Vai direttamente ai contenuti

Copertina della rivista

Immagine: Grafica

 

Divulgazione matematica: lo stato dell'arte

«Il più grave ostacolo alla popolarità delle scienze deriva da ciò appunto che più contribuisce al loro continuo progresso, vale a dire, dalla loro tendenza a suddividersi sempre più in nuovi rami, e dalla giusta predilezione degli studiosi a quei lavori speciali, che per verità condussero sempre alle più luminose scoperte le dottrine sperimentali. (...) E gli scienziati non disdegnino avvicinare in riassunti popolari il frutto faticoso degli studi speciali, e per diffondere il culto della scienza, e perché solo dall’accoppiamento armonico delle singole dottrine può erompere l’elettrica corrente d’una genuina scienza dell’uomo e dell’universo.»
C. Cattaneo, Il Politecnico, fasc. XXI (1841)




La divulgazione matematica è l’ultima arrivata all’interno della grande famiglia della divulgazione scientifica. Da tempo si parla di scienza e di diffusione della scienza senza grandi remore ed è un dato di fatto che questa è sempre più presente nella vita dei cittadini ma anche e soprattutto nel loro tempo libero; questo ha in qualche modo determinato un cambiamento nel rapporto tra la società e la scienza: il dialogo e la comunicazione sono iniziati e proseguono, e sovente a comunicare non sono gli scienziati, ma attori di spettacolo o personaggi che di scienza non sanno nulla o quasi.
E’ stata individuata, da sempre, la necessità di un rapporto diretto tra il pubblico e la scienza, e soprattutto la conoscenza scientifica da parte della popolazione; leggiamo a questo proposito alcune righe di una lettera che Albert Einstein scrive il 22 gennaio 1947: “Caro amico, ti scrivo per avere il consiglio di un amico. Con la liberazione dell’energia atomica, la nostra generazione ha portato nel mondo la forza più rivoluzionaria dopo la scoperta del fuoco da parte dell’uomo preistorico. La forza fondamentale dell’universo non può essere in alcun modo adattata al concetto ormai superato dei ristretti nazionalismi. Contro di lei non c’è segreto e non c’è difesa; non c’è possibilità di controllo se non attraverso la vigile comprensione e l’insistenza dei cittadini di tutto il mondo. Noi scienziati riconosciamo di avere la responsabilità, cui non possiamo sottrarci, di fornire ai nostri concittadini la comprensione dei fatti semplici relativi all’energia atomica e alle sue implicazioni per la società. In ciò risiede la nostra unica sicurezza e la nostra unica speranza – noi crediamo che un cittadino informato agirà per la vita e non per la morte”.

Ma per quanto riguarda la Matematica le cose sono decisamente diverse! Siamo certamente lontani dai tempi in cui S. Agostino diceva “il buon cristiano dovrebbe guardarsi dai matematici e da tutti coloro che fanno vane profezie. C’è il pericolo che i matematici abbiano stretto un patto col diavolo per oscurare lo spirito e per relegare l’uomo all’inferno”, oppure dal pensiero dei giuristi romani che “a proposito di malfattori, matematici e simili – di sponevano che – è proibito imparare l’arte della geometria e prendere parte a esercizi pubblici, un’arte altrettanto condannabile della matematica”.
Eppure, ancora oggi, la visione di tale disciplina non si discosta dalla mostruosità e non solo nell’immaginario studentesco ma, spesso, anche in quello medio-colto (con tutti i dubbi che tale termine possa significare). “Si è stabilito un consenso generale – scrive Hans Magnus Enzensberger – che determina tacitamente ma in modo massiccio l’atteggiamento verso la matematica. A nessuno sembra dar fastidio che la sua esclusione dalla sfera della cultura corrisponde a una specie di castrazione intellettuale. Chi giudica deplorevole questa situazione, chi mormora qualcosa sul fascino e l’importanza, sulla portata e la bellezza della matematica è considerato un esperto e guardato con stupore; e se si fa riconoscere come un cultore dilettante, passa nel migliore dei casi per uno stravagante che si occupa di un hobby insolito come se allevasse tartarughe o collezionasse fermacarte vittoriani”.
In questi ultimi anni (anche se tentativi illustri sono di vecchia data) – di fatto - ci si è mossi notevolmente nel tentativo di divulgare la matematica attraverso tutti i mezzi di comunicazione disponibili: mostre, festival, video, film, riviste, libri, siti web, ecc.
E’ decisamente importante ricordare alcuni tentativi precedenti – e, dicevamo, anche notevolmente illustri – primo tra tutti la pubblicazione dell’Éncyclopédie da parte di Diderot e D’Alembert; il titolo preciso è “Éncyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers” ed esce a Parigi dal 1751 al 1772. Un’impresa notevole per quei tempi portata avanti tra ostacoli, censure e contrasti di ogni tipo; tutto ciò non ci deve meravigliare se riflettiamo brevemente sul significato etimologico del termine divulgazione.
Divulgare significa “rendere noto a tutti, diffondere” o meglio “esporre in modo chiaro e comprensibile a molti, rendere accessibili - ad un più vasto pubblico - cognizioni in ambito specialistico” e deriva dal latino, più precisamente da “dis” e “vulgàre” ovvero rendere noto al “vulgus”, alla folla, al popolo! Operazione ovviamente in contrasto con ogni potere sia esso politico sia esso religioso; non a caso la conoscenza scientifica – in passato – è stata sovente patrimonio esclusivo del potere politico, religioso e sociale.

La pubblicazione dell’Éncyclopédie costituisce un momento decisamente significativo – in un’epoca così… particolare – e aggiungiamo che rendere noto, comprensibile e accessibile a tutti significa diffondere la conoscenza e togliere la paura dell’ignoto; pensiamo quale importanza riveste ciò – oggi – “il conoscere” in ambito medico per il coinvolgimento personale e la collaborazione di ogni paziente e immaginiamo anche negli altri campi di indagine, non ultima la Matematica verso la quale viene dichiarato un vero e proprio terrore.
Divulgare ha come primo scopo quello di far conoscere e di far scomparire qualsiasi timore; per quanto riguarda la Matematica questo sarebbe di fondamentale importanza!

Tra gli esempi illustri del passato ricordiamo anche – da qualche mese è nelle librerie, edito da Bollati Boringhieri – “Lettere a una principessa tedesca” di Eulero (pubblicate, per la prima volta, a San Pietroburgo nel 1768), un pretesto attraverso il quale il grande matematico affronta, in modo discorsivo e chiaro, argomenti scientifici. E poi come non citare Gaspard Monge (fondatore dell’École Polytécnique) che nella prefazione del suo testo di Geometria Descrittiva dichiara che il suo libro – siamo in piena rivoluzione francese! – è scritto per tutti i cittadini e quindi rivolto al popolo.
Anche all’inizio del secolo scorso vengono ripresi tentativi di rendere la matematica “dilettevole e curiosa” (questo accadeva anche in epoche passate, ad esempio durante il Rinascimento con i giochi matematici che venivano proposti nei salotti per intrattenere gli ospiti… a parità di situazione oggi… immaginiamo di accogliere una sera i nostri amici proponendo loro un gioco matematico…) come si legge nel testo di Italo Ghersi o in molti testi francesi anche precedenti. E pensiamo anche a Federico Enriques nel suo testo “Le matematiche nella storia e nella cultura”, oppure a Morris Kline che pubblica nel 1953 (ma la prima edizione italiana è del 1976) “La Matematica nella cultura occidentale”; entrambi sono tentativi di sottolineare il legame tra la Matematica e le altre discipline, in particolare quelle di carattere umanistico.
In realtà è stato sempre spontaneo il legame con la fisica ma niente di più… successivamente con le altre discipline scientifiche, poi con l’economia… grazie a John Nash (premio Nobel per l’economia… in realtà per la Matematica!)… Immediata è la divulgazione di tutte le scienze legate alla realtà… e la matematica resta sempre fuori e distaccata, una specie di torre inespugnabile che dall’alto controlla e osserva… Eppure - scrive Jan Stewart nel suo libro “Come è bella la matematica”, rivolgendosi ad una studentessa - “la tua vita è una piccola imbarcazione che si muove nel vasto oceano della matematica. Ma di rado qualcuno se ne accorge. Nascondere la matematica ci fa sentire più tranquilli ma ne sminuisce il valore, ed è un peccato. Finiamo per considerarla una disciplina inutile, priva di significato, poco più di un gioco intellettuale”.
Non ci occupiamo, in questo contesto, dei problemi - relativi all’insegnamento di questa disciplina - che pur spesso non aiutano a predisporre all’ascolto di argomenti di matematica. Spesso viene trascurato il legame con la realtà, non viene usato un linguaggio chiaro in parallelo a quello puramente simbolico. Eppure tutti i grandi matematici (per citarne uno, Hilbert) hanno sempre propagandato che anche i problemi più difficili della matematica si dovrebbero poter spiegare con parole semplici e comprensibili anche “all’uomo di strada”, ovvero ad un cittadino qualunque indipendentemente dalle sue conoscenze. Questo, oltre ad essere un auspicio risulta una necessità, la necessità di non perdere i legami intrinsechi tra le nozioni più astratte e le più semplici intuizioni.
Sarebbe utile che le pagine culturali dei giornali o i programmi televisivi si dedicassero molto di più ad argomenti di natura matematica. La divulgazione attraverso i mezzi di diffusione quotidiana aiuterebbe a mostrare la Matematica nella sua vera dimensione come “Regina delle Scienze e dell’Umanesimo – dice Piergiorgio Odifreddi – invece che di Bestia Nera della Scuola”.

Negli ultimi tempi la Matematica interviene in quasi tutte le altre scienze e non solo, si parla di: matematica e clima, matematica e nanotecnologie, matematica e chimica, matematica e medicina, matematica e strategie per la pace, matematica e arte, e non dimentichiamo l’intervento della matematica in tutte le simulazioni e la robotica, ecc.
E’ finalmente lecito “parlare” di matematica (fino a poco tempo fa questo era possibile esprimendosi solo con formule e simboli), oh certo i puristi storcono il naso… ma se non vogliono correre il rischio di rimanere a dialogare da soli, dovranno pure adattarsi.
Si parla anche spesso di “matematica del cittadino”: tutti devono essere in grado di eseguire le più semplici operazioni così come tutti devono saper leggere e scrivere (in questi ultimi giorni se ne torna a parlare…), ma attenzione a non ripetere lo stesso vecchio errore! Matematica non è solo “saper far di conto”, Matematica non è solo Aritmetica o – esagerando – Algebra!
In questo modo si rischia di emarginarla di nuovo relegandola a scienza selettiva in virtù solo del suo estremo rigore nel calcolo! Vale la pena ricordare che i matematici non sono sempre occupati a elaborare calcoli o a macinare formule, anche se spesso i calcoli aiutano a procedere nella ricerca e le formule sono necessarie!

Tornando a oggi vediamo che cosa – e se – c’è di nuovo e disponibile nel campo della divulgazione! Fra gli esempi – italiani – cito soprattutto quelli che vivo più da vicino in quanto coinvolgono il Centro Pristem (Pristem significa: Progetto Ricerche Storiche e Metodologiche della Matematica) del quale faccio parte da circa venti anni e che in tutto questo periodo di tempo si è dedicato sempre alla divulgazione e alla didattica della Matematica, cercando di dialogare con il suo pubblico attraverso: riviste e libri, convegni, mostre, corsi di perfezionamento, corsi di formazione e aggiornamento dei docenti, attività didattiche con gli studenti in particolare sui modelli matematici (i laboratori “Matematica & Realtà”), campionati di giochi matematici, mostre itineranti e un sito web.
“Lettera Matematica Pristem” e, l’ultima nata, “Alice & Bob” sono riviste esclusivamente di Matematica nelle quali i temi sono diversi e gli articoli cercano di coprire ampi settori con particolare attenzione all’attualità, ma anche alla storia ricostruita attraverso testimonianze e documenti. Alcuni esempi significativi: “la Matematica per i beni culturali”, un articolo di Fasano e Natalini nel numero 60 della Lettera, dove, attraverso modelli, gli autori spiegano il perché del deterioramento delle opere architettoniche e quali sono le prospettive future; oppure “la Matematica del biscotto” o la “Fabbrica del cioccolato” sui numeri 2 e 3 del nuovo “Alice & Bob”.
É doveroso ricordare due grandi riviste scientifiche che sono “Sapere”, la prima pubblicazione italiana che si è occupata di scienza, e “Le Scienze”, quest’ultima è l’edizione italiana della prestigiosa rivista americana.

Nell’ultimo decennio anche i libri sulla Matematica sono ogni anno più numerosi e tra i tanti divulgatori citiamo Marcus Du Sautoy (del quale è uscito l’ultimo libro “Il disordine perfetto”), e lo stesso Ian Stewart; ma tornando in Italia non dimentichiamo la collana di Bruno Mondadori “Matematica e dintorni”, e alcuni testi della collana 
“I Blu” della Springer.
Leggere è una delle attività eseguite con estrema fatica dalle nuove generazioni e allora abbiamo visto film su matematici o sulla Matematica (a questo punto tutti penseranno a “A beautiful mind” ma anche a “Enigma”, a “Cube” o “Hypercube” ad esempio), ma anche spettacoli teatrali a partire dallo splendido “Infinities” (con la regia di Luca Ronconi) proprio sul tema dell’infinito e in particolare del concetto di infinito in matematica. E’ ovvio che film o spettacoli teatrali hanno un notevole impatto sul grande pubblico, anche perché è un dato di fatto che siamo sempre più propensi ad un apprendimento attraverso una comunicazione visiva anziché verbale.
Rilevante e fondamentale è l’importanza del sito web (le nuove generazioni sono costituite da grandi “navigatori”); quello del Centro Pristem è “matematica.unibocconi.it”; vi si possono trovare notizie, articoli, recensioni di libri da leggere, giochi matematici, dibattiti, soluzioni dei temi dell’Esame di Stato e poi è possibile cercare nell’Archivio tutti gli interventi che sono passati sul sito.
Molte università ospitano all’interno del loro sito altri siti con spazi dedicati alla Matematica, soprattutto a particolari progetti che si dedicano alla sua diffusione; uno di questi di notevole interesse è Polymath nel sito del Politecnico di Torino.

Abbiamo poi assistito al brulicare di mostre itineranti di matematica e di Musei della Matematica: tra gli altri menzioniamo “Il giardino di Archimede” in Toscana, “Mateureka” nelle Marche oltre a quello di Modena dedicato agli strumenti matematici. L’interattività è una delle costanti di queste manifestazioni: lo scopo è quello di coinvolgere il visitatore negli esperimenti e far sì che non si senta solo uno spettatore, ma parte viva della mostra.
E’ indispensabile ricordare – anche se non dedicata esclusivamente alla matematica – “La città della Scienza” di Bagnoli (“un sogno a Bagnoli” come lo definisce Pietro Greco nel libro scritto per la Bollati Boringhieri). Una città sul sapere scientifico allo scopo di educare, emozionare e divertire; un centro di educazione permanente “articolato su più livelli di fruizione e di partecipazione”. Lo “Science Center” di Bagnoli è un museo interattivo, aperto; non pone barriere tra sé e il visitatore e vi si rileva una marcata attenzione al rapporto tra arte e scienza anche dal punto di vista estetico. Quattro le parole d’ordine del museo: studiare, giocare, sapere fare, interpretare!

E poi c’è il Festival della Matematica! Finalmente dopo i vari festival della scienza! Quest’anno si è svolto a Roma tra critiche e approvazioni; “spettacolo da baracconi” hanno pensato i soliti puristi… ma che ben vengano se questo avvicina le persone alla Matematica; che ben vengano se consente di incontrare e di ascoltare grandi matematici, premi Nobel, studiosi, se si possono ammirare esposizioni e percorsi, se ci si può sentire – anche se solo per pochi giorni – di appartenere profondamente a questo fantastico mondo!

Per ultimo, ma non in ordine di importanza né di tempo, rivolgiamo l’attenzione alla produzione di filmati dell’Associazione culturale “La Limonaia”, finalizzata alla diffusione della cultura scientifica. L’ultimo prodotto è un filmato di circa sessanta minuti intitolato “L’eredità di Volterra” e dedicato alla figura di uno dei maggiori matematici italiani, un uomo di grande spessore culturale e di profonda dignità intellettuale.

Questo intervento ovviamente non è e non vuole essere esaustivo nell’elenco degli esempi e di tutta la produzione sulla divulgazione matematica, ma di sicuro vuole essere un auspicio per tutto quello che in futuro sarà fatto allo scopo di rendere più comprensibile, più allettante e più divertente ogni trattazione matematica, riconquistando piano piano un pubblico che di queste conoscenze deve aver solo interesse e bisogno e mai paura!