tali soggetti. Quello
che ha caratterizzato l’avvio dei nostri gruppi di discussione
è stata la difficoltà ad incontrarci. Solo dopo diversi
mesi di preparativi è stato possibile, infatti, decidere
una data e cominciare davvero a confrontarci. Sembra,
infatti, molto complesso per tutti coloro che entrano
in contatto diretto con soggetti affetti da disabilità
fermarsi a riflettere su quelle che sono le proprie
fantasie ed emozioni, quasi come se, verbalizzandole,
si dovesse fare i conti anche con sentimenti negativi,
come ad esempio l’impossibilità di “pensare male” o
di “non essere gentili” con il soggetto affetto da disabilità.
L’impossibilità di esprimere i propri sentimenti può
diventare una barriera nel lavoro con tali soggetti,
in quanto una continua accondiscendenza non può essere
considerata, in nessun caso una buona base per un rapporto
interpersonale. Accanto a questo, sembra esserci una
sorta di impossibilità a mostrarsi felici in presenza
di una persona con gravi disabilità. Questo potrebbe
derivare dal presupposto che le persone con disabilità
non possono avere delle gratificazioni, proprio in virtù
della loro condizione. Quella che, quindi, sembra essere
la difficoltà maggiore per gli operatori è la capacità
di riuscire a trovare un giusto equilibrio tra lo standardizzare
i rapporti che, attraverso una distanza eccessiva non
permette di vedere l’altro e un eccessivo coinvolgimento
che rischia di alimentare aspettative affettive non
appropriate sia nel soggetto che nell’operatore. Il
numero limitato di incontri, però, non ci permette di
dare conferma a queste ipotesi.
Conclusioni
La disabilità non implica una totale incapacità del
soggetto a svolgere ogni attività, pertanto riteniamo
possibile dimostrare che la realizzazione e la gestione
di un portale WEB fatto “dai” e non “per” le persone
disabili possa dimostrare le loro possibili capacità
professionali. La sfida consiste, quindi, nel creare
le condizioni (formazione, predisposizione delle attrezzature,
consulenza tecnica, ecc.) affinché il sito web possa
essere creato, gestito e mantenuto, nei documenti e
nella progettazione, esclusivamente da persone disabili.
Inoltre, il lavoro svolto in collaborazione tra gli
operatori del PSTAT e quelli del Servizio Accoglienza
può essere uno spunto di riflessione per gli operatori
che entrano in contatto con i soggetti con disabilità,
per permetterci di entrare in relazione con loro, trovando
un linguaggio comune senza quei "pregiudizi" che possono
inficiare tutte le relazioni interpersonali.
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