Tante contraddizioni, di fronte
ad un’unica verità. Il tumore del seno è curabile se scoperto
in fase iniziale e quindi i controlli periodici sono indispensabili.
Ma l’informazione non è efficace come dovrebbe, in Italia
le strutture oncologiche sono concentrate soprattutto
nelle Regioni settentrionali e i centri ad alta competenza
senologica sono ancora troppo pochi.
Al Sud si muove di tumore al seno più che al Nord e si
assiste spesso ad un crescente divario tra il progresso
tecnologico e l’adeguamento delle strutture sanitarie.
L’ALTS, come tante altre Associazioni che si occupano
di questi temi, contribuisce attraverso varie attività
informative, alla diffusione di una nuova cultura della
prevenzione.
Quando, nel 1986, fu fondata
l’ALTS, lo stimolo maggiore fu determinato dal comune
senso di rabbia ed impotenza di fronte alle complesse
problematiche sociali legate ai tumori del seno.
In quegli anni più del 50% dei casi visitati daglispecialisti
erano in fase avanzata di malattia. Donne paralizzate
dalla paura.
Bisognava fare qualcosa. Bisognava, ci dicevamo in quel
periodo, tentare di modificare l’atteggiamento collettivo
nei confronti della malattia.
Incoraggiare la prevenzione con più incisive campagne
d’informazione. Esercitare pressioni presso le Autorità
per rendere meno diseguale la prevenzione nel Paese. Porre
all’attenzione della collettività il problema cancro.
Oggi, dopo tanti anni, possiamo dire che di strada ne
abbiamo percorsa. Con l’inizio del nuovo millennio si
è chiusa la prima fase di “Europa contro il Cancro” e
i risultati hanno sfiorato l’obiettivo: la mortalità per
tumore nei paesi della Comunità Europea è scesa mediamente
del 10 per cento e ciò ha consentito di salvare 100.000
vite in più ogni anno. Ma ci sono Paesi in cui i risultati
sono stati ancora maggiori. Austria e Finlandia hanno,
infatti, raggiunto in pieno il traguardo per entrambi
i sessi, mentre in l’Italia come in Inghilterra la riduzione
della mortalità è stata di circa il 12 per cento. I Paesi
della Comunità Europea hanno così dimostrato che una malattia
complessa come il cancro può essere contrastata unendo
le forze, mettendo insieme impegno, risorse economiche
e competenze scientifiche. In un certo senso, è come se
contro il cancro gli europei avessero trovato quella solidarietà
e quel senso di comunità che hanno dato vita all’Euro.
In questo contesto l’ALTS - così come tante altre Associazioni
che si occupano di cancro – ha svolto un ruolo determinante.
Ha contribuito, cioè, alla diffusione di una nuova cultura
della prevenzione. Quello del seno è il tumore più frequente
tra le donne: 33.000 donne in Italia ogni anno si ammalano
di tumore al seno, circa 12.000 muoiono per tale malattia.
La conoscenza dei fattori di rischio legati alla malattia
e la loro divulgazione tra il grande pubblico rappresenta
un valido supporto, di grande utilità soprattutto per
le nuove generazioni.
Le
cifre a nostra disposizione dimostrano che il tasso di
guaribilità continua a migliorare in Italia come in Europa.
È passato dal 65% negli anni 80 al 74.3% degli anni 90
al 90% circa nel 2000. Una riduzione cioè del 25% che
tuttavia riguarda soprattutto le donne giovani. Quelle
che per prime si sono convertite alla diagnosi precoce,
clinico - mammografica. Di contro, in Italia, il tasso
di mortalità varia tra Nord e Sud: nel Sud del nostro
Paese purtroppo si muore di più. La grande domanda è:
perché si giunge tardi alla diagnosi e alla cura? Paura,
consigli errati e fuorvianti, difficoltà burocratiche
e logistiche spesso influenzano le storie di tante donne
operate al seno e l’obiettivo della diagnosi tempestiva
sembra per molte ancora un miraggio.
Eppure, oggi più che mai, le conoscenze scientifiche raccolte
nei vari laboratori del mondo rappresentano un enorme
potenziale di informazioni contro questa malattia. Tuttavia
l’informazione non riesce ad essere efficace come dovrebbe,
in Italia le strutture oncologiche sono concentrate soprattutto
nelle Regioni settentrionali e sono pochi i centri ad
alta competenza senologica. In molti casi assistiamo ad
un crescente divario tra il progresso tecnologico e l’adeguamento
delle strutture sanitarie. Dall’analisi di studi statistici
accreditati (World Cancer Report) si prevedono per il
2020 la possibilità di 15 milioni di nuovi casi l’anno
di tumori. Nel 2003, 1 milione e 200 mila donne nel mondo
ha scoperto di avere un tumore al seno. Sebbene i dati
siano allarmanti, da un’indagine condotta dall’ALTS, presso
la popolazione femminile della città di Napoli, risulta
che poco più del 30% delle donne tra i 40 e i 70 anni
pratica controlli “periodici” di prevenzione senologica.
Una percentuale troppo bassa rispetto a quella ideale:
il tumore del seno è curabile se scoperto in fase iniziale,
gli interventi chirurgici conservativi sono improponibili
quando la malattia è in fase avanzata. Oggi, più che mai,
la prevenzione e l’informazione sono la strada che l’ALTS
percorrere soprattutto con il Camper Donna, l’unità mobile
di prevenzione attiva dal 1993, grazie al generoso volontariato
di tanti medici specialisti che mettono la loro competenza
e professionalità al servizio delle donne. Oltre 35.000
donne in questi anni sono state visitate e di queste circa
il 40% per la prima volta. Certo il cancro fa ancora paura.
Sono ancora molte le resistenze presenti nell’immaginario
collettivo femminile.
Alla luce di queste considerazioni, l’ALTS oggi più che
mai è in prima linea per:
- promuovere su tutto il territorio Regionale Corsi di
Educazione alla Salute, educando le nuove generazioni
ad uno stile di vita corretto e incoraggiando le donne
a conoscere e controllare con regolarità il proprio corpo;
- esigere dalle Autorità Sanitarie un servizio di strutture
adeguate, distribuite omogeneamente su tutto il territorio
nazionale e regionale con un loro regolare controllo di
qualità e funzionamento;
- elaborare proposte per gli Amministratori Sanitari e
sensibilizzarli sulle scelte che dovrebbero determinare
un adeguato servizio per quanto riguarda il tumore del
seno in particolare;
- sostenere tramite iniziative sociali la ricerca scientifica
con Borse di Studio agli Istituti di Ricerca, finalizzate
allo studio delle neoplasie femminili.
Per le donne e per quelle che hanno fatto l’esperienza
della malattia, l’ALTS offre un servizio gratuito di:
- sostegno psicologico per loro e per la famiglia;
- consulenza nel disbrigo delle pratiche per ottenere
la protesi o l'invalidità;
- consulenze specialistiche;
- preparazione alla tecnica dell'autoesame del seno;
- momenti ricreativi (a scopo benefico).
L’Associazione è convinta che solo una radicale trasformazione
culturale del tipo “nessuno escluso” potrà sconfiggere
il tumore del seno.
A tal fine, raccomanda ai medici di:
- promuovere la diffusione e lo scambio di informazioni,
le più corrette ed aggiornate, sui tumori del seno a vantaggio
di tutte le donne;
- incoraggiare le donne a conoscere e controllare regolarmente
il proprio seno, promuovendo una cultura della salute
nelle giovani generazioni.
Ai manager sanitari di:
- effettuare regolari controlli di qualità sulle prestazioni
strumentali senologiche erogate per garantire l’obiettivo
della diagnosi precoce;
- procedere ad un costante controllo dei protocolli di
trattamento e linee guida sugli standard di cura nazionali
con un’adeguata trasparenza;
- facilitare l’accesso all’ospedalità pubblica, semplificando
l’iter burocratico ed evitando inaccettabili attese di
prenotazioni.
Ai politici ed alle Istituzioni
di:
- privilegiare interventi di prevenzione presso le aree
più svantaggiate del Paese;
- promuovere, senza limiti di età, l’attivazione di progetti
di prevenzione e diagnosi precoce a tutela della salute
femminile.
Alle donne di:
- Esigere la creazione di Unità funzionali di Senologia
presso le strutture sanitarie pubbliche;
- richiedere maggiori investimenti nella ricerca scientifica
del carcinoma mammario;
- Pretendere la chiarezza e l’umanizzazione nel rapporto
medico-paziente.