Ce ne sono tante, tantissime, in tutta
Italia. Sono le associazioni no profit che fanno della
solidarietà, del sostegno ai più deboli,
della promozione culturale, la loro missione. Esse rappresentano
il sostrato della nostra società, anche se spesso
sconosciuto o poco valorizzato. Ma il loro lavoro è
prezioso e insostituibile perché realizzano quella
rete di salvataggio che consente alle persone in difficoltà
e alle loro famiglie di non sentirsi abbandonate, di sentirsi
protette, di avere un punto di riferimento. Noi abbiamo
bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi. Così
questo spazio è dedicato alle associazioni, per
far conoscere il loro impegno, i loro obiettivi. La loro
forza.
Autismo
e qualità della vita: il progetto di presa in carico
globale
Un’esperienza esemplare realizzata dalla Fondazione
Bambini e Autismo ONLUS di Pordenone: un modello di presa
in carico globale di bambini autistici attraverso una
rete di servizi che va dalla diagnosi precoce, alla riabilitazione,
ai servizi di formazione, all’attività di
ricerca. Spesso le famiglie si trovano di fronte a grandi
difficoltà dovute alla carenza di strutture adeguate,
a diagnosi tardive e alla scarsa preparazione degli operatori
socio-sanitari. Una realtà che a Pordenone viene
affrontata con efficaci metodi diagnostici, con interventi
educativo-riabilitativi personalizzati e validati scientificamente,
con la continua formazione degli operatori. E poi, c’è
“Villa Respiro” una casa strutturata per ospitare
durante i fine settimana piccoli gruppi di persone autistiche
che, seguite da personale specializzato, svolgono attività
che li aiutano ad ampliare la propria autonomia personale.
Di Odette Copat- Responsabile Relazioni Esterne Fondazione Bambini
e Autismo ONLUS Vai all'articolo >>
Conosciamoci
meglio Attualmente in Italia 1 bambino su
800 nasce con sindrome di Down. Si stima che oggi vivano
in Italia circa 40.000 persone affette da questa forma
di disabilità. Rispetto al recente passato qualcosa
oggi sta cambiando: incontriamo questi bambini a scuola
e fuori casa mentre giocano con gli amici e qualche adulto
è anche inserito nel mondo del lavoro.
Grazie allo sviluppo della medicina e alle maggiori cure
dedicate a queste persone la durata della loro vita si
è molto allungata così che si può
ora parlare di un’aspettativa di vita di 62 anni,
destinata ulteriormente a crescere in futuro. Per migliorare
la loro qualità della vita, per garantire loro
la maggiore autonomia possibile, per sviluppare le loro
diverse abilità e una serena interazione con l’ambiente
e la comunità, è necessario abbattere i
luoghi comuni e gli stereotipi: le persone con sindrome
di Down sanno fare molte cose e ne possono imparare molte
altre; ma perché queste possibilità diventino
concrete occorre che tutti imparino a conoscerli e ad
avere fiducia nelle loro capacità. Di Patrizia Danesi
- Associazione Italiana Persone Down
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