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Città costruite a misura di persone “perfette”, case ad uso di chi possiede capacità fisiche e sensoriali standard, oggetti che mettono in difficoltà chiunque. Il nostro tempo, il nostro ambiente, lo spazio in cui viviamo sembrano pensati e disegnati su modelli umani in possesso di determinate caratteristiche. Ma la natura umana è fondata sulla diversità e la perfezione, gli standard, la normalità, non sono categorie facilmente applicabili. Se impariamo a fare nostra nel profondo l’idea che la disabilità è una capacità diversa di compiere azioni, di vivere, di esistere, allora ci accorgeremo che le città, le case, gli oggetti andrebbero pensati per i bambini, gli anziani, le mamme e i papà con i passeggini, per chi è sulla sedia a rotelle, ecc… Insomma, per tutti. Istituti di ricerca in Italia e in Europa si stanno impegnando su questo fronte, per utilizzare al meglio la tecnologia e applicare un diverso punto di vista, per elevare la nostra qualità della vita. Un impegno che deve però trovare, fuori dai laboratori, una sensibilità e una disponibilità al cambiamento, a livello politico, economico e sociale.

Il Biodesign nella progettazione di sistemi bio-robotici
La ricerca che è volta a superare i limiti fisici dell’uomo trova una concretizzazione nello studio di oggetti che migliorano le attività umane; la robotica, che fino a qualche anno fa ha migliorato soprattutto la qualità del lavoro, è attualmente indirizzata a migliorare la qualità di vita quotidiana delle persone con limiti fisici o sensoriali.
Nel Laboratorio di Robotica del Politecnico di Milano si sviluppano tematiche di ricerca sulla biorobotica, la robotica chirurgica, la robotica per applicazioni spaziali, e sulla telerobotica.
Una parte fondamentale del lavoro è lo sviluppo di metodologie e soluzioni innovative, per la costruzione di strumenti adeguati, semplici e utilizzabili da chiunque.
Di MariaRita Canina- Laboratorio di Robotica, Dipartimento di Meccanica, Politecnico di Milano
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L’Istituto Italiano Design e Disabilità
L’Istituto Italiano per il Design e la Disabilità cerca di diffondere ovunque e ogniqualvolta sia possibile, il criterio che quando si progetta lo si deve fare pensando a tutti gli utenti, senza esclusione alcuna.
A partire dal presupposto che tutto quello che facciamo per i bambini, le donne incinte, gli anziani, per la cosìddetta “utenza debole”, lo facciamo per noi, per una migliore qualità della vita, oggi e domani.
Di Paolo Favaretto, Presidente IIDD

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Il Progetto ‘PACKAGE’
Lo sperimentiamo ogni giorno, e in modo particolare quando torniamo a casa con i pacchi della spesa: la maggior parte dei prodotti, soprattutto quelli alimentari e i detergenti per la pulizia della casa sono confezionati in barattoli, contenitori di plastica, vasetti di vetro. Aprirli comporta per la maggior parte delle persone una piccola perdita di tempo, ma per altri, disabili e anziani, può costituire un vero e proprio handicap. Package è un progetto europeo nato per tentare di risolvere le difficoltà che più frequentemente si incontrano nell'acquisto e nell'apertura di confezioni così da ridurre l'handicap che la disabilità comporta. Difficilmente le ditte potranno modificare in proprio gli attuali metodi di confezionamento. Ma è un punto di partenza verso una nuova impostazione culturale.
Di Lidia Buscaroli (Medico Fisiatra) e Elisabetta Cardelli (Segreteria Scientifica) del Montecatone Rehabilitation Institute S.p.A., Imola (Bologna)

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