La ricerca “Uno studio
descrittivo mediante classificazione ICF, su una popolazione
di 100 studenti universitari” è stata attuata nel periodo
gennaio 2005- gennaio 2006, nell’ambito delle attività
del servizio di tutorato specializzato dell’Università
Federico II. Essa è stata promossa e coordinata dalla
Commissione per l’Inclusione degli studenti universitari
con disabilità dell’Ateneo Federico II di Napoli e dalla
Scuola di specializzazione in Psicologia Clinica dello
stesso Ateneo. Lo studio nasce dall’esigenza del servizio
di tutorato specializzato dell’Università Federico II
di Napoli, di ottenere un quadro descrittivo globale
delle caratteristiche della popolazione di studenti
disabili ad esso afferente. Tale esigenza sorge dalla
necessità di rispondere, attraverso politiche mirate,
mirate, alla responsabilità di fornire agli studenti
disabili pari opportunità di studio. Per tale descrizione,
abbiamo inteso avvalerci della Classificazione Internazionale
del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF),
proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS),
in quanto, secondo noi, appare essere l’unico strumento
in grado di fornire informazioni dettagliate ed esaustive
su tutti gli aspetti (dalle menomazioni all’ambente)
inerenti la condizione di disabilità. In particolare
tale classificazione integra, in un approccio di tipo
“biopsicosociale” (in cui la salute viene valutata complessivamente
secondo tre dimensioni: biologica, individuale e sociale),
la concezione medica e sociale della disabilità. È in
sostanza il passaggio da un approccio individuale ad
uno socio-relazionale nello studio della disabilità.
La disabilità viene intesa, infatti, come la conseguenza
o il risultato di una complessa relazione tra la condizione
di salute di un individuo, fattori personali e fattori
ambientali che rappresentano le circostanze in cui egli
vive. Ne consegue che ogni individuo, date le proprie
condizioni di salute, può trovarsi in un ambiente con
caratteristiche che possono limitare o restringere le
proprie capacità funzionali e di partecipazione sociale.
L’ICF correlando la condizione di salute con l’ambiente,
promuove un metodo di misurazione della salute, delle
capacità e delle difficoltà nella realizzazione di attività
che permette di individuare gli ostacoli da rimuovere
o gli interventi da effettuare perché l’individuo possa
raggiungere il massimo della propria auto-realizzazione.
Il contributo si pone quindi l’obiettivo di sondare
gli aspetti multidimensionali che influiscono sull’inclusione
degli studenti nel contesto universitario, attraverso
la descrizione del Funzionamento e della Disabilità
nelle sue componenti e l’identificazione dei principali
fattori ambientali significativi.
Descrizione
del campione ::..
La popolazione di studenti universitari con disabilità,
che si è rivolta al Servizio di Tutorato specializzato
dell’Università Federico II di Napoli, è stata interamente
arruolata allo studio. Gli utenti sono stati inclusi
allo studio nella fase della loro prima accoglienza,
quando cioè non si erano ancora avvalsi dell’intervento
del nostro servizio. Il numero di utenti che si è rivolto
al servizio è stato pari a 100 studenti (12,23% della
popolazione totale di studenti con disabilità iscritta
all’Ateneo). Il campione è stato suddiviso per età e
per sesso ed è risultato essere composto da 51 femmine
e 49 maschi. Di questi il 31% ha un’età compresa tra
i 19-24 anni, il 26% tra i 25-30 anni, il 19% tra i
31-36 anni, il 14% tra i 37-42 anni e il 10% tra i 43-
70 anni.
Metodologia ::..
Per la raccolta dei dati è stata somministrata
la check-list ICF. In seguito, al fine di ottenere un
linguaggio standardizzato e condiviso, è stata effettuata
un’attribuzione dei codici alfanumerici e dei qualificatori
con l’utenza. I dati sono stati catalogati mediante
i domini ICF (Funzione, Strutture Corporee, Attività
e Partecipazione, Ambiente) allo scopo di descrivere
la relazione tra le variabili indagate. Infine, è stato
assegnato a ciascun dato un qualificatore di performance
e uno di capacità, allo scopo di valutare se e come
le attività in ambiente universitario e l’ambiente stesso
incidevano sul rendimento degli studenti disabili.
Risultati
::..
Da un’analisi dei dati ottenuti si rileva un’incidenza
del 100% nei domini riguardanti le Funzioni e le Strutture
Corporee, del 91% nel dominio Attività e Partecipazione
e del 92% nel dominio Barriere Ambientali. Per quanto
concerne i domini Funzioni e Strutture si evidenzia
che, il campione arruolato allo studio, presenta menomazioni
principalmente nell’ambito delle funzioni per la mobilità
(63%) e delle funzioni di tipo neurosensoriale (37%);
in entrambi i casi le menomazioni appaiono di grado
elevato. Per quanto riguarda il dominio Attività e Partecipazione
circa il 91% del campione in esame presenta limitazioni.
Le aree principali in cui esse si estrinsecano sono:
l’”apprendimento”, i “compiti e richieste generali”,
la “comunicazione”, la “mobilità”, le “relazioni interpersonali”
e le “aree di vita principali”. La restrizione delle
attività sopraelencate, sembra derivare sia dalle menomazioni
funzionali e strutturali, che dalle caratteristiche
dell’ambiente oggetto di studio. In particolare per
quest’ultimo aspetto il 92% del campione considera alcune
categorie come:“prodotti e tecnologie” (49%), “relazioni
e sostegno sociale” (20%) e “atteggiamenti” (23%) come
delle barriere. Nel capitolo “prodotti e tecnologie”
vanno inclusi tutti i prodotti per l’istruzione, la
mobilità e la comunicazione mentre nel capitolo “relazioni
e sostegno sociale” vanno inclusi le relazioni e il
sostegno forniti dalla famiglia, dai conoscenti e colleghi
e dalle persone in posizione di autorità (docenti),
ed infine nel capitolo “atteggiamenti” vanno inclusi
gli atteggiamenti della famiglia, dei conoscenti e colleghi,
e delle persone in posizione di autorità. Assegnando
a ciascun dato un qualificatore di performance, abbiamo
rilevato che l’ambiente universitario e le attività
in esso svolte, assumono un impatto decisamente negativo
sul rendimento degli studenti, nonostante le loro capacità
rimangano immutate.
Conclusioni ::..
Dallo studio si conclude che le performances degli studenti
disabili, appaiono sostanzialmente diminuite nel contesto
universitario. Ciò sembra essere dovuto, sia alle caratteristiche
funzionali/ strutturali del campione, che alla presenza
di particolari barriere ambientali. L’interrelazione
di tali fattori sembra, infatti, poter incidere negativamente
sull’attività e sulla partecipazione alla vita universitaria.
In particolare, al fine di assicurare una corretta inclusione
degli studenti disabili alle attività universitarie,
data l’impossibilità di poter intervenire sui fattori
funzionali/ strutturali, ci appare necessario dover
intervenire sui fattori ambientali. Nello specifico
i dati inerenti le barriere ambientali ci suggeriscono
di sostenere politiche tese a fornire prodotti e tecnologie
(soprattutto per l’istruzione, la mobilità e la comunicazione)
adattati alle esigenze degli studenti, a facilitare
le possibilità di interscambio relazionale e di sostegno
sociale, nonché a sensibilizzare la popolazione universitaria
alle problematiche inerenti la disabilità. Lo studio
ha inoltre confermato che adottando l’ICF per la raccolta
di base, è possibile ottenere una visione completa e
particolareggiata di tutti quei fattori che possono
concorrere a determinare disabilità, suggerendo, lì
dove è possibile, gli interventi da attuare e le politiche
da sostenere. Va infine aggiunto che attribuendo ai
dati raccolti, qualificatori di capacità e di performances,
previsti dalla scala ICF, è possibile monitorare nel
tempo la validità delle politiche adottate, correggendole
se necessario e migliorandole ove possibile.
Bibliografia
1 Zola. Definizioni e Classificazioni delle Menomazioni,
delle Disabilità e dell’Handicap. In Soresi
S. Psicologia dell’Handicap. Il Mulino, 1998
2 World Health Organization, World Health Assembly.
International Classification of impairments, disabilities
and handicaps: a manual of classification relating to
the consequences of disease. World Health Organization,
1980.
3 Giobbi A. Classificazione internazionale delle menomazioni,
disabilità e degli svantaggi esistenziali. Milano,
Cles 1980
4 Wood e Badley, 1980. Definizioni e Classificazioni
delle Menomazioni, delle Disabilità e dell’Handicap.
In Soresi S. Psicologia dell’Handicap. Il Mulino,
1998
5 Beckung E, Hagberg G. Neuroimpairments, activity limitations,
and participation restrictions. Dev Med Child Neurol.
2002
6 Organizzazione Mondiale della Sanità: ICIDH2
Classificazione internazionale del funzionamento e della
Disabilità. Bozza Beta-2. Ed Ericksson, 2000
7 Schneider M, Hurst R, Miller J, Ustun B. The role
of enviroment in the Internatinal Classification of
Functioning, Disability and Healt (ICF). Disabil Rehabil.
2003
8 Organizzazione Mondiale della Sanità. ICF Classificazione
Internazionale del Funzionamento e della disabilità.
Ed. Erickson 2002. |