Vorrei, in queste brevi note, illustrare i
motivi per cui mi auguro un fortissimo
impulso nelle attività di ricerca nel
settore dell’energia, sui temi più svariati,
dai materiali ceramici per le alte
temperature a quelli nano strutturati
per applicazioni fotovoltaiche, dalle
celle a combustibile alle microturbine,
dal solare termodinamico alle turbine
eoliche off-shore, dalla micro cogenerazione
alle centrali nucleari di quarta
generazione, dalle tecniche avanzate
per il sequestro dell’anidride carbonica
ai biocombustibili, dalle auto ibride a
quelle a idrogeno, dalla geotermia
delle rocce secche alle tecnologie del
carbone pulito, dalle smart grid agli
accumulatori di energia, e così via.
Ognuna delle voci citate richiama settori di ricerca dove sono necessari
grandi progressi tecnologici, conseguibili
solamente con fortissimi impegni
sul fronte della ricerca. Perché sostengo
che serve un grande sforzo in queste
ricerche? Perché l’energia è certamente
una delle grandi emergenze che
l’umanità si troverà ad affrontare nei
prossimi decenni, emergenza che non
ha, ad oggi, una soluzione condivisa.
Può essere utile sintetizzare i termini
del problema energetico:
- la correlazione fra sviluppo ed energia
è fortissima: dalla rivoluzione
industriale in poi, esiste ogni evidenza
che senza adeguata disponibilità
di energia non vi è possibilità di
sviluppo.
- Una frazione importante dell’umanità non ha tuttora accesso alle
risorse energetiche e ha condizioni
di vita inaccettabili; giustamente
aspira a una vita migliore: vuole di -
sporre di elettricità, calore, mobilità.
- I fortissimi incrementi di domanda
energetica che hanno caratterizzato
lo scorso secolo sono destinati a
protrarsi per molti decenni e non
sarebbe etico, per le ragioni sopra
ricordate, auspicare un’inversione di
tendenza.
- I combustibili fossili (carbone,
petrolio, gas naturale) sono stati il
motore del passato sviluppo e sono
destinati a confermare questo ruolo
anche nei prossimi decenni.
- Purtroppo, il ricorso in dosi sempre
più rilevanti ai combustibili fossili ha sì fornito fondamentali contributi
positivi allo sviluppo e alla qualità
della vita di miliardi di persone, ma
ha anche provocato impatti
ambientali drammatici: da un lato,
le emissioni nocive legate ai processi
di combustione hanno causato un
importante peggioramento della
qualità dell’aria (soprattutto nelle
aree metropolitane), dall’altro la
continua crescita delle emissioni di
anidride carbonica hanno dato
luogo a un aumento senza precedenti
della concentrazione nell’atmosfera
terrestre di questo gas clima
alterante, con forti preoccupazioni
su possibili futuri cambiamenti climatici.
- L’aumentata consapevolezza ambientale
ha favorito decisivi progressi sul
fronte dell’abbattimento delle emissioni
nocive, portando all’impiego
di combustibili più puliti, di tecnologie
di combustione a basse emissioni,
di linee di trattamento dei gas
di combustione sempre più efficienti
(oggi una moderna centrale termoelettrica
ha emissioni specifiche
di due ordini di grandezza inferiori
rispetto alle centrali di qualche
decennio orsono, lo stesso accade
per le autovetture).
- Non altrettanto è accaduto sul fronte
delle emissioni di anidride carbonica,
che continuano inesorabilmente
a crescere, parallelamente
all’utilizzo dei combustibili fossili.
La grande sfida energetico-ambientale
che l’umanità deve affrontare si riassume
in questo quesito: come conciliare
due esigenze apparentemente contrastanti,
vale a dire mitigare l’innalzamento
della concentrazione di gas
serra in atmosfera e soddisfare contemporaneamente
il continuo incremento
della domanda di energia mondiale,
senza peggiorare il quadro economico
complessivo.
In linea di principio, le soluzioni sono
note e possono essere classificate nelle
seguenti categorie:
- efficienza e risparmio energetico,
vale a dire utilizzare meglio le risorse
energetiche per soddisfare i nostri
fabbisogni (l’elenco delle possibilità
in tal senso è lunghissimo: si va dalle
lampade a basso consumo a una
migliore coibentazione degli edifici,
da elettrodomestici a basso consumo
a motori elettrici ad alto rendimento,
dalla cogenerazione ad alta
efficienza a processi produttivi poco
energivori, da mezzi e sistemi di trasporto
a basso consumo a centrali e
reti elettriche più efficienti, e così
via).
- Una maggiore penetrazione delle
energie rinnovabili, oggi relegate,
con qualche eccezione, a un ruolo
marginale: le potenzialità sono infinite,
ma altissimi permangono gli
aspetti tecnologici da risolvere. Ad
oggi, gran parte dell’energia ottenuta
da fonti rinnovabili è lungi dall’essere
economicamente competitiva
e si sviluppa solo grazie ad elevatissimi
incentivi a carico della collettività,
così come permangono i problemi
legati al coniugare l’aleatorietà
delle più importanti fonti rinnovabili,
quali il sole e il vento, alle esigenze
della domanda energetica.
- Un rinascimento nucleare, che faccia
ripartire una tecnologia che ha
visto nell’ultimo decennio un forte
rallentamento negli ordini di nuove
centrali in gran parte del mondo. I
problemi sono noti: costi e tempi di
realizzazione elevatissimi, incertezza
sul destino delle scorie radioattive,
timori per la proliferazione, scarsa
accettazione sociale, limitate riserve
di combustibile, ecc.
- Cattura e confinamento geologico
dell’anidride carbonica: l’idea è di
continuare a utilizzare i combustibili
fossili, ma di evitare il contestuale
rilascio in atmosfera dell’anidride
carbonica, che verrebbe isolata, trasformata
in una corrente liquida e
inviata in serbatoi naturali. Con le
tecnologie attuali, la cattura comporta
rilevanti penalità, con sensibili
aumenti di consumi e di investimenti
e il confinamento geologico
desta dubbi e preoccupazioni in
merito a possibili rilasci futuri all’atmosfera.
La prima delle alternative sopra ricordate,
il risparmio energetico, è la più
facile e condivisa; la sua attuazione
non richiede grandi balzi tecnologici,
né ingenti investimenti. Purtroppo
non è lecito illudersi che basti da sola
a fornire una risposta soddisfacente al
problema energetico, occorre perseguire
anche le altre vie: rinnovabili,
nucleare, sequestro. Perché questo
avvenga, serve l’immane sforzo di
ricerca auspicato all’inizio.
Fino ad oggi, l’umanità ha concentrato
i suoi sforzi di ricerca su altri temi:
la lotta contro il cancro, la conquista
dello spazio, la fusione nucleare, le
telecomunicazioni. E’ tempo che sforzi
analoghi vengano dedicati anche al
problema energetico. Il tema ha certamente
catturato l’interesse dei media e
del mondo politico, ma questo interesse
non si è concretizzato nell’azione
più utile per risolvere il problema: la
ricerca tecnologica.