La ricerca italiana sulle tecnologie energetiche, dopo un periodo di forte frammentazione, sta evolvendo verso un quadro più coordinato di iniziative, favorite anche dall’avvio dei programmi internazionali di cooperazione. Il sistema della ricerca italiano ha un buon posizionamento internazionale, dimostrando di essere pronto a cogliere tutti gli spunti più innovativi.
Il sistema energetico e le
sue criticità
Come noto, a causa del maggior grado
di dipendenza dall’estero del nostro
approvvigionamento, l’Italia a confronto
con i principali partner europei
fa registrare prezzi e tariffe dell’energia
più cari. In confronto alla media europea
la differenza è del 30%, mentre
rispetto alla Francia la divergenza arriva
al 60%, con conseguenze negative
in termini di perdita di competitività.
Il Paese ha bisogno di energia a costi
competitivi, in quantità adeguate e in
condizioni certe. Per uscire da questa
situazione di crisi, si deve intervenire
lungo varie direttrici: diversificazione,
infrastrutture, efficienza negli usi finali
e innovazione tecnologica.
La necessità più immediata consiste
nel programmare e avviare un processo
di diversificazione delle fonti che,
soprattutto nel settore elettrico, riesca
a riequilibrare l’attuale mix, potenziando
in particolare le fonti rinno -
vabili, il carbone pulito e riprendendo
l’uso delle tecnologie nucleari. Un mix
energetico ottimale per la produzione
di energia elettrica dovrebbe essere
costituito per il 25% dalle fonti rinnovabili,
per il 25% da nucleare e per il
restante 50% da combustibili fossili
utilizzati nelle condizioni di massima
sostenibilità ambientale.
Occorre inoltre rendere possibile la
costruzione e l’ammodernamento
delle infrastrutture energetiche: rigassificatori,
sistemi di stoccaggio per il
gas naturale, reti di trasporto e interconnessione
con altri Paesi.
Occorre,
infine, sostenere le iniziative di internazionalizzazione
delle nostre imprese
energetiche, affinché vengano valorizzate
le interdipendenze e gli accordi
con i Paesi esportatori di energia.
Un’altra priorità assoluta, anche per
rispondere agli elevati prezzi dell’energia,
è rappresentata dalla promozione
dell’efficienza energetica nel consumo
di energia, in tutti i settori, dal civile
all’industriale, ai trasporti. Una maggiore
efficienza energetica riduce la
nostra dipendenza nell’approvvigionamento
estero e ci consente di affrontare
con maggiori probabilità di successo
il problema del contenimento delle
emissioni di gas con effetto serra. Il
Ministero sta predisponendo un Piano
di azione straordinario sull’efficienza,
così come previsto dalla Legge
n. 99/09 sullo sviluppo.
In materia di fonti rinnovabili, la priorità
riguarda non solo l’aumento dell’uso
delle fonti stesse ma la ricerca di
una sempre maggiore efficienza economica.
Rilevante per il nostro Paese è
anche la necessità di un impiego sostenibile
dei combustibili fossili, vista la
forte dipendenza dall’estero del nostro
sistema energetico e l’impossibilità di
ridurne significativamente il contributo
per i prossimi anni. La sperimentazione
di tecnologie d’avanguardia in
materia, quali ad esempio la cattura e
il sequestro dell’anidride carbonica,
con lo sviluppo di impianti sperimentali
per l’analisi delle migliori tecnologie,
ai fini della sicurezza e del rispetto
dell’ambiente, diventa una esigenza
imprescindibile per il nostro sistema.
Il contributo dell’innovazione
tecnologica
E’ molto importante quindi il contributo
che la ricerca scientifica e tecnologica
può dare alla soluzione di questi
problemi, con proposte che guardino
sia al breve che al lungo termine e
con una crescente spinta all’internazionalizzazione
delle attività di ricerca
e al trasferimento tecnologico nel
campo energetico e ambientale.
In tema di innovazione, il Ministero
ha dato in primo luogo compiuta
attuazione al programma “Industria
2015”, in particolare per quanto
riguarda i bandi “Efficienza energetica”
e “Mobilità sostenibile”.
Il
Progetto di innovazione industriale
sull’Efficienza energetica ha suscitato
molto interesse tra gli operatori, sollecitando
le comunità scientifiche e le
imprese a sviluppare proposte innovative,
in grado di farci recuperare in
futuro il terreno perduto, collegandosi
eventualmente alle migliori esperienze
internazionali, anche tramite accordi
specifici di collaborazione.
Il Ministero ha messo a disposizione
degli operatori lo scorso anno anche un bando di co-finanziamento a valere
sul Fondo per la ricerca di sistema
elettrico, che è finanziato direttamente
dai consumatori di qualsiasi tipologia,
in quanto anche il settore elettrico
richiede alcune priorità di intervento
in tutti i segmenti della filiera, dalla
produzione alla trasmissione, fino
all’uso finale.
Il SET Plan europeo sulle
tecnologie energetiche
E’ importante assicurare anche uno
stretto collegamento delle attività di
ricerca nazionali ai contenuti
dell’“European Strategic Energy
Technology Plan”(SET Plan) proposto
recentemente dalla Commissione
Europea e che costituisce la risposta
strategica alle sfide del clima e
dell’ener gia che l’Europa intende
affrontare attraverso l’innovazione
accelerata delle tecnologie energetiche.
Per guidare la transizione verso un
futuro ad “emissioni zero” i Paesi
dell’Unione dovranno mettere in
comune le risorse e condividere i rischi
connessi allo sviluppo di nuove tecnologie,
trovando il giusto equilibrio fra
cooperazione e competizione, con la
prospettiva anche di assumere la leadership
mondiale delle tecnologie
energetiche. L’Italia deve farsi trovare
pronta a questa sfida e recitare il ruolo
che le compete a livello europeo e
mondiale.
Elemento determinante ai fini dell’implementazione
del SET Plan è rappresentato
dal lancio delle cosiddette
European Industrial Initiatives (EII),
vere e proprie partnership pubblicoprivate
con le imprese di settore per lo
sviluppo mirato dei progetti di ricerca.
Esse puntano a rafforzare la ricerca e
l’innovazione industriali nel settore
dell’energia generando la massa critica
necessaria in termini di attività e operatori.
Un primo gruppo di iniziative
prioritarie che verranno lanciate nel
corso del 2010 è costituito da: cattura
e stoccaggio della CO2, energia solare,
eolico off-shore, smart grids, bio -
energie e nucleare di IV generazione.
Il posizionamento italiano
nello sviluppo delle tecnologie
energetiche
Negli ultimi anni si è manifestato un
forte indirizzo verso un più esteso
ricorso a fonti alternative, anche sulla
spinta degli adempimenti in materia
ambientale che hanno dato impulso
ad una nuova domanda tecnologica.
La competenza dell’Italia nel quadro
delle tecnologie energetiche deve dunque
essere valutata in senso prospettico.
I positivi risultati registrati nell’area
termo-elettromeccanica non sembrano
attualmente in grado di superare
i limiti di una specializzazione
debole alla quale si vanno contrapponendo
comunque punti di forza a
livello europeo ben più solidi. Inoltre preoccupa la scarsa presenza nelle tecnologie
per l’uso di fonti rinnovabili,
ad eccezione di alcuni recenti casi di
successo nel solare a concentrazione e
nello sviluppo delle smart grids, settore
emergente nel quale l’Italia ha
recentemente consolidato la sua leadership
nell’ambito delle azioni conseguenti
il G8 dell’Aquila, coordinando
insieme alla Corea un Piano d’Azione
internazionale.
La ricerca italiana sulle tecnologie
energetiche, dopo un periodo di
forte frammentazione, sta evolvendo
verso un quadro più coordinato di
iniziative, favorite anche dall’avvio
dei programmi internazionali di
cooperazione. Il sistema della ricerca
italiano ha un buon posizionamento
internazionale, dimostrando di essere
pronto a cogliere tutti gli spunti
più innovativi provenienti a livello
internazionale.
Il sistema degli incentivi
La frammentazione registratasi negli
ultimi anni nel settore della ricerca
delle tecnologie energetiche è in parte
da imputare anche alla dispersione di
risorse e competenze tra i principali
Ministeri e le Regioni, in assenza di
una cabina di regia unica.
Il Ministero dello Sviluppo economico
ha attualmente in carico i principali
strumenti di incentivazione nazionale,
quali il Programma Industria 2015
ed il Fondo per la Ricerca di Sistema
elettrico. Quest’ultimo fino ad oggi
ha impegnato risorse per complessivi
180 milioni di euro, per l’affidamento
di attività di ricerca tramite accordi
di programma con ENEA, CNR e
ERSE (ex-CESI Ricerca). Un bando
di co-finanziamento per gli operatori
industriali è stato lanciato nel corso
del 2009, con incentivi per oltre
50 milioni di euro. Il Fondo è
alimentato dalla componente tariffaria
A5, il cui gettito annuo è di circa
70 milioni di euro. Il Programma
Industria 2015 ha ammesso ai
200 milioni di incentivi disponibili
30 progetti di ricerca e innovazione
nel settore dell’efficienza energetica,
che coinvolgeranno 234 imprese,
160 enti di ricerca e attiveranno
circa 500 milioni di investimenti.
E’ inoltre in fase di definizione un
nuovo strumento di promozione della
ricerca energetica in base all’art. 38
della già citata Legge Sviluppo.
Determinante sarà in futuro la possibilità
di accelerare il processo in
atto di razionalizzazione degli obiettivi
della ricerca nel settore dell’energia,
valorizzando e finalizzando le varie
competenze nazionali operanti nel
settore. Priorità, indirizzi e valutazioni
di competitività nel settore
delle tecnologie energetiche dovranno
essere periodicamente aggiornati,
anche alla luce dei nuovi orientamenti
del Governo in materia di
politica energetica; questo consentirà
al Paese di contribuire efficacemente
alle future scelte che verranno
assunte nell’ambito del SET Plan
europeo, tutelando altresì la competitività
industriale e valorizzando la
capacità di produrre innovazione.
In tale prospettiva si dovrebbe inoltre
pervenire per la prima volta in
Italia ad un censimento delle
competenze nazionali nel settore
della ricerca energetica, premessa
indi spensabile per una definizione
più accurata delle priorità e per
una adeguata calibrazione degli
incentivi sulle specifiche filiere
tecnologiche.