Negli ultimi cinque anni,
in Italia, il numero delle amputazioni totali
dell’arto inferiore si è stabilizzato intorno a circa
11.000 casi per anno (dati Istituto Superiore
della Sanità). Nello specifico le amputazioni
che interessano il femore si aggirano intorno a 4.000
per anno.
Le cause delle amputazioni
transfemorali ::..
-
80% malattie vascolari, tumori, malattie infiammatorie.
- 19% eventi traumatici (incidenti
stradali, sul lavoro, domestici, per cause belliche,
per colpi di arma da fuoco,…).
- 1% correzioni di malformazioni congenite.
L’applicazione della protesi ad un paziente amputato
d’arto inferiore è un processo molto delicato a partire
dalla scelta della protesi stessa, la quale viene individuata
tenendo in considerazione: il livello di amputazione,
l’età, il peso e la corporatura, l’eventuale bilateralità
delle amputazioni, le condizioni generali del paziente
e le sue esigenze personali.
“Al paziente - spiega il dottor Marco Traballesi, Direttore
Unità Operativa D – Sezione amputati della Fondazione
Santa Lucia IRCCS di Roma – viene applicata la tipologia
di protesi che più gli consentirà di recuperare una
vita normale, di solito si tendono ad applicare protesi
moderne, le cosiddette protesi modulari”.
“Questo tipo di protesi - continua Traballesi – è composta
da un “endoscheletro”, cioè un'ossatura metallica a
cui vengono poi applicati: l’invasatura, il ginocchio
e il piede protesico. Le protesi modulari – conclude
Traballesi – sono costruite con materiali leggeri (titanio
e alluminio) oltre che modificabili ed “allungabili”
nell’arco della crescita del paziente, proprio perché
costituite da “moduli”.
Le caratteristiche e il
funzionamento del ginocchio elettronico ::..
Unico al mondo per le sue caratteristiche, il ginocchio
elettronico C-LEG® è attualmente la soluzione più avanzata
per gli amputati agli arti inferiori. “Con il ginocchio
elettronico – spiega Alessandro Coppi, Amministratore
Delegato di Otto Bock Italia – migliaia di persone hanno
potuto recuperare una piena autonomia, tornando a una
vita normale, superando anche gli enormi disagi psicologici
e sociali che accompagnano questi traumi. “Fino ad oggi
– continua Coppi – sono stati applicati oltre 5.500
C-Leg®: di questi, 3.500 negli Stati Uniti e circa 2.000
nel resto del mondo, la metà dei quali in Germania e
Austria. In Italia – conclude Coppi – ne sono stati
applicati circa 350”. Il “ginocchio elettronico”, figlio
del ginocchio polifunzionale a controllo meccanico,
è un ginocchio idraulico che viene comandato tramite
un microprocessore. Il microprocessore elabora una serie
di informazioni - circa 60 al secondo - che vengono
fornite da alcuni sensori che si trovano all’interno
del tubo che collega il ginocchio con il piede. Il ginocchio
elettronico è costituito da due parti: un vero e proprio
ginocchio il cui telaio è realizzato in fibre di carbonio
e il tubo di collegamento al piede, all’interno del
quale sono presenti dei sensori collegati al ginocchio,
che attraverso il tubo trasferiscono le informazioni
del suolo al microprocessore posizionato all’interno
del ginocchio. “Il sistema idraulico, comandato dal
microprocessore - spiega Corrado Polzoni, direttore
marketing e vendite divisione ortopedia di Otto Bock
Italia – è il cuore meccanico del ginocchio. E’ il dispositivo
– continua Polzoni - che consente il movimento di flessione
ed estensione fornendo una risposta funzionale immediata,
in relazione alle informazioni raccolte dai sensori”.
“Il software permette di adattare in tempo reale – conclude
Polzoni - l’andatura del paziente a seconda del terreno
e della velocità del passo, permettendogli di passare
dalla camminata lenta a quella veloce senza dover “pensare”
di farlo”. Se il terreno è sconnesso, il microprocessore
riceve il segnale e il ginocchio si comporterà di conseguenza,
nella massima sicurezza per il paziente. Lo stesso vale
nella discesa delle scale: il ginocchio risponde a “quella
precisa situazione”, quindi in modo diverso rispetto
a come si comporterebbe in una discesa normale o in
piano.
La differenza rispetto alle altre
protesi ::..
Rispetto alle altre protesi, anche a quelle che hanno
un buon livello funzionale, il ginocchio elettronico
è l’unico che offre la possibilità di camminare in qualsiasi
condizione, su qualsiasi terreno in completa sicurezza,
di cambiare in tempo reale velocità del passo, permettendo
al paziente di sentirsi autonomo.
La riabilitazione ::..
Per
un utilizzo ottimale del ginocchio elettronico è necessario
un corretto percorso riabilitativo, definito insieme
al paziente a seconda delle abitudini e del tipo di
vita che conduce.
Dopo l’applicazione di questo tipo di protesi, il paziente
viene seguito per tre settimane da un team (ortopedico,
fisiatra, tecnico ortopedico, fisioterapista, psicologo),
che lo accompagna in un programma che prevede due fasi.
In una prima fase il paziente si osserva e viene osservato
sul piano frontale e sul piano sagittale, per verificare
i difetti della deambulazione e della postura; poi si
prosegue con esercizi correttivi e propriocettivi, cioè
esercizi di ripostura del proprio corpo.
In questa seconda fase il paziente si allena al cambio
di velocità e di frequenza del passo, impara a “fidarsi”
del ginocchio elettronico, provandolo nelle più svariate
situazioni di utilizzo, nonché affrontando serenamente
il superamento delle barriere architettoniche.
I benefici psicofisici
::..
L’obiettivo più importante nella realizzazione di una
protesi d’arto inferiore è di ottenere per il paziente
sicurezza in posizione statica e una deambulazione naturale.
Con il ginocchio elettronico il rischio di caduta si
riduce notevolmente: se l’amputato, infatti, inciampa,
l’elettronica del ginocchio impedisce che la protesi
si pieghi sotto di lui. Angela ha 33 anni e dal 1999
porta il ginocchio elettronico. E’ molto soddisfatta
di questa protesi: “Rispetto alle protesi che ho utilizzato
prima – racconta Angela – con il ginocchio elettronico
mi sento molto più sicura, sono molto più veloce negli
spostamenti, riesco a scendere e a salire le scale cosa
che prima non riuscivo a fare e a camminare alla stessa
velocità delle altre persone”. “Inoltre – continua Angela
– posso utilizzare tranquillamente autobus e metropolitana
e svolgo con il minimo sforzo tutte le azioni della
vita quotidiana”. Il ginocchio elettronico permette,
inoltre, di andare in palestra, sollevare i pesi e fare
step, camminare speditamente, sciare, pattinare, andare
in bicicletta e ballare. L’amputato può, quindi, grazie
a questa protesi, muoversi serenamente nella vita di
tutti i giorni. Il ginocchio elettronico avvicina più
di ogni altra protesi il passo dell’amputato a quello
naturale. La deambulazione, infatti, si modifica in
virtù del fatto che il ginocchio elettronico consente
variazioni di ritmo e velocità e si adatta ai diversi
tipi di terreno. Con una buona riabilitazione il passo
dell’amputato può quindi diventare così armonioso e
naturale da nascondere la presenza della protesi con
conseguenze anche psicologiche molto importanti per
un migliore inserimento della persona nelle attività
familiari e lavorative di tutti i giorni. Paola ha avuto
un incidente all’età di 16 anni, 4 anni fa le è stato
applicato il ginocchio elettronico. Paola adesso si
sente più sicura, si sposta spesso in macchina ed è
particolarmente orgogliosa del fatto che difficilmente
le persone notano di avere di fronte una persona amputata.
I benefici sociali ::..
Il ginocchio elettronico permette all’amputato di svolgere
una vita quasi del tutto normale e affrontare attivamente
l’impegno professionale e il tempo libero. Grazie al
software che si trova all’interno di questa protesi,
l’amputato è in grado di muoversi naturalmente senza
doversi concentrare su ogni passo potendo così rivolgere
la propria attenzione agli altri aspetti della sua vita.
“In novembre mi è stato applicato il ginocchio elettronico
– racconta Paola - il mese successivo con una coppia
di amici sono stata per 4 giorni a Parigi”. “Ho potuto
così verificare - continua Paola – l'efficacia e la
validità del ginocchio elettronico in quanto senza affaticarmi
eccessivamente ho potuto girare la città, in metro e
in bus e visitare diverse mostre, mantenendo il ritmo
dei miei compagni." Il ginocchio elettronico permette
di rimanere in piedi per diverse ore. Vi è quindi la
possibilità per i portatori di questa protesi di svolgere
ogni tipo di attività professionale anche quelle che
richiedono lo stare in piedi per molto tempo. Inoltre
uno studio scientifico* sul ginocchio elettronico ha
dimostrato che l’amputato durante il cammino impiega
molto meno energia rispetto a chi è dotato di protesi
tradizionali. Il risparmio di energia consente, quindi,
di percorrere distanze maggiori e di condurre una vita
più attiva e senza limitazioni.
(* studio condotto nel marzo 2000
dalla Otto Bock Healthcare GmbH, autori: L. Kocher e
S. Blumentritt).
La rimborsabilità ::..
In Italia, sono stati applicati fino adesso circa 350
C-leg®, pochi in contrapposizione ai circa 1000 applicati
in Austria e Germania e i 3.500 applicati solo negli
Stati Uniti. Questo è dovuto anche al fatto che nonostante
i vantaggi del ginocchio elettronico, in Italia, l’applicazione
di questa protesi non è contemplata dal Servizio Sanitario
Nazionale. Nel nostro Paese, a differenza di Austria
e Germania, dove il paziente riceve un rimborso totale,
questa protesi è in gran parte a carico dell’assistito.
Il costo che il paziente deve sostenere è di circa 15.000
Euro. Sia il Servizio Sanitario Nazionale austriaco
che quello tedesco prevedono, invece, un rimborso per
la fornitura del ginocchio elettronico. In Austria il
contributo è di circa 20.000 Euro e la possibilità di
ricevere questo tipo di protesi dipende da un test (analisi
del passo e verifica dell’effettivo e corretto utilizzo
della protesi) che viene effettuato da due diverse Università.
Se il test risulta positivo e ci sono tutti i requisiti
necessari, il paziente ha la possibilità di ricevere
la protesi. In Germania, invece, la rimborsabilità del
ginocchio elettronico è stata recentemente confermata
da una sentenza del Tribunale Federale di Kassel. Esiste,
inoltre, un manuale, redatto da una commissione di tecnici
ortopedici, medici ed esperti del Ministero della Salute
tedesco, nel quale sono forniti alcuni criteri di prescrivibilità
del ginocchio elettronico. Nel momento in cui il paziente
rientra all’interno di questi criteri, il ginocchio
può essere fornito attraverso il servizio sanitario
nazionale. Anche negli Stati Uniti d’America il ginocchio
elettronico è stato riconosciuto dalla FDA (Food and
Drug Admistration) tra i prodotti medicali inclusi nel
nomenclatore tariffario.
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Cos’è il C-LEG®?
C-LEG®, Computerized Leg, è la protesi d’arto inferiore
sviluppata da Otto Bock, che si caratterizza per
la gestione dell’idraulica e dei servomotori che
regolano la fase statica e la fase dinamica del
passo attraverso un microprocessore ed un software
appositamente sviluppato.
Struttura
E’ un ginocchio monoassiale composto da:
- un telaio in carbonio (1) che funge da struttura
portante ed alloggiamento per l’idraulica (2)
- un microprocessore (3)
- un morsetto distale di fissaggio (4)
- una parte superiore dell’articolazione con un
nucleo di registrazione per l’attacco all’invasatura
(5)
- un tubo modulare con sensori di misurazione della
forza integrati (6).
Funzionamento
Il computer presente nel C-LEG® “comanda” i movimenti
a seconda di come “legge” il terreno ed interpreta
l’andatura del paziente. Durante il passo (circa
1,2 secondi), attraverso dei sensori elettronici,
il C-LEG® effettua circa 60 misurazioni dei vari
parametri. I dati così ottenuti vengono letti da
un microprocessore il quale, tramite un complesso
software, li elabora, riconosce in quale fase del
ciclo del passo la persona si trova e fornisce le
necessarie informazioni ai servomotori che comandano
l’unità idraulica. Quando il tallone viene a contatto
con il suolo, il ginocchio si stende. Quando il
piede si solleva, la protesi si flette naturalmente
grazie al sistema idraulico. In questo modo il C-LEG®
si adatta in tempo reale alle diverse velocità di
deambulazione e al terreno: grazie a questo sofisticato
sistema di controllo l’amputato è in grado di scendere
le scale alternando passo destro e sinistro, di
camminare su rampe scoscese e terreni irregolari
e di variare facilmente, secondo necessità, la propria
andatura.
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Alimentazione
IL C-LEG® è alimentato da una batteria al litio
ricaricabile a corrente con una capacità di 25-30
ore. Un segnalatore a vibrazioni fornisce indicazioni
sullo stato di carica dell’accumulatore. Vibrazioni
ed un segnale acustico si attivano invece contemporaneamente
per segnalare un problema grave nel CLEG ®. Nel
caso, ad esempio, di un malfunzionamento dell’elettronica,
nell’unità idraulica si attiverà immediatamente
il modo emergenza: il C-LEG® si disattiverà, ma
i due segnali continueranno a dare l’allarme per
alcuni minuti. Sia in caso di batteria quasi scarica
che di malfunzionamento il C-LEG® si commuta automaticamente
in modalità di sicurezza, permettendo all’amputato
di continuare a camminare con il ginocchio rigido.
Per chi è indicato
I livelli di amputazione utili per l’applicazione
del C-LEG® sono la disarticolazione d’anca, l’amputazione
transfemorale e la disarticolazione del ginocchio.
In base alla classificazione OTTO BOCK, il ginocchio
C-LEG® è indicato per tutti i pazienti con un grado
di attività medio-alto e con un peso corporeo massimo
di 125 Kg. Grazie al software “Sliders” il C-LEG®
viene regolato dal tecnico ortopedico in modo esatto
sulla base del profilo individuale del paziente,
delle sue esigenze e potenzialità.
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Il Gruppo Otto Bock, con sede a Düderstadt
in Germania, opera a livello mondiale nei settori
Healthcare, materie plastiche e Information Technology.
L’azienda tedesca è leader nell’area della tecnica
ortopedica e della riabilitazione con la produzione
di protesi d’arto inferiore e superiore, ortesi,
carrozzine, sistemi di postura, bendaggi e supporti
per la prevenzione/ riabilitazione, calzature ortopediche,
plantari e ausili per l’home-care. Otto Bock ha
inoltre una competenza specifica nella progettazione
ed allestimento di officine ortopediche.
La filosofia Otto Bock si caratterizza, in particolare,
per la scelta, lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie
avanzate alle protesi d’arto, per fornire al disabile
naturalezza e sicurezza nei movimenti. Il “ginocchio
intelligente”, C-LEG® (Computerized Leg) e la “mano
mioelettrica” sono infatti conquiste Otto Bock:
soluzioni sofisticate da un punto di vista tecnico
ma estremamente semplici nella loro funzione meccanica.
Grazie ad un software appositamente sviluppato,
il ginocchio intelligente, è in grado di “leggere
il terreno” e decodificare diverse andature, regolando
automaticamente la frequenza del passo.
La mano mioelettrica è invece comandata da sensori
provvisti di amplificatori, che, interfacciati ad
un servomeccanismo, permettono di afferrare oggetti,
anche piccoli e fragili, senza alcun problema.
Da sempre il Gruppo Otto Bock offre soluzioni innovative
che favoriscono la vita sociale e professionale
del paziente, permettendogli di affrontare serenamente
le normali attività quotidiane. Fornire al disabile
gli strumenti per vivere in sicurezza, prodotti
che rispondono agli standard della più avanzata
ricerca tecnologica: questa è la mission dell’azienda.
Le prestazioni dei prodotti Otto Bock vengono continuamente
migliorate grazie ad una stretta collaborazione
tra medici e tecnici ortopedici. E’ proprio per
questo motivo che presso la Clinica Universitaria
di Göttingen è stato istituito un Centro di Ricerca
Otto Bock. Analisi del passo e studi sul movimento
sono il punto di partenza per la ricerca e lo sviluppo
svolti presso la filiale di Vienna, dove vengono
progettate le protesi del futuro e vengono concepiti
i cosiddetti “componenti intelligenti”. Otto Bock
inoltre ha fondato un’azienda specializzata nel
settore dei materiali plastici ed espansi, la Otto
Bock Kunststoff KG, con lo scopo di sviluppare nuovi
materiali da utilizzare nell’industria ortopedica,
i quali hanno poi trovato applicazione anche in
ambiti molto diversi come il settore automotive.
Otto Bock è attiva anche sul fronte sportivo. L’azienda
sponsorizza le Paraolimpiadi e i campionati mondiali
di atletica leggera, offrendo assistenza a tutti
gli atleti disabili. Inoltre dal 1993 ogni due anni
Otto Bock organizza a Duderstadt, sede della casa
madre, il “Paralympics Revival”, evento sportivo
che riunisce più di cento atleti provenienti da
oltre trenta paesi. La presenza sul campo e il contatto
con gli sportivi permette ai tecnici Otto Bock di
testare le protesi in condizioni estreme di utilizzo.
L’azienda, fondata nel 1918, è oggi presente in
40 paesi nel mondo con un organico di oltre 3700
persone. Dopo tre generazioni, alla guida del Gruppo
rimane sempre la famiglia, rappresentata da Hans
Georg Näder, nipote di Otto Bock, fondatore dell’azienda.
Otto Bock è presente sul mercato italiano con una
propria filiale con sede a Budrio (Bologna), che
conta più di 70 dipendenti. Accanto allo stabilimento
di produzione/distribuzione sorge il Competence
Centre: un’area di oltre 1000 mq, fortemente voluta
dall’azienda, destinata alla prova pratica degli
ausili ed all’approfondimento delle caratteristiche
tecniche dei prodotti da parte dei pazienti, nonché
a corsi di formazione e seminari di aggiornamento
rivolti a fisiatri, tecnici ortopedici e fisioterapisti.
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