“Finché ci sono barriere architettoniche,
nessuno di noi è veramente libero”.
Con questo slogan Cittadinanzattiva si è
prefissa, nel 2004, di abbattere almeno
118 barriere architettoniche disseminate
sul territorio nazionale.
Certo, questo progetto da solo non rappresenta una grande
novità, ma lo è stato il modo in cui abbiamo unito gli
sforzi e utilizzato gli strumenti messi a disposizione
dalla nostra Costituzione. Il progetto “Obiettivo barriere”
(www.obiettivobarriere.it)
è stato promosso da “Cittadinanzattiva” e realizzato grazie
alla collaborazione di una importante realtà come la Fish.
Inoltre, abbiamo cercato non solo di mettere in campo
una attività di raccolta fondi classica, ma anche di unire
i nostri sforzi a esempi pratici da parte delle imprese
raccolte sotto il “Gruppo di Frascati per la responsabilità
sociale di impresa”.
Questa campagna ci ha permesso di mostrare come l’impegno
per l’eliminazione degli ostacoli alla libera mobilità
dei cittadini fosse una vera questione di civiltà e che
non riguardava solo una o più categorie di italiani. Ma
andiamo con ordine. La campagna ha potuto prendere il
via basandosi sull’ultimo comma dell’articolo 118 della
Costituzione, quello che sancisce il cosiddetto principio
della “sussidiarietà circolare” e il cui dettato recita
“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni
favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli
e associati, per lo svolgimento di attività di interesse
generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
In pratica, abbiamo utilizzato quanto previsto dalla Costituzione
cercando di interloquire fattivamente con le amministrazioni
locali; ma nel caso di un loro silenzio, abbiamo agito
direttamente, dando vita a manifestazioni di piazza “simboliche”
in cui provvedevamo non solo alla eliminazione delle barriere,
ma anche alla costruzione, ove possibile, di scivoli che
permettessero il libero accesso e una piena mobilità.
La nostra azione però, come accennavo in precedenza, ha
cercato di fare impegnare in prima persona anche le imprese
operanti sul territorio. Infatti, con l’operazione “adotta
una barriera”, alcune grandi imprese hanno deciso di accollarsi
completamente le spese di abbattimento di barriere nelle
piazze, stazioni ferroviarie o anche, semplicemente, nelle
proprie sedi. Il tutto è stato poi completato anche da
una vera campagna di comunicazione che puntava a dimostrare
che impatto avessero sulla vita quotidiana di un cittadino
le barriere stesse.
L’agenzia che ha seguito questo aspetto, J. Walther Thompson,
ha realizzato creativamente la nostra idea, ponendo dei
virtuali muri di mattoni su oggetti della vita di tutti
i giorni. Si andava dal wc (“Falla se ci riesci”) alla
porta di un campo di calcio (“Segna se ci riesci”), sino
ad un frigorifero (“Mangia se ci riesci”), proprio per
sottolineare, ancora una volta, che cosa significasse
per un cittadino diversamente abile misurarsi quotidianamente
con ostacoli che potevano diventare insormontabili.
Credo che questa campagna, sebbene abbia rappresentato
una goccia in un oceano, abbia dimostrato che cambiare
è possibile e senza neanche investimenti spaventosi. E
probabilmente qualcosa si è “sedimentato” anche negli
amministratori pubblici. Ci fa ben sperare infatti l’iniziativa
annunciata in questi giorni dal sindaco di Colleferro
(RM), quella cioè di realizzare annualmente un "demolition
day", dedicato non solo all’abbattimento delle barriere
architettoniche, ma anche ad esempi di brutture architettoniche,
evidenziando come una città più bella non sia solo quella
architettonicamente curata, ma che si prende in carico
il buon e bel vivere di tutti i suoi cittadini.
Nel 2005 abbiamo poi cercato di esportare questa esperienza
nel mondo dello sport, proprio in occasione dell’Anno
Europeo dell’educazione attraverso lo sport, lanciando
un censimento (con la collaborazione oltre che della Fish
anche della FISD e del Segretariato sociale della Rai)
sulle strutture sportive italiane, sottolineando come
l’attività sportiva, ma anche la semplice possibilità
di assistere ad eventi sportivi che non fossero solo il
calcio, rappresentino una importante occasione di confronto
e dialogo tra mondi che troppo spesso vengono erroneamente
avvertiti come distanti e inconciliabili.
Quest’anno, purtroppo per la mancanza di fondi adeguati,
non abbiamo potuto realizzare una campagna simile.
Ma nella attività svolta dalle nostre reti il livello
di attenzione resta sempre altissimo, cercando di offrire,
nelle attività quotidiane di tutela, nuovi spunti e stimoli
per una attenta politica territoriale.
Vorrei infine, nelle ultime righe di questo mio intervento,
dire qualcosa in più sulla organizzazione che guido dal
2000, dopo aver passato 12 anni alla guida della sua rete
sanitaria, il Tribunale per i diritti del malato.
Cittadinanzattiva è un movimento di impegno civico fondato
nel 1978 formato da individui, gruppi e reti accomunati
dalla volontà di affermare e praticare un ruolo attivo
del cittadino nel governo della società. L’ identità del
Movimento è la sintesi di due elementi strettamente collegati
tra loro.
Il primo elemento è la promozione della partecipazione
civica, ossia di un nuovo tipo di cittadinanza, caratterizzata
dall’esercizio di poteri e responsabilità di individui
e gruppi sociali nell’ambito delle politiche pubbliche,
destinata a integrare e arricchire la cittadinanza tradizionale,
incentrata sul voto.
Il secondo elemento è l’impegno per la tutela dei diritti,
che è l’oggetto della partecipazione e che comporta l’esercizio
dei poteri civici di produrre informazioni, di cambiare
le coscienze attraverso l’uso dei simboli, di promuovere
la coerenza dell’attività delle istituzioni con la propria
missione, di cambiare concretamente le situazioni che
generano violazione dei diritti, di promuovere partnership
e alleanze con i propri interlocutori. Il Movimento ha
una struttura democratica che parte dalle Assemblee territoriali
della cittadinanza attiva e ha come perno la dimensione
regionale. Possono aderire al Movimento tutti coloro che
sono interessati a contribuire alla sua missione, siano
essi singoli o associazioni.
L’adesione – che si realizza attraverso le Assemblee territoriali
salvo nel caso di processi di federazione con il Movimento
di associazioni al livello nazionale o regionale – è in
linea di principio libera e gratuita. Essa è comunque
collegata all’assunzione da parte di ciascuno di un impegno
concreto, anche minimo, in un campo o un programma collegato
con le attività del Movimento. Per quanto riguarda gli
organi statutari, al livello nazionale il congresso elegge
una direzione nazionale, un segretario generale, un presidente
nazionale e un collegio di garanzia. La direzione elegge
a sua volta la segreteria nazionale. A livello regionale,
il congresso regionale elegge il segretario regionale
e la segreteria regionale e ha facoltà di eleggere un
presidente regionale e un comitato regionale. Il Movimento
opera da sempre attraverso reti che collegano cittadini
singoli o organizzati per un fine comune. Il Movimento
nel suo complesso può anzi essere descritto come una “rete
di reti”.
Le principali reti operanti a livello nazionale sono:
- il Tribunale per i diritti del malato;
- il Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati
cronici;
- i Procuratori dei cittadini;
- Giustizia per i diritti;
- la Scuola di cittadinanza attiva.
Il Movimento opera da anni nella dimensione europea, in
particolare attraverso la collaborazione con la Commissione
Europea per programmi riguardanti la tutela dei consumatori,
l’accesso alla giustizia, la formazione, la informazione
dei cittadini. Da dicembre 2001, gestisce e promuove una
rete di organizzazioni civiche europee, Active Citizenship
Network (ACN), attraverso un sito internet in inglese
(www.activecitizenship.net).
L’obiettivo generale di questo progetto è quello di favorire
la costruzione della cittadinanza europea come ‘cittadinanza
attiva’, offrendo alle organizzazioni civiche (sia quelle
dei paesi dell’Unione europea, sia quelle dei paesi candidati)
uno strumento per rafforzare le loro attività di networking,
per aumentare le loro capacità di azione, per usufruire
di nuove opportunità e partecipare effettivamente al ‘policy-making’
europeo. Active Citizenship Network è concepito come un
network ‘libero’ di organizzazioni, che utilizzano Internet
non solo come uno strumento di comunicazione ma anche
come arena per esercitare la partecipazione civica. Il
Movimento sostiene la necessità di costruire la cittadinanza
europea come cittadinanza attiva, di promuovere una governance
veramente democratica e partecipativa e di integrare nella
futura costituzione europea il concetto di “sussidiarietà
orizzontale”.