La circolazione delle informazioni in tempo reale è di vitale importanza per migliorare l’accesso alle cure ed incrementare l’efficacia e la sicurezza degli interventi. Una tale condivisione di informazioni non può più prescindere dall’utilizzo della cosiddetta sanità elettronica.
I sistemi sanitari di tutti i Paesi occidentali
devono ormai affrontare le
sfide dell’invecchiamento della popolazione
e dell’aumento esponenziale
delle patologie cronico-degenerative,
tanto che ormai si parla apertamente
di emergenza cronicità.
Lo stesso concetto di salute, come
diritto sancito dalla costituzione, si
è evoluto nell’accezione di stato di
benessere, concretizzandosi in una richiesta
di servizi alla persona quantitativamente
maggiore, più qualificata
e personalizzata. L’intervento medico
si sta spostando dalla cura della malattia
clinicamente conclamata (medicina
d’attesa) alla “cura” dei fattori
di rischio, anticipando il momento
dell’intervento (medicina di iniziativa)
e generando un aumento esponenziale
delle prestazioni di counselling,
diagnostiche e terapeutiche. In
buona sostanza si è chiamati a fare
di più con minori risorse.
Pertanto
è necessario incrementare l’efficienza
del sistema, razionalizzando i servizi,
diminuendo i costi e migliorando
l’efficacia degli interventi.
Per realizzare tali obiettivi l’utilizzo
appropriato delle nuove tecnologie
infotelematiche può costituire la
chiave di volta per migliorare l’efficacia
e l’appropriatezza delle cure,
garantendo una migliore efficienza al
sistema assistenziale, che è chiamato a
gestire una mole sempre maggiore di
informazioni e di interventi tanto da
richiedere, verosimilmente, anche un
mutamento organizzativo ed una ridefinizione
dei ruoli e dei compiti dei
vari attori della filiera assistenziale.
La telemedicina o medicina telematica,
come a noi piace chiamarla, è
l’erogazione di servizi di assistenza
sanitaria tramite il ricorso alle tecnologie
di telecomunicazione computer
assistite, in situazioni in cui il professionista
della salute ed il paziente (o
due o più professionisti) non si trovino
nella stessa località o vi si trovino
in momenti diversi.
Essa comporta
la trasmissione, in modalità sicura e
protetta, di informazioni e dati riguardanti
la prevenzione, la diagnosi,
il trattamento e il monitoraggio dei
pazienti. Si tratta di un’attività eminentemente
clinica che presuppone
l’intervento del medico e dell’infermiere
i quali, per mezzo di strumenti
tecnologici idonei, svolgono tutte le
azioni necessarie a garantire ai pazienti
la migliore assistenza a distanza,
ovvero: rilevare, registrare, elaborare,
trasmettere, decodificare informazioni
e dati clinici, utilizzare, a distanza,
strumentazioni medico-chirurgiche.
Come illustrato nel manifesto presentato
a Firenze l’8 aprile scorso dal
nostro presidente professor Gianfranco
Gensini, la medicina telematica individua,
pertanto, l’insieme di attività
prettamente di medicina e chirurgia
cliniche, analoghe a quelle tradizionali,
ma ricomprese nel termine più
vasto e generale di “telemedicina”,
così come definito dall’UE; si distingue
dalla cosiddetta “sanità elettronica”
(o connected-Health o e-Health)
atta ad indicare i sistemi ed i servizi
sanitari erogati per via info-telematica
(teleprenotazione, e-prescription, refertazione
on-line etc.) e dall’ICT sanitario
atto ad indicare le tecnologie
info-telematiche utilizzate in Sanità.
La medicina telematica è multidisciplinare
in quanto abbraccia un’ampia
varietà di attività specialistiche e non,
è praticabile in varie forme in tutte
le discipline mediche e chirurgiche,
costituendone un indubbio progresso,
in particolare per la teleassistenza
domiciliare, il telemonitoraggio medicale
delle patologie croniche e del
decorso postoperatorio, il teleconsulto
specialistico, i servizi di emergenza-
urgenza, l’assistenza nelle località
geograficamente isolate. La medicina
telematica non è ancora una specialità
medica, anche per l’etereogeneità delle
sue applicazioni, tuttavia presenta
un insieme di caratteristiche peculiari
che le conferiscono un’autonoma
identità costitutiva.
Essendo un’attività
ontologicamente clinica la medicina
telematica condivide gli stessi
principi etici della medicina esercitata
in modo tradizionale. Poiché la
base essenziale di ogni cura medica si
fonda sul rapporto di fiducia che si
instaura tra il paziente ed il medico,
qualunque atto di medicina clinica,
ancor di più se esercitata mediante
l’ausilio delle nuove tecnologie, deve
ispirarsi ad una concezione empatica
dell’atto medico, ponendo al centro
delle procedure il paziente nell’ambito
del rapporto con il medico curante.
La diffidenza che ha spesso
contrassegnato l’accoglienza delle
possibilità preventive, diagnostiche,
terapeutiche e riabilitative derivanti
dall’utilizzo di tecnologie informatiche
e telematiche in ambito medico,
sono verosimilmente da ascrivere anche
al timore che nella telemedicina
prevalessero le dimensioni tecnicistiche
e si perdesse o venisse in qualche
misura ridotta la guida clinica.
L’attuale processo di cura si fonda su
interventi coordinati tra i vari ambiti
specialistici e quelli relativi alle cure
primarie. La circolazione delle informazioni
in tempo reale è dunque di
vitale importanza per migliorare l’accesso
alle cure ed incrementare l’efficacia
e la sicurezza degli interventi.
Una tale condivisione di informazioni
non può più prescindere dall’utilizzo
della cosiddetta sanità elettronica.
La condivisione delle informazioni
inerenti alle condizioni di salute dei
singoli pazienti deve tuttavia essere
rivolta esclusivamente a finalità
di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione,
deve essere perseguita
nell’esclusivo interesse del paziente e
non può prescindere da un preciso
consenso informato ottenuto previa
adeguata informativa resa in merito
alle finalità ed alle modalità del trattamento
dei dati.
Poiché i rischi derivanti dal trattamento
di dati sanitari nominativi
mediante strumenti infotelematici
sono enormemente superiori a quelli
derivanti dall’impiego di mezzi carta-cei, sia per accessi non autorizzati che
per diffusione incontrollabile, sono
necessarie elevate misure di sicurezza
e privacy. Solo garantendo la confidenzialità
e la riservatezza può esserci
una relazione medico-paziente valida
ed efficace. Nell’utilizzo medico dei
mezzi infotelematici dovrà quindi
essere salvaguardato questo basilare
principio, che è anche il presupposto
affinché i pazienti e gli operatori accettino
di buon grado l’utilizzo delle
moderne tecnologie nell’ambito della
pratica clinica.
Inoltre si dovrà garantire il principio
di autodeterminazione del paziente in
merito ad ogni trattamento dei propri
dati sanitari ed al controllo degli accessi
ai medesimi.
Con estrema soddisfazione abbiamo
appreso che tutti questi principi, indicati
dal Garante per la protezione
dei dati personali nelle linee guida in
merito al fascicolo sanitario elettronico
(FSE) e al dossier sanitario, e da
noi sempre sostenuti e condivisi, sono
stati pienamente recepiti dal Ddl Fazio
“Sperimentazione clinica e altre
disposizioni in materia sanitaria”,
approvato il 24 settembre scorso dal
Consiglio dei ministri.
Qui è sottolineato
che il mancato consenso del
cittadino alla costituzione del proprio
FSE non pregiudica il diritto all’erogazione
della prestazione sanitaria e
che le finalità di ricerca scientifica,
programmazione, gestione, controllo
e valutazione dell’assistenza sanitaria
devono essere perseguite senza
l’utilizzo dei dati identificativi degli
assistiti, secondo livelli di accesso,
modalità e logiche di organizzazione
ed elaborazione conformi ai principi
di proporzionalità, necessità e
indispensabilità nel trattamento dei
dati personali.
Le odierne tecnologie
sono ormai mature per garantire una
medicina esercitata con strumenti
telematici ed informatici anche nella
normale pratica clinica, tuttavia non
si è ancora assistito ad una sua implementazione
su vasta scala per problemi
di frammentazione, dimensioni
ridotte, nello spazio e nel tempo, dei
progetti, mancanza di chiare modalità
di finanziamento, tali da consentire
investimenti a lungo termine.
Un utilizzo corretto della telemedicina
può certamente garantire un
miglior accesso alle cure, un miglioramento
dell’efficacia e dell’efficienza,
ma tutto ciò passa attraverso un
processo di implementazione che necessita
della definizione di procedure,
di codificazione, di una precisazione
dei ruoli degli operatori, nonché di
risorse e tempi adeguati.
Se l’utilizzo
a regime della telemedicina può comportare
anche risparmi migliorando
l’efficacia degli interventi e l’accesso
alle prestazioni, tuttavia il processo di
implementazione su vasta scala comporta
investimenti iniziali rilevanti,
spesso sottovalutati e necessita altresì
di essere sostenuto da una lungimirante
politica tariffaria.
Poiché, come ogni decisione da prendere
in un contesto di risorse limitate,
i decisori sono chiamati ad effettuare
scelte che comportano spostamento
di finanziamenti e di investimenti in
contesti critici, le scelte non possono
che essere basate su solide evidenze,
pubblicate secondo gli standard della
letteratura medica internazionale,
corroborate da robuste valutazioni di
HTA, Health Techonology Assessment,
ed economiche.
È pertanto necessario che ci siano valutazioni
autorevoli ed indipendenti
delle best practices di telemedicina,
in modo da creare quell’indispensabile
contesto informativo trasparente e
coerente che può indurre i decisori ad
investire con fiducia nella medicina
telematica.
La Società Italiana di Telemedicina e
Sanità Elettronica si impegnerà affinché
sia posto in essere un programma che:
Per arrivare occorre partire e pertanto
è ora necessario individuare delle
priorità, ossia agire in quelle aree dove
esistono già solide evidenze che l’implementazione
della telemedicina sia
realmente vantaggiosa, non solo in un
contesto sperimentale, ma anche nella
pratica clinica abituale.
Da queste implementazioni,
la medicina telematica
potrà poi diffondersi in altri comparti
e contesti clinico-assistenziali. Infine
i mutamenti clinico-assistenziali
indotti dall’implementazione della
telemedicina si riverberano dinamicamente
e bidirezionalmente anche
sulla struttura e sull’organizzazione
dei sistemi organizzativi del comparto
sanitario; cambiamenti che, a loro
volta, generano ulteriori occasioni
per implementazioni di telemedicina
e sanità elettronica in un continuum
di reciproche interazioni.