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finalità del biodesign, il nuovo ambito disciplinare del design applicato alla medicina, è introdurre una innovazione tecnologica nell’ambito medico-biologico attraverso soluzioni la cui efficacia sia realmente percepita dall’uomo. Ciò è reso possibile grazie al concetto di interdisciplinarità, ossia di stretta collaborazione tra design, ingegneria e scienze medico biologiche, che è intrinseca nella definizione stessa di biodesign. La progettazione di un prodotto healthcare infatti, presuppone la necessità di avere delle competenze adatte a quel contesto di applicazione. Nello specifico, parlare di biodesign per l’idrokinesiterapia significa sfruttare le competenze legate all’ambito medico della riabilitazione in acqua e quelle tipiche del design. L’insieme di queste conoscenze, consente al progettista di avere un background di nozioni utile all’individuazione e alla scelta del prodotto più adatto alla esigenze di un terapista. Oggi, le attrezzature e le strutture necessarie, difficilmente sono reperibili nella maggior parte delle aziende ospedaliere e per questo motivo la riabilitazione viene svolta attraverso l’utilizzo di prodotti presi in prestito dal campo del fitness e dell’aquagym. (Figura 1) L’intento di Fit-Suit è stato quello di individuare soluzioni appropriate all’idrokinesiterapia, ponendo l’accento sulle esigenze degli specialisti, ma soprattutto sul comfort percepito dal paziente.


Idrokinesiterapia in breve
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L’utilizzo dell’acqua a scopo terapeutico risale all’antichità ed ha accompagnato la storia dell’uomo fino ai nostri giorni, attraverso le più importanti civiltà, dalla Cina all’Egitto, dalla Grecia a tutto l’Impero romano. “La vita nasce dall'acqua e l'acqua è vita.….dalla terra nasce l'acqua, dall'acqua nasce l'anima…” (Eraclito). La valenza terapeutica sta nell’esercizio, frutto di procedure logiche, mentre l’acqua costituisce il contesto all'interno del quale l'esercizio viene svolto. (Figura 2)

Tali procedure sono legate alle particolari proprietà fisiche e psicologiche dell’acqua quali:
• Spinta verticale;
• Resistenza
• Pressione idrostatica
• Relax
• Benessere

Idrokinesiterapia è quell’attività di kinesiterapia che si serve dell’elemento acqua per il recupero o il miglioramento di una disabilità. Le indicazioni alla riabilitazione in acqua sono molte ed abbracciano campi diversi della patologia.

Essa è indicata in campo:
• ortopedico-traumatologico
• neurologico
• nell’apparato urologico
• nell’apparato respiratorio.

La riabilitazione viene svolta in apposite vasche o piscine ad uso terapeutico. Attraverso l'uso di oggetti galleggianti o di pesi applicati a diverse parti del corpo è possibile dosare in modo molto fine gli stimoli provenienti dai recettori che trasmettono il senso di posizione e il senso di movimento. La possibilità di variare il peso specifico dei distretti corporei, viene data dall’utilizzo di cavigliere, polsiere, gambaletti ideali anche per opporre resistenza al movimento. Poiché non esistono oggetti specifici per la riabilitazione in acqua, Fit-Suit nasce come una tuta che contenga in se le funzioni di tutti gli altri prodotti in modo che il terapista possa avere a disposizione un prodotto unico e specifico che adotti un sistema tale da consentire lo svolgimento degli esercizi in maniera più efficiente, creando una variazione di peso, volume e superficie, in modo più immediato.


Fit- Suit: cos’è?
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Fit Suit è una tuta realizzata per parti che si adatta al corpo umano, facendo variare il peso ai distretti corporei interessati alle diverse metodiche riabilitative. Dal colloquio con diversi specialisti è emerso che un paziente malato, una persona disabile sono restii a svolgere esercizi utilizzando strumentazioni ingombranti, percepite come estranee; infatti proprio per questo motivo gli oggetti usati in riabilitazione sono colorati, morbidi, piacevoli al tatto. Per ottenere un prodotto con tali caratteristiche è opportuno considerare gli aspetti di sensorialità (percezione tattile), esteticità (gradevolezza visiva) e psicologia (percezione di comfort e benessere).

Per il raggiungimento di tale obiettivo è stato necessario individuare una lista di requisiti di progetto:
• Facile indossabilità
• Velocità di utilizzo
• Utilizzo materiali bio-compatibili a memoria di forma
• Sistema di variazione dei volume dei distretti corporei.

Il requisito di indossabilità è basilare, in quanto ci si trova spesso a dover lavorare con pazienti paralizzati. Ciò implica la necessità di avere una facile vestibilità e richiede quindi uno studio approfondito delle misure antropometriche del corpo umano. La possibilità di adattare la tuta a diverse persone rende necessario lo studio sulle giuste proporzioni del corpo umano. Ciò implica un’attenzione particolare all’ergonomia attraverso uno studio sui percentili e sulla wearability. La parola wear-ability significa letteralmente abilità di indossare e riguarda l’individuazione delle aree meno intrusive per gli oggetti indossabili e di forme che consentano comfort e libertà di movimento all’utente. La conformazione morfologica ed il design della tuta, sono strettamente collegati ai muscoli interessati predisposti alle metodiche riabilitative. Sovrapponendo aree meno intrusive con quelle interessate dalle metodiche riabilitative si delinea la conformazione della tuta (Figura 3). Fit-Suit è divisa in sezioni, in numero pari alle zone di interesse (Figura 4). Essa è realizzata in New Soft Gel, un polimero a base di poliuretano modellabile, con basso peso specifico ad alti valori di allungamento.

L’alto valore di allungamento garantisce che la tuta si adegui a diverse tipologie di persone. Questo materiale è stato scelto tenendo in considerazione il comportamento elastico ossia capacità di allungarsi per adattarsi alle diverse forme senza subire una deformazione plastica permanente, il peso specifico e l’aspetto tattile. La caratteristica di adattamento viene fornita alla tuta anche attraverso la scelta del secondo materiale di progettazione che ha una duplice funzione, quella di dare una struttura alla morfologia dell’oggetto e quella di consentire l’adattabilità alle forme. Il materiale in questione è l’acciaio armonico, un materiale metallico a memoria di forma, il quale viene utilizzato sotto forma di molle a nastro.

La loro caratteristica principale è quella di essere in grado di recuperare una forma pre-impostata per effetto del semplice cambiamento di temperatura o dello stato di sollecitazione applicato. Questa proprietà elastica, nel caso in esame viene sfruttata per conferire all’oggetto la possibilità di adeguarsi alle diverse sezioni del corpo umano. La possibilità di variare il volume da applicare alle diverse zone viene conferita inserendo aria nelle sezioni individuate. In tal modo si creano tanti braccioli pieni d’aria che consentono di svolgere la riabilitazione opponendo resistenza all’acqua.

L’immissione dell’aria è consentita dall’utilizzo di microvalvole piezo – elettriche (Figura 5). Queste valvole sono caratterizzate da ridotte dimensioni di ingombro, bassi costi energetici, tempi di risposta e portata sufficienti per lo scopo prefissato. Infatti, ogni sezione della tuta necessita di una quantità di aria massima di due litri. Con questa tipologia di valvola è quindi possibile gonfiare ogni singolo distretto in un minuto immettendo due litri di aria. Per l’alimentazione delle valvole è necessaria una potenza di 24 V, di conseguenza si richiede la presenza di un numero di batterie, avente questa potenza, pari a quello delle valvole. La batteria scelta per l’esigenza di progetto, è di una tipologia molto innovativa, sviluppata dalla Thermo Life™.

La batteria della Thermo Life è un rivoluzionario dispositivo di micro-tecnologia, generatore termoelettrico a bassa potenza. La grande innovazione sta nella capacità di generare energia ricavando calore a contato con il corpo umano. Questo aspetto è di importanza rilevante in quanto risolve il problema della ricarica. L’immissione dell’aria nella tuta è consentita dalla presenza di una bombola posta sulla schiena, contenente aria compressa (Figura 6). Per un efficace svolgimento dell’attività riabilitativa, la tuta è fornita di un software che consente, immettendo i dati del paziente, di calcolare il peso e di conseguenza la quantità di aria da inserire in ogni zona. Le valvole inoltre sono collegate ad una board che ne consente l’azionamento con sistema bluetooth (Figura 7). Il progetto Fit-Suit sviluppato all’interno di Biodesign Lab del Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano, trova configurazione nell’ambito di un ampio spazio di ricerca dedicato ai biodispositivi. Un obiettivo perseguito e raggiunto all’interno del Laboratorio è la creazione di un Centro Multidisciplinare, strutturato al fine di fornire un servizio di ricerca applicata per le imprese. Attraverso la creazione di un network di piccole e medie imprese attivo attraverso specifici servizi di R&D da parte di Biodesign Lab si cercherà di soddisfare gli obiettivi futuri, indirizzati alla ingegnerizzazione delle applicazioni sviluppate.

Si prevede per l’attività di progettazione - la ricerca richiede ancora sforzi in termine di sviluppo - la partecipazione di piccole e medie imprese come cooperazione allo sviluppo attraverso il coinvolgimento diretto delle aziende alla fase progettuale e alla fase di prototipazione del prodotto. Al fine di identificare un approccio corretto alla progettazione della Fit-Suit sono stati coinvolti enti clinici e riabilitativi tra i quali la Fondazione Don C. Gnocchi e il Polo riabilitativo del Levante Ligure di Sarzana. Il supporto medico da parte di uno dei maggiori specialisti nel campo dell’idrokinesiterapia in Italia, che è il responsabile delle attività riabilitative in acqua presso tale Centro è risultato fondamentale e ha delineato interessanti prospettive.



Bibliografia
• “Trattamento riabilitativo in acqua” - Dott.Stefano Borgellesi, Dott.ssa Flavia Benvegnù, Dott. Stefano Ghiotto, Dott. Antonio Vegro, Dott. Gian-Alberto Zorzi
• F. Gemperle, C. Kasabach, J. Stivoric, M.Bauer, R. Martin “Design for Wearability Proceedings of the 2nd IEEE International Symposium on Wearable Computers” 1998.
• “Fluido Tecnica” n° 267 Maggio 2003
www.poweredbythermolife.com
www.spplast.com
 
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Fit-Suit: Biodesign per l’idrokinesiterapia

Premio Sapio per la Ricerca Italiana 2006: sempre in prima linea a favore della ricerca scientifica in Italia

 
 

A cura di:

Di Marita Canina
e
Venere Ferraro
Biodesign Lab, Dipartimento INDACO, Politecnico di Milano
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