Il moderno approccio a una delle patologie più complesse e invalidanti, la lesione midollare, prevede che le strutture coinvolte nel trattamento della persona con mielolesione debbano garantire la più qualificata e moderna assistenza, compresi anche lo studio di nuove metodologie di trattamento e prevenzione di ogni complicanza. L’esempio dell’Emilia-Romagna.
Le lesioni midollari rappresentano
una delle patologie più complesse e
invalidanti. L’epidemiologia delle
lesioni midollari pone numericamente
al primo posto le lesioni traumatiche
da incidente stradale, lavorativo o da
sport, seguite da quelle non traumatiche.
Il moderno approccio a tale
patologia prevede che le strutture
coinvolte nel trattamento della persona
con mielolesione debbano garantire
la più qualificata e moderna assi -
stenza, compresi anche lo studio di
nuove metodologie di trattamento e
prevenzione di ogni complicanza.
In accordo con le “Linee Guida per
l’organizzazione della rete regionale
per la riabilitazione delle gravi
mielolesioni dell’Emilia-Romagna”(1) è
necessario garantire interventi riabilitativi
adeguati a tutte le persone affette
da mielolesione, che risiedono nel territorio
regionale o che sono ricoverate
in strutture sanitarie della Regione
Emilia-Romagna, attraverso un si -
stema a rete integrata di servizi che
garantisca livelli di cura e di continui -
tà di cura adeguati, consentendo tempestività
nella presa in carico dei
pazienti e garantendo equità nelle
condizioni di accesso e di fruizione ai
servizi.
L'Unità Spinale (US) rappresenta una
struttura riabilitativa espressamente
destinata all'assistenza dei soggetti con
lesioni midollari di origine traumatica
e non, sin dal momento dell’evento
lesivo e permette alle persone con
lesione midollare di raggiungere il
miglior stato di salute e il più alto
livello di capacità funzionali compatibili
con la lesione garantendo un intervento
riabilitativo unitario rispetto a
tutte le esigenze del soggetto disabile
nella globalità fisica, psichica ed
esistenziale, al fine di consentire il
recupero dell’autonomia e il reinserimento
sociale.
L'Unità Spinale costituisce
un’unità operativa autonoma ed
è, di norma, strettamente inserita nella
rete complessiva dei servizi di riabilitazione
con i quali si raccorda per il
ritorno, in tempi adeguati, del disabile
nel proprio territorio di vita garantendo
il completamento del percorso
riabilitativo.
Dal punto di vista organizzativo
l'Unità Spinale è collocata
all’interno di ospedali sedi di
Dipartimenti d'Emergenza e
Accettazione (DEA) di secondo livello
(in particolare in ospedali sede di
"Trauma Center") e si avvale, in forma
organizzata, oltre che delle specialità
già previste nel DEA, anche delle
attività specialistiche di urologia ed
urodinamica, chirurgia plastica, psicologia
clinica, ginecologia, androlopregia,
nutrizione clinica, neurofisiopatologia,
pneumologia e diagnostica
per immagini.
Il piano sanitario regionale 1999-
2001 dell’Emilia-Romagna, al fine di
razionalizzare e qualificare il sistema
dell’offerta ospedaliera, ha programmato
la distribuzione su scala
regionale dei Centri di alta specialità
secondo un modello denominato
Hub & Spoke (letteralmente “mozzo e
raggio” della ruota).
Secondo questo
modello le funzioni caratterizzate da
bassa frequenza o da elevata com -
plessità dell’assistenza devono essere
erogate presso pochi centri ospedalieri
altamente specializzati (Hub), collegati
funzionalmente con gli ospedali
del territorio di riferimento (Spoke) a
cui compete la gestione delle fasi di
selezione, invio e post assistenza dei
pazienti che superano una definita
soglia di complessità. Secondo tale
modello la Delibera della GR
n° 1267/2002(2) inserisce l’Unità
Spinale Unipolare (USU), quale centro
a valenza sovraziendale per il tempestivo
trattamento delle gravi
mielolesioni fra le Alte Specialità
Riabilitative e prevede la sua futura
collocazione presso l’Ospedale
Maggiore dell’AUSL di Bologna, Hub
per le emergenze sanitarie e sede di
uno dei tre SIAT (Sistema Integrato
di Assistenza ai Traumi) di III° livello
presenti sul territorio regionale.
Allo stato attuale, in attesa della ope -
ratività della USU di Bologna, la rete
regionale dei servizi per le mielolesioni
interessa 5 strutture che nell’insieme
sono impegnate ad assolvere alle funzioni
richieste nella fase acuta e nel
post acuzie. Nella fase acuta multispecialistica
gli interventi sono assicurati
dai 3 SIAT regionali: uno per l’Emilia
Occidentale (Ospedale Maggiore di
Parma) a servizio delle provincie di
Piacenza, Parma e Reggio-Emilia (1.141.586 ab.); uno per l’Emilia
Orientale (Ospedale Maggiore di
Bologna) per le provincie di Modena,
Bologna e Ferrara (1.918.935 ab.) ed
uno per la Romagna (Ospedale
Bufalini di Cesena) per le provincie di
Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
(998.895 ab.).
Nella fase post acuta gli interventi
riabilitativi sono assicurati da 2 Centri
Monospecialistici (Villanova d’Arda
dell’Azienda USL di Piacenza e
Montecatone Rehabilitation Institute
S.p.a. nel territorio dell’Azienda USL
di Imola) con funzioni di Hub sovraziendale
che già trattano prevalentemente
mielolesioni e garantiscono il
rispetto del principio di integrazione
clinico-assistenziale dell’intervento
riabilitativo attraverso l’integrazione
di competenze, professionalità e
risorse disponibili nelle diverse
Aziende sanitarie regionali tramite
l’adozione di percorsi e protocolli del
modello organizzativo "a rete clinica
integrata".
L’implementazione della rete regionale
per la riabilitazione delle Gravi
Mielolesioni costituisce pertanto un
punto di partenza per garantire l’appropriatezza
del percorso assistenziale
integrato del paziente con mielolesione.
La rete dei servizi riabilitativi per le
gravi mielolesioni è organizzata, in
relazione alle funzioni dei nodi della
rete in:
Tale modello a rete, nella fase di transizione
verso l’USU, ha l’obiettivo di
superare le criticità presenti a livello
regionale e nazionale in merito all’assistenza
alle persone con mielolesione:
i tre Trauma Center integrano le competenze
multispecialistiche necessarie
per la gestione della fase acuta con le
competenze e le risorse dei due Centri
Monospecialistici regionali. In tale
modello le US “in rete” sono tenute a
garantire una operatività basata su
linee guida condivise(3) ed uno stretto
coordinamento organizzativo, professionale
e scientifico assicurato da una
commissione regionale permanente,
costituita da clinici, referenti regionali
e da rappresentanti delle Associazioni
dei pazienti.
Alla commissione è stato
affidato il mandato di valutare la
qualità dell’assistenza prestata ai pazienti
assistiti e di monitorare l’implementazione
dei percorsi clinico-organizzativi delineati da parte delle aziende
sanitarie regionali.
Il sistema assicura
le attività necessarie per le esigenze del
bacino di utenza regionale (oltre 4
milioni di abitanti) ed inoltre fornisce
assistenza per una ampia quota di
pazienti non residenti.
In accordo alle “Linee Guida per le
Unità Spinali Unipolari”(4) del
Ministero della Salute, nella delibe -
razione regionale si sono delineate le
problematiche essenziali da affrontare
e che riguardano essenzialmente l’appropriatezza
del percorso assistenziale
del mieloleso, i contenuti della formazione
interdisciplinare degli operatori
del settore e il monitoraggio epidemiologico
delle mielolesioni.
Appropriatezza del percorso
assistenziale
La necessità di garantire un percorso
integrato alle persone con mielolesione
vede nella presa in carico precoce di
tutte le problematiche presenti, il principio
fondante su cui costruire i vari
passi diagnostico-terapeutici. In tale
logica va predisposto il progetto riabi -
litativo individuale in grado di cogliere
la specificità della patologia e la com -
plessità delle alterazioni delle strutture
e delle funzioni corporee, delle limitazioni
delle attività e dei bisogni
molteplici relazionali. L’obiettivo si
identifica quindi nella prospettiva di
assicurare qualità del servizio ed attenzione
alla necessità di globalità degli
interventi, affinché la successiva riconsegna
ai servizi territoriali avvenga in
una logica di continuità.
Il percorso
curativo-assistenziale inizia con la fase
dell'emergenza e si protrae sino al recupero
socio-familiare. Esso prevede
inizialmente il periodo che va dall'emergenza
alla dimissione che deve
essere espletato all'interno dell'Unità
spinale ovvero all'interno della struttura
ospedaliera sede della stessa. E'
finalizzato al recupero della massima autonomia e indipendenza della persona
con mielolesione, compatibilmente
con il livello di lesione midollare
e con le sue condizioni generali.
L'ulteriore fase di reinserimento sociofamiliare,
vede il coinvolgimento attivo,
coordinato e armonizzato, sia
dell'USU che dei distretti socio-sanitari
e delle strutture riabilitative territoriali
di competenza, attraverso contatti
continui e la condivisione degli interventi
che si riterranno necessari, definiti
in appositi protocolli.
Il percorso assistenziale della persona
con mielolesione si estrinseca nelle
seguenti fasi:
Le competenze assistenziali necessitano
di un’organizzazione polispecia -
listica che interagisca con una medesima
cultura nell’approccio alla persona con lesione midollare. Devono essere
previsti accessi programmati in cui
venga fatto esplicito riferimento sia al
fabbisogno che alla tipologia speciali -
stica richiesta, oltre che alle necessarie
dotazioni diagnostiche. La fase di reinserimento
socio-familiare e di verifica
vede quali interlocutori attivi i rappresentanti
delle Associazioni delle persone
con lesione midollare e le equipe
multidisciplinari dei servizi distrettuali
delle Aziende Sanitarie; esse dovranno
garantire gli strumenti di integrazione
socio-sanitari al fine di assicurare la
corretta gestione di tale fase. Con la
DGR n. 2068 del 18.10.2004 “Il si -
stema integrato di interventi sanitari e
socio assistenziali per persone con
gravissima disabilità acquisita in età
adulta. Prime indicazioni”(5), sono
state fornite alle aziende sanitarie le
prime indicazioni sul sistema integrato
di interventi sanitari e socio-assistenziali
per persone con gravissime
disabilità in età adulta. La Regione ha
infatti ritenuto necessario garantire
un’adeguata risposta assistenziale alle
persone con gravissime cerebrolesioni
o patologie affini (gravissime mielolesioni,
gravissimi esiti disabilitanti di
patologie neurologiche involutive in
fase avanzata), attraverso lo sviluppo
di percorsi integrati (ospedale-territorio)
e continuità delle cure, e l’attivazione
di interventi ad elevata valenza
sanitaria e socio-assistenziale con
programmi di assistenza a lungo termine
o permanente. Ha altresì ritenuto
opportuno prevedere, nell’ambito
del progetto personalizzato uno specifico
piano di aiuto ai familiari che
assistono la persona con gravissima di -
sabilità e l’adattamento dell’ambiente
domestico funzionale all’assistenza.
Formazione continua
Le strutture organizzative della rete
integrata dei servizi riabilitativi per le
gravi mielolesioni hanno il compito di svolgere attività formativa nei confronti
degli operatori e di educazione e
formazione nei confronti degli utenti
e delle persone per loro significative
(familiari, caregiver).
Monitoraggio del percorso
assistenziale
Al fine di valutare il corretto funzio -
namento della rete integrata dei servizi
riabilitativi per le gravi mielolesioni,
saranno monitorati alcuni indicatori
clinico-organizzativi di processo e di
esito utili a valutare l’appropriatezza
dei percorsi di cura e la qualità
dell’assistenza erogata al paziente con
grave mielolesione mediante l’istituzione
del Registro Regionale Gravi
Mielolesioni.
Bibliografia
Note:
** Gruppo H&S Riabilitazione Regione Emilia-
Romagna: N. Basaglia (AOU Ferrara), A. De Tanti
(Centro Cardinal Ferrari - Fontanellato di Parma);
A. Ferrari (Presidio di alta specialità per la riabilitazione
delle disabilità infantili AO Reggio Emilia),
M. Franceschini (Medicina Riabilitativa AUSL
Modena), S. Lotta (Medicina Riabilitativa AUSL
Piacenza), V. Lucchese (Medicina Riabilitativa
AUSL Modena), M. Menarini (Medicina
Riabilitativa - Montecatone Rehabilitation Spa), A.
Naldi (Medicina Riabilitativa AUSL Cesena), G.
Pestelli (Medicina Riabilitativa AUSL Forlì), R.
Piperno (Medicina Riabilitativa AUSL Bologna),
M. Saccavini (Medicina Riabilitativa AO Parma),
S. Taddei (Medicina Riabilitativa AUSL Bologna),
M. Venturelli (Associazione Paraplegici Emilia-
Romagna), S. Liverani (Servizio Presidi Ospedalieri
– Assessorato alle Politiche per la salute – Regione
Emilia-Romagna).