Luoghi lontani, dove il
limite è la malattia, l’impossibilità
di vivere una vita dignitosa, la mancanza delle più
elementari condizioni per costruirsi un futuro. Un limite
che però può essere almeno in parte superato
grazie a programmi e iniziative di aiuto che mirano non
ad assistere, ma a dotare le popolazioni di strumenti
propri per crescere, per gettare le basi di un lento,
ma progressivo sviluppo. Presentiamo due esperienze esemplari
avviate in Etiopia che hanno l’obiettivo di fornire
ai bambini e ai giovani una formazione che contribuisca
al miglioramento della propria vita e delle prospettive
del loro Paese.
Una iniziativa speciale
Lorenzo Papetti
Limiti che sembrano insormontabili per bambini destinati
alla strada, senza una famiglia in grado di dare loro
una educazione, un’istruzione, un futuro. Ma limiti
che possono essere superati. Grazie al coraggio, alla
passione, alla fatica di Padre Bernardo, che in Etiopia
ha costruito un Centro che si occupa di 6000 bambini adottati
a distanza. Con una perfetta organizzazione che consente
di educare i piccoli per lo sviluppo loro, del Paese,
della società in cui si trovano a vivere, senza
allontanarli minimamente dal loro ambiente, dalla loro
cultura. Un esempio di efficienza e un modo un po’
speciale di interpretare l’aiuto ai Paesi in via
di sviluppo, basato sulla valorizzazione delle risorse
disponibili nel Paese, sul rispetto delle diversità
culturali.
Il suo nome è C.E.D. – Children Education
for Development, ed è sorta in Etiopia da circa
20 anni. Il suo creatore è Bernardo Coccia, Padre
Cappuccino, che opera in Etiopia da oltre 30 anni.
Il nome definisce già l’idea: educare i bambini
per lo sviluppo loro, del Paese, della Società
in cui si trovano a vivere, senza estranearli minimamente
dal loro ambiente, dalla loro cultura. Tutto il contrario
quindi della emigrazione o delle adozioni vere e proprie
che portano i bambini fuori dal loro ambiente naturale.
Questo Padre Bernardo lo ha ben chiaro in mente e tutto
il suo operare è teso alla valorizzazione delle
risorse disponibili nel Paese, al loro migliore sfruttamento
per il benessere di tutti, importando il minimo indispensabile
della tecnologia e dei costumi del mondo europeo.
Cose semplici all’apparenza, ma che richiedono uno
sforzo mentale e organizzativo enorme. Soprattutto quando
come oggi il numero dei bambini da seguire ha superato
il numero di 6.000!!! Sì, oltre 6.000. E funziona
tutto alla perfezione compatibilmente con le difficoltà
e le disfunzioni endemiche del Paese. Tutto è nato
lentamente, per gradi, secondo i ritmi tipici dell’Africa
dove il tempo non ha misura, ma lentamente è cresciuto,
con costanza, con determinazione, fino al punto odierno.
Ci sono voluti 20 anni; Padre Bernardo è partito
con pochi containers trasformati ad abitazione, uffici
e scuola, su un’area di terra nuda alla periferia
di Addis Abeba, e poi pian piano si è trovato dei
validi collaboratori locali, li ha selezionati e formati,
ha preso con sè alcuni di quei ragazzi che lui
stesso aveva seguito negli anni per utilizzarli nel seguire
i nuovi bambini che intanto aumentavano a dismisura. La
tecnica adottata è stata determinante: 1-rivolgersi solo a quei bambini orfani
di un genitore, delle classi più povere, bambini
destinati alla strada in quanto la famiglia non può
permettersi di pagare la retta scolastica obbligatoria
in Etiopia fin dall’asilo. 2-Aiutarli pagando loro la retta scolastica,
fornendo il necessario per andare a scuola, vestiti, libri,
quaderni, penne ed il cibo con cui garantire loro una
nutrizione sufficientemente equilibrata. 3-Seguirli uno per uno nel loro ambiente
familiare e nella scuola, verificando il profitto e la
serietà della famiglia. 4-Organizzare un reporting continuo:
ogni sabato a turno i bambini devono andare al Centro
con il proprio genitore o nonno/a per fare il reporting,
ricevere i soldi per le spese da fare a scuola, il materiale
scolastico, eventuali vestiti da parte delle famiglie
adottanti.
In questo modo la famiglia che adotta uno di questi bambini
è garantita nel buon uso dei soldi inviati, che
anche se pochi sortiscono lo scopo data l’efficienza
del sistema e l’assenza di costi cosiddetti di gestione:
attualmente con appena l’equivalente di 20 euro
al mese si può garantire la scuola ad un bimbo
a partire dall’asilo fino alla ultima classe superiore.
E grazie unicamente alle famiglie italiane che hanno adottato
i bambini si è potuta raggiungere la cifra certo
impressionante di oltre 6.000 bambini in adozione. E tutto
senza il minimo scapito nella qualità del servizio
reso ai bambini. Tutti possono facilmente verificare la
situazione dei bambini: infatti, Padre Bernardo incita
tutte la famiglie a farsi un viaggio per conoscere i bambini
adottati, visitare il centro dove c’è tutto
il necessario per alloggiare, e magari aiutare nella attività
didattica e/o amministrativa. L’amministrazione
è ferrea e degna della migliore impresa privata:
il reporting della contabilità viene inviato direttamente
a ciscuna famiglia così come continuo è
l’invio dello stato dei progressi scolastici del
bambino, con la pagella di ogni periodo scolastico. Facile
calcolare la mole di lavoro necessaria per tutto questo.
In aggiunta al lavoro principale di seguire i bambini,
mantenere i rapporti con tutte le famiglie rappresenta
un onere grande ma necessario ed alla fine premiante.
E’ anche per questo che il Centro ha potuto sopravvivere
ed ingrandirsi sempre. Ma a Padre Bernardo non basta.
E così ha iniziato la costruzione di un edificio
gigantesco, di cinque piani, dove installare una scuola
completa, con tutte le classi. La scuola era già
iniziata negli anni passati, a partire dall’asilo,
utilizzando i container. Ma ora l’edificio è
finito, e fa una grande impressione vederlo svettare nel
cielo di Addis Abeba. Un monumento alla costanza, alla
decisione, alla fatica che Padre Bernardo insieme alle
Suore ed agli altri collaboratori ha saputo esprimere.
Un esempio di efficienza e un modo di interpretare l’aiuto
ai Paesi in via di sviluppo che dovrebbero fare scuola
a tante iniziative dei cosiddetti Grandi Donatori .
Chiunque
voglia saperne di più, è interessato ad
una adozione a distanza, vuole aiutare in qualsiasi
modo l’iniziativa, può mettersi in contatto
con l’Associazione AFRICA SALUS, o con il sottoscritto,
inviando un fax al numero 063224147 o una E-mail a:
solado@tin.it.