Editoriale

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Copertina della rivista

Immagine: pianta verde che spunta dall'asfalto

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Scienza e poesia non possono camminare su strade divergenti. Bella questa frase sulla quale Liliana Curcio del Centro Pristem, Università Bocconi di Milano ci permette di riflettere. Come dire che la scienza, che viene percepita come il regno del calcolo, della concretezza, della fredda concatenazione di causa/effetto, in realtà ha a che fare con l’intuizione, con l’immaginazione, con la folgorazione. Così come la poesia.

Ci ha colpito questa immagine e la riteniamo utile ad inquadrare il tema della divulgazione scientifica, affrontato durante la seconda Giornata di Studio del Premio Sapio per la Ricerca Italiana 2008 e approfondito in questo numero di “D.A.”.

Infatti, la scienza così come la poesia sono realtà che permeano la nostra vita, anche se sembrano lontane dalla quotidianità, dalle necessità concrete. Perché riguardano le emozioni, il nutrimento dell’anima, l’essenza vera del nostro vivere: la scienza non ci è estranea, anzi, la scienza è un “bene primario” per l’esistenza della nostra comunità, del nostro essere uomini.

E’ il conoscere e come dice Dante “fatti non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”. Se noi siamo fatti per la conoscenza, la scienza ci appartiene, è parte di noi. Il problema è che spesso non la capiamo, non parla il nostro linguaggio, non si svela a noi in modo semplice e comprensibile. Da qui la necessità di individuare gli strumenti, i linguaggi, le modalità idonee a divulgarla, a renderla patrimonio comune e non solo degli addetti ai lavori. E’ un tema complesso che in questo numero di D.A. cerchiamo di sviscerare grazie al contributo di tanti autorevoli esperti e docenti, che ci presentano esperienze, riflessioni, studi, ricerche.

Oggi - dice Stefano Fantoni, SISSA di Trieste, - comunicare la scienza è una necessità. Gli scienziati, volenti o nolenti, nel loro lavoro quotidiano, a differenza di un passato neppure troppo lontano, sono costretti a interagire con una pluralità di gruppi e persone che si aspettano e inviano messaggi differenti dal e sul sistema scientifico. Il suo articolo si intitola infatti “La scienza alla prova”: alla prova della società, della memoria, della cultura.

Questo e tanti altri articoli, ci aiutano a capire meglio le problematiche collegate alla divulgazione scientifica, e non manca il racconto di esperienze concrete, di sperimentazioni fatte ad esempio con i giovani, con gli studenti delle nostre scuole, perché è da lì, dalle aule scolastiche che occorre partire, perché la scienza “interessi” l’uomo, si faccia interessante per ognuno di noi.

E’ un compito difficile, perché occorre superare le barriere create da incomprensioni, differenze di linguaggio, diffidenze: ma è un compito che scienziati, divulgatori, media, università, scuole, istituzioni devono sentire come proprio, per progredire sulla strada della conoscenza. Che è la nostra strada.