La scommessa su cui si basa la sperimentazione che qui presentiamo è capire se e come la metodologia del Bilancio di competenze possa essere ripensata, rivista e riadattata per essere di supporto in un percorso di inclusione sociale e lavorativa per persone con esiti da traumi, con lesioni midollari o cerebrali.
L’esperienza dei percorsi di Bilanci di competenze che si sta svolgendo all’interno dell’ospedale di Montecatone, è iniziata nel 2004 all’interno di un progetto del Fondo Sociale Europeo e della Regione Emilia Romagna e prosegue dall’ottobre del 2008 nell’ambito della nuova fase progettuale “Rientro-azioni integrate per l’inserimento sociale e lavorativo di persone con esiti da traumi”, che vede coinvolta anche la Fondazione Enaip S. Zavatta di Rimini. La scommessa su cui si basa la sperimentazione è capire se e come la metodologia del Bilancio di competenze, nata ed utilizzata in un preciso contesto storico e geografico e usualmente rivolta a persone già inserite nel mondo del lavoro, potesse essere ripensata, rivista e riadattata per essere di supporto in un percorso di inclusione sociale e lavorativa per persone con esiti da traumi, con lesioni midollari o cerebrali. La sperimentazione di Bilanci di competenze dentro Montecatone mira a diversi obiettivi:
Il risultato atteso è standardizzare un
percorso che - anche integrando altre
esperienze significative fatte sul territorio
ed utilizzando un ventaglio di
metodologie e strumenti - permetta
una flessibilità ed una personalizzazione
di proposte, fino alla produzione di
un documento di sintesi da utilizzare
come strumento di dialogo al
momento del reinserimento sul territorio
di provenienza del paziente.
Che cos’è il Bilancio di competenze?
Nella sua formulazione originale1, il
Bilancio di competenze consente di
fare il punto e di “certificare” le abilità
e le competenze acquisite dal lavoratore
durante il suo percorso di carriera,
attraverso il riconoscimento di crediti
formativi spendibili nel mercato del
lavoro. Ancor più nel contesto odierno,
dove i cambiamenti ed i “riassetti”
all’interno delle organizzazioni sono
divenuti più che mai rapidi e sono
sempre di più i lavoratori che si trovano
ad affrontare, per i più svariati
motivi, fasi di transizione lavorativa, la
pratica del bilancio di competenze
risulta un’azione di fondamentale
importanza in un’ottica di supporto
alla persona.
Utilizzando le parole di Auberet si può
definire il bilancio di competenze
come un “processo personale che
richiede una mediazione sociale di
identificazione delle potenzialità personali
e professionali che possono
essere investite nell'elaborazione e
nella realizzazione di progetti di inserimento
sociale e professionale”2.
Che cosa vuole essere il Bilancio di
competenze a Montecatone?
Lo strumento del BdC ha cercato di
assumere un valore di riposizionamento
globale, intendendo con questo un
percorso che, passando attraverso una
presa di coscienza delle proprie capacità
e dei propri limiti, cerca di ricondurre
e di motivare la persona ad un esame di realtà che permetta ad essa di
riprendere in mano il proprio percorso
di vita.
Il modello è stato creato avendo come
cornice di riferimento la logica espressa
dall’ICF. L’ICF (Classificazione
Internazionale del Funzionamento,
della Disabilità e della Salute) consente
di cogliere, descrivere e classificare
ciò che può verificarsi in associazione
a una condizione di salute, cioè le
“compromissioni” della persona o, per
utilizzare un vocabolo neutro, il suo
“funzionamento”. Non è una classificazione
che riguarda soltanto le condizioni
di persone affette da particolari
disagi fisici o mentali, ma è applicabile
a qualsiasi persona che si trovi in
qualunque condizione di salute, laddove
vi sia la necessità di valutarne lo
stato a livello corporeo, personale, o
sociale.
L’interesse maggiore dell’ICF è rivolto
al funzionamento, a capire “come funziona”
un individuo, non è tanto il
funzionamento statico e decontestualizzato,
quanto il funzionamento in
proiezione e progettazione dinamica.
Non quindi, solo, quello che oggi sa
fare un individuo, ma quello che potrà
fare introducendo nella propria vita
dei cambiamenti. Siamo convinti che
non sia né utile né giusto effettuare
bilanci per sentenziare quello che un
soggetto è in grado di fare o non è in
grado di fare, quanto attivare percorsi
per capire come possa essere sviluppata
una proposta o più proposte e vedere
se è possibile organizzare insieme il
funzionamento.
La metodologia utilizzata nei diversi
percorsi di bilancio effettuati si ricollega
a concetti quali quello di empowerment
con il quale “si intende
identificare, facilitare, creare contesti
in cui i soggetti, altrove isolati e senza
voce, per vari motivi marginali (outsiders),
ed anche organizzazioni e
comunità, riescano a trovare voce, ad
ottenere riconoscimento e possibilità
di influenza sulle decisioni che
riguardano la propria vita.
L’empowerment concerne per definizione
coloro che sono esclusi dalla
maggioranza”3.
Tappe del percorso di sperimentazione
a Montecatone
La fase iniziale del progetto ha visto
impegnati la consulente Enaip
Rimini, la responsabile Dipartimento
Reinserimento, la coordinatrice
Dipartimento Reinserimento nella
creazione del modello di bilancio di
competenze applicabile a Montecatone.
Il primo passo è stato definire l’equipe
di Bilancio, che è composta da
Educatore Professionale, Psicologa e
Assistente Sociale. I compiti all’interno
dell’equipe di Bilancio:
Tutta l’equipe è presente durante i laboratori di gruppo, collabora alla stesura del documento di restituzione di sintesi finale, raccogliendo le osservazioni recepite direttamente e indirettamente. L’equipe ha inoltre identificato, all’interno dell’Ospedale di Montecatone una serie di operatori che, pur non facendo parte dell’equipe, possono avere un ruolo cruciale come osservatori del paziente in ambiti di quotidianità già previsti dal percorso riabilitativo:
Questi operatori hanno avuto un momento formativo ad hoc, dedicato a renderli consapevoli dell’importanza e della delicatezza del loro ruolo. L’equipe di Bilancio ha poi elaborato tutti gli elementi del percorso: strumenti e tempistica, bilanciamento fra attività individuali e di gruppo, bilanciamento fra attività da svolgere in autonomia ed attività da svolgere in maniera supportata da consulente, definizione dei ruoli e compiti all’interno dell’equipe, definizione dei destinatari finali e dei documenti di restituzione. L’equipe ha condiviso con i partner territoriali (azienda Usl di Bologna e azienda Usl di Cesena) i criteri di selezione dei partecipanti, le modalità di preselezione e di raccordo interno a Montecatone, le modalità di restituzione del percorso agli operatori esterni a Montecatone, gli indicatori per effettuare il monitoraggio dell’azione. I criteri di selezione dei 20 pazienti che partecipano alla sperimentazione sono:
Anche il modello di Bilancio di Competenze elaborato a Montecatone mantiene la strutturazione classica nelle tre macro fasi:
Nello specifico il percorso di bilancio fa seguire alla fase di preselezione e selezione un incontro motivazionale individuale ed un laboratorio motivazionale di gruppo per la presentazione del percorso; successivamente il percorso è scandito alternando momenti di colloquio individuali e di lavoro individuale ad incontri laboratoriali:
E’ prevista la possibilità che un paziente declini l’invito a presenziare agli incontri di gruppo per motivi personali (difficoltà a condividere con estranei il proprio percorso di bilancio) o di organizzazione (es. paziente del day hospital che non riesce ad essere in struttura al momento dei laboratori). I documenti elaborati per la fase di restituzione sono stati pensati con un’ottica tale da permettere alla persona che ha effettuato il percorso di rielaborare, mettere in relazione e portare a sintesi gli elementi emersi dalla fase di esplorazione e analisi, per restituire all’utente gli elementi significativi del bilancio e permettere un confronto con l’operatore sui suoi contenuti e risultati. La restituzione permette al soggetto di cogliere le aree di forza e le aree critiche, con l’obiettivo di elaborare un piano d’azione realistico, fattibile ed attuabile. Al partecipante, durante un colloquio finale, viene restituito il portfolio delle competenze - contenente tutti gli elaborati ed i materiali prodotti durante il percorso - e la relazione di sintesi, compilata dal consulente con la condivisione dell’equipe di bilancio. La restituzione è indirizzata, con l’accordo del paziente, anche ai destinatari previsti dalla procedura dimissioni di Montecatone (medico di base, Azienda USL di competenza, servizi sociali del Comune, sede Inail competente), al tutor che eventualmente seguirà l’azione reinserimento guidato sul territorio e al familiare di riferimento (genitore, coniuge ecc.) segnalato dall’interessato. La sperimentazione si concluderà il 31 dicembre 2009. Alla fine di giugno erano già 12 i pazienti che hanno partecipato al percorso, manifestando un altissimo grado di soddisfazione personale; durante l’estate è stato attivato un gruppo ad hoc con pazienti adolescenti – quindi più orientato alla rilettura delle prospettive scolastiche che al tema del lavoro. Dopo la chiusura della sperimentazione, si prevede un’ulteriore fase di verifica dei risultati dei Bilanci come strumento di facilitazione del reinserimento scolastico o lavorativo.
NOTE: