La Lombardia è, da sempre, terra
d’innovazione. Lo era nel Rinascimento
quando ospitò Leonardo da
Vinci o nel Novecento con il Nobel
Einstein. Lo è oggi poiché rappresenta
un polo di riferimento in Italia e in
Europa e lo sarà anche in futuro come
capitale della biomedicina, delle nuove
tecnologie energetiche. La vivacità
del tessuto sociale, la capacità di fare
rete, lo spirito imprenditoriale e insieme
quello di solidarietà caratterizzano
il popolo lombardo e rendono la
nostra regione una fucina di innovazione.
In Lombardia e in Italia è possibile
fare ricerca, sviluppare strutture
innovative e soluzioni all’avanguardia
a beneficio di tutti i cittadini. L’innovazione
rappresenta una leva fondamentale
della nostra esperienza di
governo. Innovare significa operare
scelte di governo sempre più moderne
non solo nei metodi, ma anche nei
contenuti e negli obiettivi a tutti i livelli
e in tutti gli ambiti: istituzionale,
sociale, economico e territoriale. La
crescita economica e una maggiore
coesione sociale sono possibili laddove
si promuove l’economia basata
sulla conoscenza e sull’innovazione.
Questo è uno dei cardini della politica
regionale.
In ambito socio-sanitario, la Lombardia
è un polo internazionale di
prim’ordine della ricerca e della cura
in campo medico: sono presenti 56
dipartimenti universitari delle facoltà
di medicina, 17 Istituti di ricovero e
cura a carattere scientifico, il 42% del
totale nazionale, 47 istituti e 32 centri
di ricerca e ben 11 centri di eccellenza
nei settori delle biotecnologie,
della genomica e delle nanotecnologie,
promossi e sostenuti dal governo
regionale. Abbiamo recentemente
contribuito, in collaborazione con
9 centri di ricerca pubblici e privati
presenti sul territorio, alla nascita di
una Fondazione per la realizzazione
di un Centro di ricerca scientifica
di livello internazionale nell’ambito
della nanomedicina, per il quale
sono previsti finanziamenti pari a
6,6 milioni di euro in 3 anni. Infatti,
sappiamo bene come la nanomedicina
consenta lo sviluppo di soluzioni
avanzate per la diagnostica precoce
e terapie non invasive per numerose
patologie. Inoltre, stiamo costruendo
un Centro europeo di ricerca biomedica
avanzata (Cerba), che raggrupperà
nei prossimi anni diversi istituti
clinici di eccellenza concentrando la
ricerca in un’unica grande struttura.
A Milano nascerà la Cittadella della
Salute, il primo polo integrato per la
ricerca, la prevenzione e la cura delle
malattie più gravi e diffuse, in cui
confluiranno l’Istituto neurologico Besta, l’Istituto nazionale dei Tumori
e l’Ospedale Sacco. A Pavia, presso
l’ospedale IRCCS San Matteo, sorgerà
il più grande campus universitario
d’Europa.
Oltre a ciò, promuoveremo
il network di ricerca pre-clinica
e clinica della Rete Oncologica Lombarda
ed il Nerviano Medical Sciences
attraverso programmi di ricerca,
coordinati dalla Fondazione IRCCS
Istituto Nazionale Tumori, volti allo
sviluppo di biomarcatori e di farmaci
anti-tumorali. È dunque con questo
spirito e questi obiettivi che Regione
Lombardia è al fianco di queste realtà
e sta mantenendo i suoi impegni,
affinché si continui ad investire in
ricerca e sviluppo in campo medico,
con l’auspicio che sia possibile fornire
risposte efficaci e concrete alla sempre
più complessa e articolata domanda
di salute dei nostri cittadini.
Questi ambiti di ricerca rappresentano
una concreta opportunità anche
per rilanciare la competitività
della nostra Regione, a partire dalle
eccellenze e dalle peculiarità del nostro
territorio. L’attività di ricerca e
innovazione e la diffusione dei risultati
sono preziosi strumenti che contribuiscono
alla messa in rete e alla
diffusione della conoscenza. Oggi più
che mai, devono essere coordinati in
modo unitario gli sforzi in un ambito
eterogeneo e sfaccettato come quello
della ricerca scientifica. In questo senso,
uno dei principali obiettivi delle
politiche regionali è quello di imprimere
un’accelerazione alle collaborazioni
tra gli attori in campo.
Lo vogliamo
fare consolidando le relazioni,
le collaborazioni e le condivisioni tra
università, centri di ricerca, istituzioni,
organizzazioni nazionali ed internazionali;
strutturando un sistema
stabile di scambio di informazioni,
comunicazioni ed esperienze e di
trasferimento di best practice, knowhow
e tecnologie in tutti i campi. Riteniamo
che sia fondamentale travalicare
le barriere tra le diverse discipline.
Fare questo significa, a nostro avviso,
integrare sempre di più la cura con
la ricerca, il pubblico con il privato
e l’università con l’industria. Regione
Lombardia si propone di creare un
ambiente favorevole all’innovazione e
che sviluppi le reti e le collaborazioni
tra il mondo della pubblica amministrazione,
della ricerca, dell’impresa e
della finanza. Puntiamo all’eccellenza
con il coinvolgimento delle imprese,
delle start-up e degli spin-off: stiamo
proseguendo il percorso avviato con
l’individuazione del meta distretto
ICT e riservando risorse a favore
dell’innovazione nel settore dell’industria
e dell’artigianato. La ricerca
nella nostra regione viene sostenuta
a partire dall’ambito accademico. Le
università lombarde hanno le carte in
regole e le competenze per sviluppare
progetti insieme alle nostre aziende:
ne è testimonianza l’accordo quadro
da 18 milioni di euro sottoscritto con
gli atenei lombardi lo scorso anno e
finalizzato a incrementare la cooperazione
scientifica. Sempre con i rettori
lombardi, abbiamo firmato un nuovo
grande accordo per la promozione del
capitale umano, destinando 61 milioni
di euro a favore dei giovani ricercatori.
Questo perché siamo convinti
che la vera leva del progresso sia la
persona: il valore aggiunto oggi non
sta solo nelle componenti tecniche,
ma nella capacità di innovazione, nella
capacità creativa quale fattore costitutivo
dell’uomo stesso.
Negli ultimi anni abbiamo inoltre
dimostrato una grande attenzione
alle esigenze delle imprese, incentivando
la formazione, le innovazioni
e la visibilità anche sui mercati esteri.
Nel settore energetico, oltre ai
noti incentivi per la diffusione delle
fonti rinnovabili, abbiamo sostenuto
la nascita di impianti complessi e lo
sviluppo di nuove produzioni, creando
i presupposti per la nascita di una
“tecnologia lombarda” sia in termini
di know-how sia in termini di risorse.
Questo è ciò a cui mira Regione
Lombardia attraverso la creazione di
un ambiente favorevole che sviluppi
le reti e le collaborazioni tra il mondo
della pubblica amministrazione,
della ricerca, dell’impresa e della
finanza, non solo limitato all’Italia,
ma intessendo relazioni possibilmente
anche con l’estero. Questa capacità
di cogliere le nuove esigenze è un
punto di forza per la competitività
del nostro sistema imprenditoriale. In
questo senso, il destino di un’azienda
si gioca innanzitutto nella sua capacità
di innovazione. L’economista
indiano Indur Goklany nel suo libro
“The improving state of the world”
ha scritto: “L’età della pietra non finì
perché l’uomo rimase senza pietre e
l’età del ferro non finì perché rimase
senza ferro...Finirono perché l’uomo
seppe escogitare qualcosa di nuovo, di
meglio”. È chiaro che sviluppare l’innovazione
significa poter disporre dei
capitali necessari. In modo particolare,
le nostre piccole e medie imprese
vanno accompagnate con strumenti
finanziari flessibili.
Proprio per questo
motivo le sosteniamo, assicurando
loro il credito: sviluppare l’innovazione
significa poter disporre di capitali
ingenti. Regione Lombardia è vicina
alle piccole e medie imprese e ha mobilitato
oltre 600 milioni di euro per
l’innovazione e lo sviluppo di nuove
tecnologie delle aziende lombarde,
che permetterà loro di essere sempre
più competitive sul mercato interno
e internazionale. Abbiamo stanziato
specifiche risorse a favore dell’innovazione
nel settore dell’industria (36
milioni di euro per i metadistretti),
dell’artigianato e dei servizi: oltre 7
milioni stanziati sul Fondo per l’innovazione
e l’imprenditorialità del
settore dei servizi alle imprese per
sostenere processi di innovazione e di
sviluppo competitivo sia sul mercato
nazionale sia su quello internazionale
delle imprese di servizi. Perché gli
aiuti finanziari all’innovazione possano
formare massa critica, è necessario,
inoltre, che il supporto privato
si affianchi a quello pubblico, ad esempio con l’intervento di fondi di
venture capital. Investire sull’innovazione
è un’opportunità di business
oltre che un obiettivo strategico: di
fronte a momenti di crisi come quelli
attuali occorre avere il coraggio di
intraprendere.
Le imprese sono sostenute
nell’acquisizione degli strumenti
che consentono di migliorare la loro
capacità di innovazione e di competitività,
coerentemente con gli scenari
di sviluppo che la Regione concorre a
promuovere. È compito delle imprese
organizzarsi e trovare le modalità per
massimizzare i vantaggi che derivano
dalle strategie e dalle azioni regionali.
Per questo motivo abbiamo studiato
anche interventi di ingegneria finanziaria
come il fondo Made in Lombardy
da 500 milioni di euro (con
garanzia regionale di 33 milioni), il
fondo Jeremie FESR da 20 milioni,
il fondo Next primo venture capital
pubblico-privato in Italia (che ha una
dotazione di 37 milioni di euro), il
fondo di rotazione per l’imprenditorialità
FRIM (abbiamo attivato una
prima tranche da 35 milioni) e il fondo
Seed per il sostegno alle start up
(10 milioni di euro). Abbiamo previsto,
inoltre, l’adozione di un nuovo
strumento finanziario, il cosiddetto
Formigoni Loan: si tratta di prestiti
importanti per i Confidi che potranno
così meglio corrispondere alle esigenze
di credito del sistema produttivo
lombardo. Per le Regioni come
la nostra sta cominciando una nuova
stagione di cooperazione istituzionale
e funzionale di tutti i soggetti non più
semplicemente a livello territoriale o
nazionale, ma tra le aree mondiali
più avanzate.
Per questo si è reso necessario
cercare dialoghi e collaborazioni
sempre più intense con le altre
eccellenze mondiali, in una logica di
reciproco scambio di conoscenze e di
creazione di valore, volta a reperire
nuove risorse in considerazione delle
disponibilità non sempre adeguate
dei trasferimenti statali. Esistono già
molte esperienze di gemellaggi, partnership
e collaborazioni con numerose
realtà internazionali, ma abbiamo
voluto riproporre queste esperienze
positive e ampliarle organizzando, in
collaborazione con il Ministero degli
Affari Esteri nel novembre 2009, il
primo Forum Mondiale delle Regioni
a Milano. Questo incontro internazionale
è nato dalla consapevolezza
che la competizione globale vede
sempre più protagonisti i governi
regionali: con il WRF abbiamo voluto
dar vita a reti che favoriscono la
conoscenza dei reciproci sistemi, l’innovazione
attraverso lo scambio delle
eccellenze e delle migliori tecnologie,
la condivisione delle best practice e
delle opportunità formative e la valorizzazione
del capitale umano.
Tutto questo dimostra che gli indirizzi
di politica regionale non sono
un mero esercizio retorico, quanto
piuttosto un punto di partenza di
azioni concrete sulla strada della promozione
e del sostegno alla ricerca e
all’innovazione, per la valorizzazione
delle realtà di eccellenza, il supporto
alla competitività e allo sviluppo economico
e il miglioramento della qualità
della vita attuale e futura. Nella
nostra regione non manca il terreno
buono su cui poter seminare e veder
crescere i frutti: a fare la forza della
Lombardia sono infatti le persone
che ci vivono, lavorano, costruiscono,
mettendo le proprie energie a servizio
del bene comune.