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Premio Sapio per la Ricerca Italiana Edizione 2004





 
Il percorso terapeutico che i genitori con un figlio nato con una malformazione al volto devono affrontare è complesso e articolato.
La frequenza di questo tipo di malformazioni è molto più alta di quanto si possa pensare: solamente per le labiopalatoschisi (labbro leporino) si registra un caso su 700 nati.
Sono patologie che hanno importanti risvolti morfologici, funzionali e psicologici e oltre al volto riguardano altri distretti anatomici; per questo il trattamento deve essere affidato a specialisti dotati di sicura e lunga esperienza all’interno di centri multidisciplinari ben organizzati.
Le malformazioni congenite del volto hanno un’incidenza di 1 caso su 700 nati vivi (le più frequenti sono le labiopalatoschisi).
Si tratta di malformazioni che determinano problemi di tipo funzionale e di tipo estetico facilmente comprensibili e di diversa gravità in relazione alla diversa gravità della malformazione stessa.
Il trattamento del malformato deve essere affidato a specialisti dotati di sicura e lunga esperienza. Devono essere messi in atto tutti i provvedimenti più opportuni affinché gli esiti che di necessità permangono (specie nei casi più gravi) siano ridotti al minimo.
Sarà così possibile il recupero del malformato sia alla vita sociale e di relazione sia all’attività lavorativa.

E’ da sottolineare come non sia più oggi concepibile che una anomalia congenita del volto possa essere trattata in via saltuaria presso reparti ospedalieri che non hanno dimestichezza con questi malati e che di conseguenza non sono in grado di fornire loro le prestazioni necessarie. E’ impensabile che di casi sporadici ci si possa occupare al di fuori di strutture e centri attivi e ben organizzati.
Il trattamento deve essere multidisciplinare: competenze mediche e chirurgiche specifiche entrano in gioco in tempi diversi e secondo protocolli ben collaudati.
Si può dire che il piccolo malformato viene seguito ancor prima della nascita, a partire cioè dagli ultimi mesi di vita intrauterina, fino al suo completo sviluppo somatico.

In questo lungo iter terapeutico, il chirurgo ha il ruolo di dirigere e coordinare le competenze specialistiche che di volta in volta sono chiamate a svolgere il loro ruolo.
Al chirurgo è affidato un compito di primaria responsabilità proprio perché sono gli atti chirurgici quelli che stanno alla base e determinano la qualità dei risultati. Ma è successivamente affidato al chirurgo il compito di guidare l’iter terapeutico fino al suo completamento, che spesso coincide con l’età adulta.
Le linee guida per il trattamento delle anomalie cranio facciali sono state elaborate e ben descritte dalla WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) nell’Allegato 4 "Practice guidelines" pubblicato su GLOBAL STRATEGIES TO REDUCE THE HEALTH-CARE BURDEN OF CRANIOFACIAL ANOMALIES,World Health Organization 2002.
Nel documento si ribadisce l’importanza del trattamento multidisciplinare e si stabiliscono i criteri di base per la cura di questi pazienti. Nel documento si prevede che l’assistenza fornita comprenda il trattamento chirurgico specialistico, l’assistenza psicologica, l’assistenza infermieristica specializzata,il trattamento ortodontico e odontoiatrico, il trattamento otorino, foniatrico e logopedico, l’assistenza pediatrica durante la crescita ed eventuali studi genetici. Il documento dell’OMS ribadisce pertanto che tutti gli specialisti coinvolti debbano essere formati all’interno di un centro che disponga dei requisiti richiesti.
In accordo con le linee guida del OMS, tutte le specialità che concorrono al buon esito del trattamento sono presenti nell’ambito del Policlinico S.Orsola Malpighi e già operanti nel Centro Multidisciplinare per lo studio e la cura delle MALFORMAZIONI del VOLTO e delle DISMORFOPATIE in Chirurgia Plastica.

ITER TERAPEUTICO e MULTIDISCIPLINARITA’
Per la cura del paziente che presenta una malformazione del volto è indispensabile un’approccio multidisciplinare.
Il percorso terapeutico che i genitori con un figlio nato con una malformazione al volto devono affrontare è complesso e articolato. La frequenza delle malformazioni del volto è molto più alta di quanto non si possa pensare: solamente per le labiopalatoschisi registra un caso su 700 nati.
L’unione degli specialisti coinvolti in un gruppo di lavoro sia terapeutico che scientifico, non solo facilita l’iter di cura al paziente, ma permette di rendere ergonomiche le risorse dell’azienda, aumentando la qualità della prestazione sanitaria in conformità con gli standard europei.
Al fine di chiarire l’utilità di un centro per la cura delle malformazioni è utile conoscere passo dopo passo il percorso intrapreso dal paziente a partire dalla vita intrauterina.
La diagnosi di malformazione del volto viene effettuata presso l’unità operativa di Ginecologia dall’ambulatorio di ecografia prenatale. Attualmente le risorse tecnologiche permettono di individuare la malformazione al 5° mese di gravidanza. E’ comprensibile lo sconforto dei genitori e di tutto il gruppo famigliare nel ricevere questa notizia.
Il ginecologo ecografista suggerisce di contattare il chirurgo plastico che è lo specialista avente competenza del trattamento chirurgico della problematica in modo globale.

La famiglia viene convocata per una prima visita presso l’unità operativa di chirurgia plastica per essere informata dell’iter terapeutico che attende il piccolo paziente ancora in utero. L’unità operativa di chirurgia plastica si avvale di un prezioso supporto di tipo psicologico, pertanto le visite vengono effettuate in modo collegiale con il chirurgo plastico e con lo psicoterapeuta. In questa fase vengono descritte tutte le terapie che il paziente dovrà eseguire e i tempi e le tappe d’esecuzione. La competenza dello specialista in genetica risulta di importanza rilevante.
Altre visite seguiranno presso l’unità operativa di chirurgia plastica separatamente con lo psicoterapeuta per gestire i vissuti emozionali dei genitori e dell’intera famiglia.
Subito dopo il parto presso l’unità operativa di Ostetricia il piccolo viene visitato da uno specialista in Pediatria e trasferito presso l’unità operativa di Neonatologia dove riceverà le prime cure e verrà richiesta la consulenza del chirurgo plastico.

Il Chirurgo Plastico prenderà atto della situazione reale, paragonandola con quella diagnosticata con l’ecografia pre-neonatale e inviterà i genitori a una nuova visita ambulatoriale per rivedere il programma terapeutico in base alla effettive condizioni del paziente. Alle visite sarà presente anche lo psicoterapeuta.
Dopo tale visita in caso di labiopalatoschisi, viene fissato un appuntamento con il chirurgo plastico dove sarà presente anche l’odontoiatra che si occupa di terapia ortognatodontica neonatale e lo specialista in anestesiologia.
Durante tale visita verranno prese le impronte del palato al fine di costruire un otturatore che permetta di mantenere la lingua in buona posizione e di “governare” e indirizzare la crescita dei segmenti palatali abnormemente dislocati; molto spesso questi bambini hanno forme di stress respiratori, pertanto è necessaria la presenza dell’anestesista.
L’odontoiatra sulla base di queste impronte costruirà un otturatore palatale che verrà applicato entro pochi giorni.
Le visite dell’odontoiatra e del chirurgo plastico continueranno sistematicamente ogni 2-3 settimane circa fino al giorno dell’intervento correttivo.

Contemporaneamente il paziente viene valutato dal punto di vista della crescita generale in accordo con i pediatri e gli anestesisti.
Stabilita l’età dell’intervento, concordata in accordo al protocollo prestabilito, si procede all’intervento correttivo. Nel caso di labiopalatoschisi, viene effettuato in anestesia generale e in un primo tempo con la cura del labbro, eseguita all’età di 10-12 mesi e successivamente, a 12-14 mesi, con la cura del palato eseguendo palatoplastica.
Nel frattempo si sono susseguiti altri incontri con lo psicoterapeuta che proseguiranno anche nel post operatorio.
Il giorno dell’intervento è possibile che si associno altri interventi che dovranno essere eseguiti con colleghi di altre specialità, ad esempio:
a) chirurgia pediatrica, in caso di concomitanza di patologie erniarie o malformazioni dei genitali e per patologie diverse;
b) otorinolaringoiatra, per otoscopie e interventi alla membrana timpanica.

Nello stesso periodo di vita in caso di severe anomalie con ridotta crescita dell’arcata mandibolare, possono essere programmati interventi di distrazione ossea per ottenere l’allungamento dell’arcata mandibolare risolvendo gravi problemi di apnea notturna.
Questi pazienti richiedono una valutazione specialistica da parte dei colleghi dell’Unità Operativa di Otorino e dell’Unità Operativa di Neurologia.
Seguono poi ulteriori visite ambulatoriali. Per le labiopalatoschisi è necessaria la ripresa delle impronte con l’odontoiatra, al fine di riadattare il tutore palatale in modo da essere attivo anche per i mesi che precedono l’intervento di palatoplastica.
Nel frattempo il paziente è seguito dai colleghi della Pediatria, i quali molto spesso ospitano nei primi giorni del post operatorio i pazienti più a rischio dal punto di vista delle condizioni generali per controllare il decorso post operatorio.
Dopo l’intervento di palatoplastica il paziente segue un periodo di terapia logopedica, imparando a giocare utilizzando le sue labbra e il suo palato.
Nel caso il paziente sia affetto da anomalie Cranio-Facciali e Craniostenosi gli interventi devono essere eseguiti in collaborazione con il neurochirurgo e studiati in modo particolare dal punto di vista radiologico con le unità operative di radiologia che permettono una diagnosi e una definizione morfologica con risonanza magnetica e TAC tridimensionali estremamente utili per sviluppare il programma chirurgico correttivo. L’unità operativa di Radiologia provvede anche a realizzare specifiche radiografie di estrema importanza nel pre e nel post operatorio.
Nel caso il paziente, anche adulto, sia affetto da OSAS (obstruction sleep apnea syndrome) prima e dopo gli interventi chirurgici, viene inviato all’Unità Operativa di Neurologia dove vengono seguiti per i disturbi inerenti alla respirazione, alla patologia del russamento e ai disturbi del sonno concomitanti.

Nelle anomalie del distretto cranio facciale e nelle deformità post traumatiche, possono essere poi coinvolte problematiche riguardanti l’orbita: come ipotelorismo o ipertelorismo (anomale distanze delle cavità orbitarie) o esoftalmo o enoftalmo: in questi casi si rende necessaria una stretta collaborazione con l’unità operativa oculistica. Lo specialista è spesso chiamato ad essere presente anche in sala operatoria in qualità di consulente.
Per il paziente affetto da labiopalatoschisi l’iter terapeutico continua e prevede ulteriori interventi migliorativi a carico del labbro e della piramide nasale. All’età di 8-9 anni vengono effettuati innesti ossei al processo alveolare con autotrapianto di osso prelevato dalla teca cranica o dalla cresta iliaca.

L’osso così posizionato nelle creste alveolari permetterà all’odontoiatra di effettuare una corretta ricostruzione protesica, sia con impianti dentari sia con ricostruzioni protesiche tradizionali ripristinando una corretta funzione dell’apparato masticatorio.
Precedentemente a questo intervento dovrà essere eseguito un trattamento ortodontico per regolarizzare gli elementi dell’arcata dentale.
Successivamente a questa fase, dopo qualche anno, è possibile che insorgano anomalie dello scheletro facciale come arretramento dell’arcata mandibolare, avanzamento del mascellare in più segmenti, anomalie di crescita della pre-maxilla, che possono essere corrette mediante osteotomie correttive (chirurgia plastica dello scheletro facciale).
Tutte queste manovre possono essere eseguite cambiando la funzionalità dell’apparato stomatognatico e la morfologia, grazie al coordinamento che deve essere effettuato con l’ortognatodontista anche per patologie non strettamente legate alle labiopalatoschisi ma anche per anomalie e di accrescimento dento-facciali che comportano dismorfie e alterazioni della funzionalità dell’apparato masticatorio.

Spesso questi pazienti sono affetti da patologie di tipo dermatologico; nel qual caso viene chiesta la consulenza e la partecipazione alla terapia dei colleghi dell’Unità Operativa di Dermatologia.

Continuano poi le valutazioni, fatte in modo collegiale, con i colleghi della foniatria per controllare la corretta parola ed eventualmente intervenire con interventi di velofaringoplastica finalizzati alla correzione della rinolalia aperta.


Sistematicamente vengono effettuate visite pediatriche auxologiche per controllare il normale accrescimento. Nel caso vengano riscontrate patologie riguardanti l’accrescimento scheletrico concomitanti alla malformazione del volto l’intervento può essere concordato con l’unità operativa di ortopedia.
Spesso i pazienti affetti da malformazione hanno necessità di terapia intensiva-rianimazione post operatoria di tipo pediatrico; nel caso vengano operati in età più avanzata è necessario ricorrere alla rianimazione degli adulti, la stretta collaborazione con gli anestesisti diventa essenziale.
Nell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica di questa Azienda Ospedaliera è presente da moltissimi anni e per antica tradizione, un’intensa attività nel trattamento di queste malformazioni.
L’esperienza e la indiscussa fama nazionale e internazionale dei chirurghi che nel passato hanno trattato lo stesso tipo di patologia, permette ai medici del centro delle malformazioni di potersi giovare dell’esperienza dell’enorme numero di pazienti che ancor oggi vengono seguiti nel nostro centro. Tra questi sono compresi pazienti operati anche più di trenta anni fa. Attualmente il follow-up dei soggetti operati, controllati in modo sistematico presso l’ambulatorio del centro, comprende 383 pazienti di cui 183 affetti da labiopalatoschisi.

E’ indiscusso e ben sostenuto da parte di tutte le organizzazioni scientifiche che il trattamento di tali patologie richiede una preparazione medico chirurgica di moltissimi anni con una lunga curva di apprendimento.
La formazione di questo chirurgo è molto particolare; passa necessariamente attraverso la scuola di specializzazione ma deve completarsi con stages in centri di indiscussa fama presso i più importanti centri internazionali. La ricerca e l’attività scientifica del centro sono testimoniate da un elevato numero di pubblicazioni in ambito sia nazionale che internazionale.
Gli operatori, in modo particolare i chirurghi plastici, hanno costruito in modo mirato la loro competenza specialistica negli ultimi 20 anni mediante rapporti di scambio scientifico sistematico e continuativo con i più prestigiosi centri internazionali.
L’impegno scientifico, la partecipazione e l’organizzazione di corsi e congressi a livello nazionale e internazionale sono connessi all’intensa attività di ricerca testimoniata dall’elevato numero di pubblicazioni specialistiche sul tema.

Considerando la complessità della problematica e la velocità con la quale nuove tecniche vengono proposte è indispensabile un attento aggiornamento e una continuità di formazione.
La presenza dell’Università di Bologna nel contesto del Policlinico e in modo particolare della Scuola di Specialità in Chirurgia Plastica si integra perfettamente con le necessità dei pazienti e con gli obbiettivi del Centro, arricchendone le potenzialità di sviluppo.
Negli ultimi 5 anni nel nostro centro sono stati operati 358 pazienti così suddivisi: 171 labiopalatoschisi primarie e esiti di labiopalatoschisi, 152 dismorfie con anomalie craniofacciali e 86 esiti di trauma di 150 dismofopatie di vari distretti anatomici.
Inoltre è importante sottolineare che grazie alla competenza specialistica della chirurgia plastica, nel centro vengono trattate anche dismorfopatie di altri distretti corporei. Questa opportunità non può avvenire in ospedali che hanno altre specialità chirurgiche e che avendo una limitazione della loro competenza in un preciso distretto anatomico, sono costretti ad inviare il paziente altrove.

Nel nostro centro possiamo soddisfare la richiesta del paziente per la correzione anche di anomalie associate.
La collegialità caratterizza pertanto le cure che vengono prestate a questi pazienti malformati, in accordo con quanto viene fatto in tutti i centri del mondo che si occupano in maniera razionale del problema e tutte le specialità che concorrono al buon esito del trattamento sono presenti nell’ambito di questo Policlinico in accordo con le linee guida della WHO.
Inoltre, all’attività di cura si è sempre associata un’attività di studio e di ricerca su specifici settori nonché un’attività d’insegnamento rivolta sia agli studenti della Facoltà di Medicina che ai medici specializzandi in Chirurgia Plastica e nelle materie mediche e chirurgiche coinvolte nelle altre scuole di specializzazione.

Il centro è gia presente nell’ambito del progetto Europeo”Eurocran” finanziato dalla Comunità Europea.
Esistono pertanto presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico S. Orsola-Malpighi le condizioni strumentali, strutturali e professionali per poter affrontare in maniera razionale ed organica il problema delle malformazioni congenite del volto, delle dismorfopatie, in particolare della labiopalatoschisi. Il tutto senza costi aggiuntivi.
Il centro è operante con la competenza assistenziale dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica nell’Azienda Ospedaliera e con la competenza didattica della cattedra di Chirurgia Plastica dell’Università di Bologna.

 
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A cura di:
Paolo Morselli
Dirigente medico responsabile del Centro Multidisciplinare per lo studio e la cura delle malformazioni del volto, Policlinico S. Orsola Malpighi – Bologna
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