Il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università
degli Studi di Milano - Bicocca sta collaborando per la realizzazione di
un laboratorio sperimentale presso l’autodromo di Monza che consenta di
studiare il fenomeno dell’emissione sonora di un veicolo nella sua globalità
e l’efficacia di eventuali interventi di mitigazione.
Il problema del rumore nei grossi
centri urbani, a causa dell’aumento
generalizzato dei livelli, del numero
crescente delle fonti e della maggiore
sensibilità dei cittadini, è diventato
una delle principali cause di disagio.
Questa tendenza viene confermata oltre
che dallo spazio sempre maggiore
che i mezzi di comunicazione riservano
a questo fenomeno anche dal numero
sempre più crescente di esposti
fatti al Comune di Milano o di richieste
di controllo rivolte ad Arpa (Agenzia
Regionale per l’Ambiente).
Al fine di descrivere correttamente il
fenomeno rumore e di individuare i
più idonei interventi di mitigazione,
sono state emanate negli ultimi anni,
in relazione al crescente impatto di
questo problema, numerose normative
a tutti i livelli amministrativi, da
quello europeo a quello comunale.
Una Direttiva Europea molto innovativa,
la 2002/49/CE, prevede che
gli agglomerati urbani con un numero
superiore a 100.000 abitanti e
le infrastrutture stradali interessate a
flussi veicolari superiori a 3 milioni di
veicoli l’anno, realizzino delle mappe
acustiche dell’intero territorio di
competenza e che la popolazione interessata
sia identificata in funzione
dei livelli di rumore a cui è esposta.
Una delle conseguenze nell’applicazione
di questa direttiva è stata lo
sviluppo di efficienti modelli previsionali
in grado di acquisire e gestire
numerosissime informazioni e di poter
lavorare in ambiente GIS (Geographic
Information System). Di seguito
viene mostrato un esempio dell’utilizzo
da parte del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio
(DISAT) di questi modelli e i relativi
risultati. La mappa si riferisce al comune
di Milano.
Grazie alle tecnologie GIS è possibile
confrontare i dati ottenuti dalle
mappe acustiche con i limiti richiesti
dalle normative. Si pensi, come esempio,
la classificazione acustica di un
territorio.La Classificazione Acustica
del territorio comunale è realizzata
in attuazione della Legge 26 ottobre
1995 n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento
acustico” e della L.R.
10 agosto 2001 n. 13 “Norme in materia
di inquinamento acustico”e consiste
nella suddivisione del territorio
comunale in zone acustiche omogenee,
con l’assegnazione per ciascuna
di esse di una delle sei Classi definite
dal DPCM del 14 novembre 1997.
Figura 1. Porzione di mappa acustica all’interno del Comune di Milano
A
ciascuna di queste classi corrispondono
precisi limiti di rumore che sono
stabiliti dal DPCM stesso.
Per la descrizione del rumore su vasta
scala vengono normalmente utilizzati
dei programmi di simulazione;
tuttavia, questi non sono sempre in
grado di descrivere fedelmente la realtà,
soprattutto nelle situazioni più
complesse, essendo affetti da un certo
margine di incertezza; per questo motivo
vi è la necessità di effettuare un
numero, che può essere anche rilevante,
di rilievi sul campo.
A questo scopo il DISAT, per mezzo
di 5 centraline di monitoraggio
acustico mobili e 4 permanenti sta
svolgendo una campagna di monitoraggio
acustico nel territorio del Comune
di Milano.
Lo scopo principale di questa campagna
è quello di acquisire i livelli
stimati e rappresentati dalle mappe
acustiche, ma anche quello di verificare
lo “stato di salute” della città in
funzione dei valori richiesti dalle classi
acustiche.
Un monitoraggio ambientale può
presentare il limite di fornire solo
informazioni di tipo puntuale; tuttavia,
se i punti vengono scelti in
modo ragionato, le informazioni che
si possono ottenere sono tali da poter
essere applicate alla maggior parte del
territorio comunale.
Grazie alla tecnologia GIS è possibile
anche confrontare i valori di rumore
ottenuti per mezzo delle mappe
acustiche con i limiti richiesti dalla
classificazione acustica, e da ciò deriva
la possibilità di individuare le aree
maggiormente critiche e programmare
delle attività d’intervento in base a
criteri di priorità basati sul numero di
abitanti esposti e sull’entità del superamento.
Nella Fig. III sono indicati
gli edifici esposti al rumore generato
da una strada della provincia di
Milano e interessati da un superamento
dei limiti di legge.
Dopo l’individuazione delle aree critiche,
il passo successivo è quello di
mettere in atto gli interventi di mitigazione
più idonei.
Per quanto riguarda il rumore generato
dal traffico stradale in ambito
urbano, prioritariamente dovrebbero
essere analizzate le soluzioni che
riguardano la viabilità: cambio di
itinerari, introduzioni di sensi unici,
realizzazione di aree a traffico limitato,
divieti di transito, etc.. Questa
tipologia di interventi, anche se potenzialmente
molto efficace, risulta
però, nella maggior parte dei casi,
di difficile attuazione poiché implica
forti ricadute su altri aspetti rilevanti
quali la gestione del traffico e la pianificazione
territoriale.
Come è facile
immaginare, le esigenze imposte da
questi due aspetti portano a vincoli
imprescindibili e spesso di difficile
superamento. Per quanto riguarda
l’attenuazione del rumore da traffico
stradale, un’altra soluzione molto
frequente è l’adozione di barriere acustiche:
anche ammettendo che esistano
gli spazi necessari per realizzarle,
la loro efficacia in ambito urbano è
molto ridotta e il loro impatto visivo
sull’ambiente è eccessivo (peraltro,
proprio per questo motivo, anche in
ambito extraurbano se ne dovrebbe
limitare il più possibile l’utilizzo).
A causa delle ragioni menzionate le attività
di ricerca nel campo dell’acustica
ambientale si stanno concentrando
nell’individuazione di tecnologie e
di metodiche finalizzate alla riduzione
dei livelli di rumore generati dai
veicoli intervenendo direttamente alla
sorgente. Questo può avvenire, per
esempio, realizzando veicoli sempre più silenziosi o utilizzando asfalti che
contribuiscano all’abbattimento del
rumore generato durante il movimento
del veicolo.
Negli ultimi 40 anni sono stati gradualmente
diminuiti i livelli di emissione
sonora consentiti ai veicoli a
motore, riportati nelle norme nazionali
e internazionali. In particolare, a
partire dagli anni ’70, si è assistito a
una crescente emanazione di norme
tecniche e regolamenti finalizzati alla
riduzione dei livelli massimi generati
dal transito dei veicoli a motore. Tali
atti normativi hanno avuto come oggetto
sia l’introduzione di limiti progressivamente
più restrittivi (livelli
massimi diminuiti tra 6 e 17 dB(A)
per le varie categorie di veicoli), sia
l’affinamento dei metodi di misurazione
dell’emissione sonora del singolo
veicolo.
Fig. III. Esempio di mappa in cui sono riportati i livelli di rumore in corrispondenza dei singoli edifici
Il livello di emissione sonora globale
di un singolo veicolo è scomponibile
in differenti sorgenti: il motore,
lo scarico, la presa d’aria, il contatto
ruota/asfalto (rumore da rotolamento)
e la trasmissione. Le condizioni
di transito del veicolo influenzano il
contributo delle singole sorgenti alla
formazione del livello globale e determinano
le caratteristiche dell’emissione
sonora, sia in termini di livello
sia in termini di composizione in frequenza.
E’ per dare un contributo nell’abbattimento
dei livelli sonori alla sorgente
che il DISAT sta collaborando
per la realizzazione di un laboratorio
sperimentale presso l’autodromo di
Monza che consenta di studiare il fenomeno
dell’emissione sonora di un
veicolo nella sua globalità e l’efficacia
di eventuali interventi di mitigazione
(sia sul veicolo, sia sulla sede stradale).
In particolare, le principali attività
previste da questo laboratorio sono:
1. progettazione e realizzazione di
sistemi di misura e controllo delle
emissioni acustiche del singolo
veicolo in tempo reale successivamente
applicabili nel contesto del
traffico urbano ordinario;
2. individuazione e caratterizzazione
del contributo delle diverse sorgenti
di rumore del veicolo tramite
misure in ambiente esterno;
3. test sulle proprietà acustiche di
pavimentazioni stradali e verifica
della variazione delle prestazioni
in funzione del deterioramento
nel tempo causato dall’usura e dagli
agenti atmosferici;
4. ricerca sul rumore da contatto
pneumatico/asfalto con particolare
riferimento ai seguenti aspetti:
tipologia del pneumatico in rapporto
alla tipologia di asfalto; usura,
grado di gonfiamento, tipo di
gas di riempimento del pneumatico;
variazioni in funzione delle
condizioni meteo-climatiche;
5. valutazione delle emissioni veicolari
in funzione del combustibile e
del tipo di motore: comparazione
dell’emissione sonora dei veicoli
abilitati all’utilizzo di 2 tipi di carburante
(benzina e gpl o benzina e
metano) a seconda del carburante
impiegato; studio dell’emissione
sonora dei veicoli elettrici e dei
veicoli a idrogeno.
Tra queste attività la prima è già avviata
presso i laboratori del DISAT e
consiste nella realizzazione di un sistema
di sensori acustici in grado di misurare
e discriminare il livello sonoro
di un singolo veicolo che transita nel
traffico urbano. Il dato così acquisito,
abbinato alle condizioni di guida, potrà
essere correlato con i livelli sonori
misurati nelle modalità previste, per
esempio, nelle prove di omologazione
o confrontato con i limiti di legge vigenti.
A tale scopo, simultaneamente
ai livelli di pressione sonora, saranno
acquisite le informazioni utili alla
determinazione delle condizioni di
transito del veicolo, come la velocità,
l’accelerazione e il rapporto di marcia
impiegato.
Questo sistema per l’acquisizione del
dato di emissione sonora del veicolo
in studio presso il DISAT sarà costituito
da componenti caratterizzati da
una elevata precisione e affidabilità.
Nel settore automotive, per svolgere
i test di omologazione, vengono utilizzati sistemi collaudati che possono
essere gestiti direttamente dalla
postazione di guida (esempio di figura).
Tali sistemi permettono l’analisi
in tempo reale dei livelli di rumore,
dei parametri relativi alle condizioni
di transito del veicolo e delle condizioni
meteo; in questo modo l’operatore
può considerare tutte le informazioni
utili per validare o meno la
misura di prova. Un sistema di questo
tipo sarà utilizzato nella fase di sperimentazione
dei sensori in situazione
controllata e di validazione con prove
in laboratorio.
La stazione di monitoraggio dei livelli
di rumore generati dai veicoli
sarà predisposta in modo da poter
acquisire il dato nel modo più simile
a quanto avviene durante le prove
di omologazione; la catena di misura
sarà così essenzialmente costituita da
almeno due microfoni posti su ambo
i lati della strada, possibilmente alla
distanza di 7,5 metri dal centro corsia
e a 1,2 metri di altezza, collegati a un
fonometro integratore multicanale.
Per determinare in modo accurato le
caratteristiche dell’emissione sonora dei
veicoli e individuare in modo preciso
il contributo delle singole sorgenti alla
formazione del livello sonoro globale,
sarà impiegato un array di microfoni
collegati ad un analizzatore multicanale.
Scopo dell’utilizzo dell’array,
oltre quello di distinguere il singolo
veicolo, sarà quello di distinguere la
tipologia di sorgente (per esempio
rumore da contatto ruota/asfalto) in
modo da quantificarne il contributo
(attività 2 del laboratorio del DISAT
presso l’autodromo).
Per ogni transito veicolare verranno
acquisiti i seguenti parametri acustici:
time history (curva dell’andamento del
livello di pressione sonora del tempo),
LAmax (dB(A)), SEL (dB(A)), analisi
di spettro in terzi d’ottava normalizzata
ai valori di SEL rilevati.
Le principali criticità che saranno affrontate
nel progetto sono:
• acquisizione del dato di emissione
acustica di un singolo veicolo nel
contesto dei flussi di traffico reali;
• elaborazione del dato acquisito
tramite fattori correttivi che lo rendano
confrontabile con i risultati
che si ottengono nelle condizioni
stabilite nelle prove standard di
omologazione.
Il sistema proposto di rilevazione e
discriminazione dell’emissione sonora
del singolo veicolo, transitante
nel contesto del traffico ordinario,
potrà essere uno strumento innovativo
ed efficace per il controllo del
rumore nelle aree urbane, che andrà
ad aggiungersi alle più comuni azioni
attualmente adottate per la diminuzione
dell’inquinamento acustico (limitazione
della velocità, istituzione di
zone a traffico limitato, introduzione
di barriere acustiche e interventi sui
requisiti acustici passivi degli edifici).
L’individuazione dei veicoli caratterizzati
da un’emissione rumorosa al di
sopra di opportune soglie di allarme e
l’eventuale fermo o adeguamento del
veicolo fuori norma costituisce, infatti,
una valida azione di bonifica acustica,
in quanto prevede l’intervento
diretto sulla sorgente di rumore.
Inoltre, la possibilità di individuare
il contributo specifico delle componenti
rumorose permetterà di fornire
indicazioni sugli interventi di mitigazione
sul veicolo più idonei.