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Quando Quando si pensa alla montagna, all’inverno, la prima associazione che ci viene in mente è quella con la neve, e per molti neve significa piste da sci. Da una quindicina d’anni le montagne innevate, un posto oggettivamente poco accessibile per una sedia a rotelle, sono diventate un luogo di divertimento per un buon numero di disabili, che sfidando il freddo e i pregiudizi, si ritrovano a sciare, seduti, a volte tra lo stupore e l’ammirazione degli altri sciatori.

Il monoscì e il dualski ::..
La pratica dello sci alpino per disabili è un argomento vasto e complesso; per questo, nelle poche righe che seguiranno, mi limiterò a descriverne una parte, quella che conosco meglio: l’uso del mono/dualski. Il mono/dualski è lo strumento che permette ad un individuo con ridotte capacità motorie (paraplegici, alcuni tetraplegici, poliomielitici, amputati bilaterali... insomma non deambulanti o deambulanti con gravi difficoltà) di sciare seduto, utilizzando i movimenti del tronco e delle braccia. Con esso è possibile accedere alla maggior parte degli impianti di risalita, in maniera autonoma. Seggiovie, ski-lift, ancore, non sono un problema, così come non è un problema affrontare la discesa: con un minimo di esperienza si riesce ad affrontare con sicurezza anche una pista nera (le nere sono le piste più difficili). Sciare seduti non è difficile, bastano in genere una stagione o due per affinare la tecnica, per capire come funzionano le cose e farle andare sempre meglio. E’ importante sciare spesso con qualche disabile più esperto, che possa correggere eventuali movimenti sbagliati, che vi consigli sui materiali da utilizzare, su come preparare lo sci, su come comportarvi sulle piste: una condotta responsabile ed educata garantirà non solo a voi, ma anche a chi tornerà a sciare in quella località, un trattamento cortese. Mi sento di consigliare a tutti di partecipare alle manifestazioni per principianti ed esperti organizzate durante l’anno, perché lo scambio di esperienze che si ha stando assieme è di importanza fondamentale per la crescita della cultura della disciplina sportiva. Esiste un settore del Dipartimento 5 (sport invernali) del Comitato Italiano Paralimpico che si dedica appunto all’attività ‘promozionale’, attraverso la supervisione e l’organizzazione di corsi di differenti livelli: avviamento, perfezionamento ed Introduzione alla pratica agonistica. Sull sito web www.comitatoparalimpico.it è disponibile il calendario dei corsi AVPER e INTRO.


L’apprendimento ::..
Riguardo la possibilità di imparare a sciare seduti, come ho già anticipato esistono dei corsi, all’interno dei quali è possibile (senza doverla acquistare) utilizzare l’attrezzatura necessaria ed essere iniziati all’uso da sciatori disabili esperti. I corsi si svolgono più o meno in tutta Italia, e vengono organizzati da Associazioni e/o gruppi sportivi affiliati al CIP che supervede all’attività attraverso i propri Tutor di Formazione (ex atleti disabili che grazie alla loro esperienza in materia sia tecnica che di ‘disabilità’ possono essere garanti di un servizio efficace ed efficiente). Esiste inoltre uno ‘Ski Tour’ che comprende molti dei suddetti corsi, con lo scopo di avvicinare quanti più possibili disabili attraverso degli incontri informativi nelle unità spinali vicine ai luoghi di svolgimento dei corsi (per maggiori informazioni www.freeridersportevents. com).


Chi può usare un monoscì? ::..
A volte mi capita che mi venga chiesto qual è il livello di lesione più alto accettabile per riuscire a sciare con il mono. Sicuramente la paraplegia non presenta grossi limiti: statisticamente un para D10-12 o più basso, nel giro di una giornata è già in grado di affrontare le piste di un campo scuola, mentre ad un lesionato tra D1-D8 occorrono un paio di giorni; comunque se siete dei paraplegici e volete cominciare a sciare potete stare tranquilli: la cosa è fattibilissima.
Stesso cosa vale per gli amputati bilaterali. Il discorso si fa più complicato per la tetraplegia: conosco tetra che sciano, io stesso ho una lesione C6-7 e scio senza problemi ed in completa autonomia su qualunque tipo di pista. Però non tutti i tetra hanno le capacità residue necessarie: mentre il movimento delle dita e del polso non è di grande importanza (si può ovviare alla mancanza di presa sulle stampelle con delle forcelle...) per riuscire a compiere i movimenti necessari a sostenersi sulla pista serve avere entrambi i tricipiti con funzionalità buona e magari anche un poco di pettorali. Con queste premesse anche il tetra nel giro di due o tre giorni riesce a scendere in modo soddisfacente dalle piste più facili. Per chi intende avvicinarsi alla pratica dello sci alpino, consiglio un minimo di preparazione atletica, poiché le braccia, e soprattutto la muscolatura e l’articolazione della spalla, sono molto sollecitate: anche se può sembrare un’attività muscolarmente ‘statica’ (in fondo si va in discesa…) in realtà si tratta di contrazioni spesso quasi-isometriche e sempre di grande entità, che richiedono una notevole spesa energetica. E poi occorre considerare le cadute, che soprattutto in fase di apprendimento sono frequenti, ed interessano l’unica parte del corpo esposta al contatto con la neve: l’esterno della spalla e del braccio.


La pratica agonistica
::..
Dopo aver imparato ed affinato un poco la tecnica, se vi piace andare forte, è bene considerare la possibilità di cominciare a gareggiare nelle discipline dello sci alpino, slalom speciale, slalom gigante, super G e discesa libera sono le stesse sia per i disabili che per i normodotati, e vi daranno la possibilità di confrontarvi con gli altri e di correre nelle migliori condizioni. Mi riferisco soprattutto alla sicurezza: ricordate che le piste aperte non sono il luogo adatto per cercare il proprio limite, visto il rischio sempre presente di collisioni con altri sciatori (ed il monoscì è fatto di ferro, ricordatevelo), e che un’attività intensa non deve essere svolta senza un adeguato controllo medico-sportivo.

Le classificazioni funzionali ed il KREK ::..
Come in altri sport per disabili, esistono delle categorie di classificazione funzionale in cui gli atleti vengono suddivisi, al fine di garantire una certa equiparazione. Le categorie dello sci alpino sono le seguenti:

BLIND (non vedenti)

B1 non vedenti 100%
B2 ipovedenti
B3 ipovedenti

STANDING (sciatori in piedi)
LW 1 amputati ad entrambe le braccia sopra il gomito
LW2 amputati ad una gamba che usano scietti stabilizzatori
LW3 amputati ad entrambe le braccia sotto il gomito
LW4 amputati che sciano con protesi alla gamba
LW5/7 sciatori senza racchette
LW6/8 amputati ad un braccio (sotto il gomito) – sciatori con una racchetta
LW9 amputati o disabili ad un braccio

SITTING (sciatori seduti, usando il monoscì)
LW10/1 paraplegici senza controllo del tronco e pochi o niente addominali (solitamente lesioni fino a D4 circa, rientrano in questa categoria anche i
tetra)
LW10/2 paraplegici con medio controllo del tronco e pochi o niente addominali (solitamente lesioni da D4 a D10 circa)
LW11 paraplegici con buon controllo del tronco e buoni addominali (lesioni
D10-L1 circa)
LW12/1 paraplegici incompleti
LW12/2 amputati alle gambe che sciano seduti.

Per ogni categoria esiste un coefficiente KREK (minore di 1) per cui viene moltiplicato il tempo. Il coefficiente è diverso a seconda della disciplina (slalom speciale, gigante…) perché nelle discipline più tecniche (e cioè quelle dove si va più lenti) il divario dovuto alla differente lesione è maggiore. I tempi così ottenuti (si dicono “compensati”) vengono confrontati e si stilano tre classifiche: una per i non vedenti, una per chi scia in piedi, ed una per i seduti. I coefficienti vengono aggiornati tutti gli anni (a volte anche più spesso) dal comitato internazionale della coppa Europa e del Mondo, in modo che garantiscano effettivamente una comparazione valida. Potete trovare i coefficienti attuali nel sito www.asdracing.org

Le gare in Italia e all’estero ::..
Il calendario di gare è molto fitto, praticamente tutti i fine settimana da metà dicembre a fine marzo sono impegnati. Per quanto riguarda le gare nazionali, esistono i classici campionati Italiani ed alcuni campionati Regionali (Piemonte, Alto Adige, Lombardia) assieme ad una serie di altri eventi “promozionali”. All’estero, esistono i circuiti di Coppa Europa e di Coppa del Mondo: il primo aperto a tutti gli atleti che desiderano partecipare, il secondo aperto solo ad atleti di alto livello che ottengono un punteggio tale da garantire la loro abilità (è necessario comunque l’approvazione del C.T. della Nazionale). Per quanto riguarda il calendario, vi invito ancora a dare un’occhiata al sito www.asdracing.org, dove troverete anche le classifiche aggiornate delle gare degli ultimi due anni.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI
Alessandro Paleri -
Resp. Promozione Sci Alpino
Dipartimento 5 - Sport Invernali - Comitato Italiano Paralimpico
e-mail: alpaleri@tin.it
mobile: +39 338 6189956











 
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