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E’ un rapporto straordinario quello tra disabilità ed attività artistiche. Va nel profondo della dimensione umana. Disorienta accorgersi che chi viene considerato “dis-abile” in realtà è non solo abile ma anche pieno di talento e capacità. Ecco allora che ogni barriera e pregiudizio deve, per forza, cadere. Si scopre il valore della relatività. Di fronte a chi, nonostante un limite fisico o psichico, riesce ad esprimere con tanta forza una abilità artistica e a trasmettere emozioni così profonde, la maggior parte delle persone non può che riconoscere la sua “disabilità”. Si mescola tutto, allora. E scopriamo che è la diversità il vero motore, il vero cardine intorno al quale ruota tutto l’universo umano. Questa sezione è ricca di esperienze e testimonianze esemplari: teatro, danza, pittura, tante discipline che rappresentano strumenti di comunicazione, di espressione, di conoscenza della dimensione personale più vera, più autentica. Perché sul palcoscenico non ci sono personaggi ma persone, capaci come nessun altro di raccontarsi. E mentre si raccontano danno agli spettatori lezioni di vita, insegnano che cosa sono il coraggio e la voglia di vivere.
Accenti di vita vera
Un Festival per mettere in mostra le “abilità differenti”, un incontro tra artisti che hanno oltrepassato il loro “limite” offrendo al pubblico se stessi e ciò che sanno fare, senza barriere e senza paure. Teatro, danza, musica, pittura , scultura: discipline in cui tantissime persone disabili esprimono emozioni, creano, stupiscono. Con una bravura unica. Dimostrando che i desideri si possono realizzare, che cambiando lo sguardo si possono scorgere immagini di cui non si conosceva l’esistenza, che la diversità può essere portatrice di una ricchezza enorme in termini di cultura e conoscenza. Questa iniziativa ci dice, con voce forte e chiara, che occorre davvero cambiare l’approccio nei confronti della disabilità: perché le abilità differenti hanno dato mille prove della loro straordinaria capacità di stupire.
Di Maila Quaglia - Cooperativa Sociale Nazareno
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Il teatro delle diversità
Il teatro per imparare a comunicare davvero, a rapportarsi con il diverso in maniera autentica. Perché ogni persona è portatrice di un pezzo di vita, di un modo del tutto unico di percepire la realtà. Attraverso l’esperienza teatrale che si sviluppa come laboratorio delle diversità, si confrontano le presunte verità di ognuno, cadono certezze, sicurezze, integralismi. Il Laboratorio interculturale di teatro ed attività espressive nasce come ipotesi di laboratorio permanente delle diversità sul territorio. Le diversità fisiche, psichiche, sensoriali, culturali, politiche, religiose, etniche ed economiche non vengono considerate come motivo di discriminazione ed emarginazione, ma come occasione di scambio reciproco e di crescita comune.
Di Giovanni Sansone - Associazione Volontari “Il Cavallo Bianco”
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La danza dell’anima
Tutti gli uomini sono uguali ed hanno il diritto di esprimere le proprie potenzialità artistiche. Solo chi ha un corpo agile e perfetto può danzare? No, se per danza si intende movimento armonico del corpo, espressione di emozioni attraverso il corpo, accanto agli altri, in una forma di dialogo e scambio. La Danceability è una tecnica di danza, tra disabili e non, nata negli USA nel 1998, basata sull’improvvisazione: senza schemi, senza sequenze preordinate, si susseguono movimenti liberi e spontanei, veloci o lenti. Qualcosa che fa bene all’anima, che dà forza, che fa sentire protagonisti, nelle proprie abilità e disabilità. Perché “nella danza come nella vita se vogliamo dare il meglio di noi stessi dobbiamo andare oltre le apparenze”.
Di Pierluigi Zonzin - l’Ulss n° 4 Alto Vicentino
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Progetti teatrali tra disagio e sociale
I destinatari del progetto Teatro&Handicap sono le persone diversamente abili, le famiglie, gli insegnanti, gli educatori, gli artisti, gli operatori sociali.
L’obiettivo è quello di dare un’espressione nuova al disagio, allontanandosi dagli stereotipi, diffondendo il linguaggio teatrale nel coinvolgimento di diversi gruppi sociali. Un teatro in cui non c’è spazio per uno svolgimento rigoroso, ma che dà voce a desideri, sentimenti, emozioni, al linguaggio poetico che è dentro ad ognuno, ma che spesso non si riesce ad esprimere.
Oltre gli schemi e le barriere etiche e sociali, sul palcoscenico compare la relazione con gli uomini e con le cose, l’anima degli attori protagonisti. La vita, nella sua più naturale semplicità, nella sua poesia, nella sua bellezza.
Di Mirko Artuso, ideatore e direttore artistico del Progetto Teatro&Handicap
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Simona vola
Simona vola. Danza e la sua danza è un volo. Senza ali. Si può danzare senza braccia? Si, si può. Simona è nata così, ma non importa. Lei ha trovato il modo di esprimere se stessa fino in fondo, trasformando la sua “mancanza” in una ricchezza. E poi, dipinge. Ti chiedi come sia possibile dipingere in quel modo con i piedi. E’ qualcosa di straordinario e di normalissimo al tempo stesso, perché è la passione, l’entusiasmo per la vita, a consentire tutto ciò. Un esempio “sconvolgente” di come possa essere normale la diversità, di come davvero sia possibile volare alto, molto alto, anche senza ali “visibili”.
Di Simona Atzori – Pittrice e danzatrice
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Il Teatro necessario
Un teatro la cui esistenza trova forti motivi di partecipazione alla vita civile; un teatro che utilizza la propria esperienza per delineare un percorso di cambiamento; un teatro che consente di ripensare il concetto di normalità nell’accogliere una molteplicità di qualità espressive individuali e collettive. Il teatro allora entra nelle situazioni, raccoglie parole, dialoga, dà voce e mescola linguaggi, provoca incontri e favorisce relazioni. Nel tentativo di non nascondere conflitti e disagi ma di renderli materia di espressione artistica, offrendo di conseguenza ai soggetti coinvolti un’opportunità di relazione fuori da ogni schema.
Di Luciano Rutigliano – Ufficio Stampa Teatro Kismet Opera
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