PREMI JUNIOR
::..
Dott.ssa Giovanna Elisiana
Carpagnano ::..
Nata a Bari, dottoranda di ricerca presso il Dipartimento
di Scienze Mediche e del Lavoro, Ospedale D’Avanzo,
Università degli Studi di Foggia.
Titolo dei risultati di ricerca
Alterazioni di DNA nell'esalato respiratorio nella prevenzione
e diagnosi del NSCLC: studio di validazione.
Breve descrizione dei risultati di ricerca
Il tumore del polmone rappresenta ancora oggi la principale
causa di morte per neoplasia negli uomini; recentemente,
inoltre, la sua frequenza è significativamente aumentata
anche nel sesso femminile. Sebbene un ampio numero di
possibili cause nella cancerogenesi del polmone siano
state ipotizzate, un ruolo importante è sicuramente
imputabile all’abitudine tabagica, ritenuta responsabile
dell’80% dello sviluppo tumorale. Nonostante i grandi
sforzi per cercare nuovi sensibili tecniche diagnostiche
capaci di prevenire la diagnosi di questo tumore, una
significativa percentuale di pazienti non arriva all’intervento
chirurgico a causa di una diffusione troppo estesa della
neoplasia al momento della diagnosi. Ai fini di una
diagnosi precoce è stata anche considerata la possibilità
di condurre programmi di screening in gruppi di pazienti
ad alto rischio ancora asintomatici. A questo proposito
vengono effettuati con risultati interessanti ma non
ancora soddisfacenti l’esame citologico sull’espettorato,
i biomarkers tumorali ematici, la radiografia del torace,
la RMN, ecc. Un approccio completamente differente,
riguarda la possibilità di cercare biomarkers molecolari
di cancerogenesi polmonare o progressione tumorale,
potenzialmente in grado di riconoscere precoci danni
cellulari e consentire una stadiazione non invasiva
della malattia. E’, infatti, ormai universalmente accettato
che nella patogenesi del tumore polmonare intervengano
alterazioni genetiche riguardanti gli oncogeni e i geni
tumour suppressor, potenziali markers sia di procedure
di screening sia di diagnosi precoce in pazienti con
tumori polmonari non a piccole cellule. Molte alterazioni
del DNA che intervengono durante lo sviluppo del tumore
(mutazioni genetiche, instabilità dei microsatelliti,
metilazione e superespressione dei promoter) sono già
state identificate in diversi campioni biologici di
pazienti con tumore polmonare. Comunque, i tessuti usati
per gli studi di genetica molecolare risultano difficili
da raccogliere poiché essi richiedono tecniche altamente
invasive che li rendono poco adatti per più ampi screening.
Recentemente, il gruppo di lavoro della Dott.ssa Carpagnano
ha dimostrato la possibilità di estrarre il DNA umano
nell’esalato condensato (EBC). L’EBC è un liquido proveniente
dalle vie aeree che può essere raccolto per mezzo di
una procedura molto semplice, riproducibile, completamente
non invasiva e ben accettata dai pazienti. Per tale
ragione, l’analisi delle caratteristiche genetiche dell’EBC
potrebbe realmente rappresentare una nuova metodica
d’identificazione di markers precoci di tumori polmonari
non a piccole cellule. Recenti scoperte riguardanti
le basi molecolari del tumore hanno dimostrato l’intervento
di alcuni eventi molecolari scatenanti probabilmente
esitanti nello sviluppo di tumore polmonare, includenti
instabilità dei microsatelliti e perdita di eterozigosi.
I microsatelliti sono sequenze nucleotidiche ripetitive
di lunghezza variabile, che sono sparpagliate nel genoma,
tra e dentro i geni. Essi sono stati usati come markers
per mappe genetiche perché altamente polimorfici. Precedenti
studi hanno mostrato la presenza di alterazioni di microsatelliti
in tumori polmonari non a piccole cellule, con una frequenza
variabile dipendente dal numero e dai loci studiati
e dalle caratteristiche clinico-patologiche dei pazienti.
Perciò le alterazioni dei microsatelliti sono state
recentemente proposte come un marker precoce anche nella
carcinogenesi polmonare.
Breve descrizione dell’applicazione pratica
dei risultati di ricerca
I risultati di questo studio mettono in luce
la possibilità di studiare le alterazioni dei microsatelliti
coinvolti nell’oncogenesi del NSCLC nell’EBC proponendo
così un test altamente sensibile e specifico oltre che
completamente non invasivo e quindi ripetibile, non
solo per la diagnosi precoce del tumore del polmone
ma anche di possibile utilizzo per uno screening di
massa dei soggetti fumatori a rischio per lo sviluppo
di questo tumore che rappresenta la prima causa di morte
oncologica.
Dott. Vincenzo Di Lazzaro
::..
Nato a Casacalenda (CB), Professore Associato di Neurologia
presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Titolo dei risultati di ricerca
Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva della
corteccia motoria per il trattamento della Sclerosi
Laterale Amiotrofica.
Breve descrizione dei risultati di ricerca
L’eccitotossicità da glutammato rappresenta uno dei
meccanismi patogenetici della Sclerosi Laterale Amiotrofica,
una patologia degenerativa a decorso rapidamente progressivo,
per la quale attualmente non sono disponibili terapie
efficaci. I circuiti glutamatergici della corteccia
motoria umana possono essere attivati in maniera non
invasiva utilizzando la tecnica della stimolazione magnetica
transcranica cerebrale. Poiché le sinapsi del sistema
nervoso centrale umano non sono statiche ma dinamiche,
la loro attivazione ripetuta, tramite protocolli di
stimolazione ripetitiva, determina delle modificazioni
di lunga durata della eccitabilità corticale. E’ ipotizzabile
che protocolli di stimolazione ripetitiva della corteccia
cerebrale motoria, in grado di ridurre l’eccitabilità
corticale, possano interferire con l’eccitotossicità
da glutammato riducendo la progressione di malattia
nei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica.
In uno studio pilota, i cui risultati sono stati pubblicati
nel 2004 sulla rivista Clinical Neurophysiology, sono
stati valutati gli effetti di protocolli di stimolazione
magnetica transcranica ripetitiva in un piccolo gruppo
di pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica.
Tale studio pilota ha fornito risultati incoraggianti
mostrando una riduzione della velocità di progressione
della malattia nei pazienti trattati con protocolli
di stimolazione in grado di ridurre l’eccitabilità corticale.
Tale osservazione preliminare insieme alla recente definizione
di un nuovo protocollo di stimolazione transcranica
in grado di produrre una più marcata e protratta riduzione
di eccitabilità corticale, ha costituito la base per
una sperimentazione, attualmente in corso, in un gruppo
più ampio di pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica.
Breve descrizione dell’applicazione pratica
dei risultati di ricerca
Ad oggi non esiste ancora un trattamento efficace
per la Sclerosi Laterale Amiotrofica. La conferma dei
dati preliminari ottenuti dallo studio pilota condotto
dal Dott. Di Lazzaro, su un gruppo maggiore di pazienti,
potrebbe avere notevoli risvolti dal punto di vista
terapeutico determinando una riduzione della velocità
di progressione di questa patologia che porta invariabilmente
a morte entro 2-5 anni dalla diagnosi.
Dott.ssa Marta Valenza
::..
Nata a Milano, Dottoranda in Scienze Farmacotossicologiche
e Farmacognostiche e Biotecnologie Farmacologiche presso
il Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Facoltà di
Farmacia dell’Università degli Studi di Milano.
Titolo dei risultati di ricerca
Alterazione della via biosintetica del colesterolo nella
malattia di Huntington.
Breve descrizione dei risultati di ricerca
La malattia di Huntington (MH) è una malattia neurodegenerativa
che colpisce i neuroni striatali. La causa è genetica
ed è una mutazione nel gene umano IT15 codificante per
una proteina ubiquitaria chiamata huntingtina. La mutazione
è un’elongazione di una tripletta CAG nel primo esone
del gene che si traduce, a livello proteico, in un tratto
poliglutaminico espanso che conferisce alla proteina
mutata una funzione nuova e tossica. I risultati di
ricerca candidati rappresentano la prima dimostrazione
di una disfunzione nella biosintesi del colesterolo
nella MH. Questo lavoro di ricerca deriva da risultati
precedenti ottenuti da studi di microarray condotti
in un modello cellulare inducibile di MH, in cui si
osservava una riduzione dei livelli di RNA messaggero
codificanti enzimi coinvolti nella biosintesi del colesterolo
(Sipione et al., 2002). I risultati di ricerca presentati
confermano I) una diminuzione dell’espressione di geni
codificanti enzimi-chiave della via biosintetica del
colesterolo in vivo sia in topi transgenici che in soggetti
MH, II) individuano il meccanismo molecolare alla base
di questa disfunzione e III) il suo significato biologico.
In particolare, si è dimostrato che:
I. La trascrizione di geni chiave della via biosintetica
di colesterolo è severamente alterata in vivo, in tessuti
neuronali di topi transgenici MH e in tessuti striatale
e corticale di soggetti MH postmortem. Questo effetto
è stato visto anche in stadi sintomatici precoci sia
nei topi MH che in pazienti MH di grado I e II. Una
disfunzione analoga è stata rilevata anche in fibroblasti
primari in coltura di soggetti MH, suggerendo un’alterazione
generalizzata della via biosintetica di colesterolo
nelle cellule MH.
II. Tale disfunzione molecolare è di rilevanza biologica
poiché fibroblasti umani di soggetti MH sono capaci
di rispondere a livelli esogeni di colesterolo ma non
sono in grado di sintetizzare de novo colesterolo quando
esposti in un terreno di coltura privo di lipidi. Inoltre,
una significativa riduzione di colesterolo totale è
stata trovata sia in striato e corteccia di topi MH
sia in cellule MH di origine neuronale.
III. La traslocazione del fattore di trascrizione SREBP
(Sterol Responsive Element Binding Protein), che attiva
la trascrizione di geni della via biosintetica di colesterolo
legandosi all’elemento SRE (Sterol Responsive Element)
nel promotore di tali geni, nel compartimento nucleare
è fortemente ridotto in cellule MH rispetto a cellule
controllo. La ridotta traslocazione di SREBP è stata
confermata anche in vivo nel cervello di topi MH. Inoltre,
si è dimostrato che una ridotta traslocazione di SREBP
causa una significativa diminuzione nell’attività del
SRE.
IV. Infine, l’aggiunta di colesterolo esogeno a neuroni
striatali esprimenti l’huntingtina mutata previene la
loro morte in modo dose-dipendente e con un effetto
simile a quello ottenuto con il trattamento di BDNF,
già dimostrato essere benefico per i neuroni striatali
(Zuccato et al., 2001).
Breve descrizione dell’applicazione pratica
dei risultati di ricerca
I risultati di ricerca candidati rappresentano
la prima dimostrazione di una disfunzione nella biosintesi
del colesterolo nella malattia di Huntington (MH), una
malattia neurodegenerativa genetica autosomica dominante.
L’individuazione per la prima volta di un’alterazione
di parametri quali livelli di colesterolo totale, attività
di HMGCoA-Riduttasi, e sintesi di colesterolo, nella
malattia di Huntington, apre una nuova area d’investigazione
che potrebbe essere di potenziale impatto per questa
terribile malattia sia dal punto di vista terapeutico
che nella ricerca di biomarkers. Inoltre, la valutazione
di questi parametri in sistemi in vitro potrà essere
un valido read out per identificare composti potenzialmente
attivi nella malattia di Huntington.
PREMIO INDUSTRIA ::..
Dott. Fulvio Uggeri
::..
Nato a Torino, Direttore del Centro di Ricerca
di Milano della Bracco Imaging SpA. Titolo dei risultati
di ricerca Ricerca e sviluppo di nuove sonde per imaging
diagnostico in vivo.
Breve descrizione dei risultati di ricerca
L’attività di ricerca è stata finalizzata all’identificazione
di nuove molecole utili quali probes diagnostici nelle
diverse modalità di imaging in vivo. In particolare,
la ricerca di base ha permesso la realizzazione di prodotti
innovativi per imaging con risonanza magnetica che,
introdotti sul mercato, hanno generato sensibile progresso
nel settore. Parallelamente, sono state perseguite linee
di ricerca di processo per la realizzazione di molecole
iodurate, utili quali mezzi di contrasto per Raggi X.
L’ottimizzazione di tali metodiche ha permesso la realizzazione
di processi industriali, originali e ad elevata “sostenibilità”.
Breve descrizione dell’applicazione pratica
dei risultati di ricerca
La realizzazione di nuovi mezzi di contrasto è alla
base dello sviluppo delle moderne metodologie diagnostiche
per immagine. Il Dott. Uggeri e i suoi collaboratori
del Centro Ricerche Milano della società Bracco Imaging
hanno portato un grandissimo contributo allo sviluppo
delle sonde attualmente utilizzate nei principali ospedali
nelle modalità di imaging diagnostico basate sull’assorbimento
dei raggi X della Risonanza Magnetica
I MOMENTI SALIENTI ::..
Apresiedere la Cerimonia è stato l’onorevole
Roberto Formigoni, Presidente della Regione
Lombardia, che ha parlato della capacità di innovazione
e della capacità creativa proprie dell’uomo nei termini
di vera leva del progresso e di valore aggiunto della
nostra società. Il Presidente Formigoni ha poi sottolineato
il ruolo della Regione come fucina d’innovazione: la
Lombardia rappresenta un polo di riferimento in Italia
e uno dei più importanti d’Europa, con un budget per
la ricerca pari al 22% del totale nazionale. “Il Premio
Sapio per la Ricerca Italiana è una prova che nel nostro
Paese è possibile fare ricerca, sviluppando strutture
innovative di rete e soluzioni all’avanguardia a beneficio
di tutti i cittadini. E testimonia che esistono imprese
e singoli ricercatori che si candidano a essere driver
di cambiamento”. Hanno preso parte alla cerimonia il
Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi,
che con la sua presenza ha voluto ribadire l’importanza
della Ricerca e l’impegno profuso dalle Istituzioni
per promuoverla, e Diana Bracco, Presidente
Assolombarda e Presidente e Amministratore Delegato
Gruppo Bracco. Il Prefetto di Milano ha consegnato
la targa concessa, anche per questa edizione, dal Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al Premio Sapio
per la Ricerca Italiana. Il riconoscimento è stato assegnato
a Maurizio Colombo – Vicepresidente Gruppo
Sapio e Presidente Sapio Life e Alberto Dossi
– Vicepresidente Gruppo Sapio e Presidente Sapio Industrie.
Tra i numerosi interventi, tutti di notevole spessore,
meritano una citazione quello di Andrea Felici,
Giornalista e Regista RAI, che ha sottolineato l’importanza
che riveste per la ricerca la divulgazione scientifica
(quindi, indirettamente il sistema dei media), e quello
di Piercarlo Cavenaghi, Amministratore
Delegato del Gruppo Sapio. Il dott. Cavenaghi ha illustrato
il concetto di responsabilità sociale delle
imprese portando ad esempio il Gruppo Sapio,
che fa della competitività, dell’agire etico
finalizzato alla crescita del territorio in cui opera
e della ricerca i tre punti fermi della sua politica
imprenditoriale. In particolare, il dott. Cavenaghi
ha sottolineato come la ricerca rappresenti
non un costo bensì un investimento,
tanto per le imprese quanto per la società nel suo complesso:
è alla ricerca, infatti, che si devono alcune applicazioni
che garantiscono l’elevata qualità della nostra vita.
“Al di là delle aride statistiche rappresentative della
percentuale di PIL dedicata alla ricerca (e dove forse
non è inserito il concetto di innovazione), - ha detto
il dott. Cavenaghi - esiste ed è vivace un tessuto di
ricercatori e di strutture di eccellenza che stanno
lavorando e collaborando alla costruzione del nostro
futuro. E questo è uno dei risultati più significativi
per questo Premio, nato proprio per sperimentare un
modo differente di collaborazione tra mondo privato
e mondo della ricerca pubblica che vada ad integrarsi
con i numerosi accordi di collaborazione che il Gruppo
Sapio ha in essere con Università e centri di ricerca,
per il finanziamento di progetti e borse di studio per
dottorati”.
MENZIONE SPECIALE - “divulgazione scientifica”
::..
La Cerimonia conclusiva ha poi visto un momento del
tutto particolare: il collegamento telefonico dal Cile
con Alberto Angela, insignito della Menzione Speciale
per il suo impegno a favore della divulgazione e dell’informazione
scientifica, nelle molteplici vesti di curatore di mostre,
giornalista e conduttore di programmi tv. All’interno
della comunità scientifica italiana, Alberto Angela
si è da sempre distinto per l’impegno profuso nel favorire
la divulgazione scientifica ad un vasto pubblico, sia
esso composto di lettori o di telespettatori.
Il suo grande merito consiste nell’aver creato nell’opinione
pubblica la percezione dell’utilità di investire fondi
nella ricerca e di aiutare gli studiosi: il presupposto
è che esistano vari livelli di divulgazione (differenziati
in base al medium o agli argomenti affrontati) e che
per suscitare interesse sia necessario utilizzare un
linguaggio semplice, realmente alla portata di tutti,
fatto di concetti basilari (senza per questo venir meno
al rigore scientifico).
Ciò è vero soprattutto quando si entra nei dettagli:
qualunque particolare comporta, infatti, una piramide
di parole e di conoscenze che richiedono ogni volta
una spiegazione. L’altra importante qualità del dott.
Angela è quella di non porsi mai in veste “professorale”
nei confronti dei suoi interlocutori: non vuole cioè
insegnare o imporre una verità, bensì semplicemente
fornire stimoli e concetti, che suscitino curiosità
e voglia di approfondimento.
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